Søren Kierkegaard: differenze tra le versioni

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Condizione dell'[[uomo]] a cui esso non può sottrarsi, che lo attanaglia sempre, costantemente, ogni volta che si presenta una scelta, davanti alla quale si aprono [[millemila]] possibilità... Almeno secondo Kierkegaard. Pochi ebbero il coraggio di rivelargli che l'unico sfigato a soffrire in questo modo per [[cazzate]], era lui.
Subito dopo l'angoscia arriva la disperazione: ovvio, inutile dirlo. Altra componente necessaria e basilare nella vita. Kierkegaard sosteneva che potesse derivare da deficienza di necessità o da deficienza di libertà, oppure, più semplicemente, da deficienza e basta. Eminenti critici e filosofi, come per esempio l'eretico Nicola Abbagnano, affermano invece che questa fosse scaturita dalla deficienza di Kierkegaard, e basta.
In ultima analisi, il filosofo giunse ad una soluzione: la salvezza c'è, e la si raggiunge attraverso la fede in [[Dio]]. Evviva! Trascorse delle ore non dico felici, ma quasi senza piangere. Non sapeva che [[Nietzsche|qualcuno]], presto, molto presto, gli avrebbe rotto le [[palle|uova]] nel paniere, dichiarando che [[Dio]] non esiste, anzi che [[Dio]] è morto, che è peggio. Maledetto [[Guccini]]!
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