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{{Cit2|Dolcezza, ti andrebbe di venire a casa mia a vedere la mia collezione di malleoli?|Riccardo Ferri prova a rimorchiare}}
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Nereo Rocco, nelle rare pause tra un bicchiere e l'altro, non poté fare a meno di redigere un rapporto favorevole sul giovane Riccardo, che venne quindi scelto al posto del fratello che accompagnava, come d'altronde accade a tutte le finaliste di [[Miss Italia]]. Il Paron stesso gli telefonò per congratularsi e dirgli di presentarsi in sede per un secondo provino ma, riavutosi dalla [[ebbrezza|sbornia]], gli diede l'indirizzo di Appiano Gentile, raccomandandogli di dire che lo mandava [[Helenio Herrera]] e sperando, se non di rifilarlo all'[[Inter]], di mandarlo a distruggere qualcuno dei loro campioni in [[erba]].
Al primo appuntamento con i nerazzurri, tuttavia, non solo esibì ancora una volta la {{citnec|qualità}} che gli era valsa l'attenzione di Nereo Rocco, ma si superò quando, dopo aver rubato palla all'attaccante avversario con un [[pugno in faccia|contrasto perfetto]], scattò rapidissimo e spedì una bordata imprendibile all'incrocio dei pali della propria porta. Gli emissari dell'Inter presenti, visto ciò, non ebbero più dubbi e si affrettarono a metterlo sotto contratto, sia per evitare di farsi sfuggire un altro potenziale campione com'era appena accaduto con [[Franco Baresi]] e [[Marco Amelia]], sia perché confidavano che col [[tempo]] sarebbero riusciti ad insegnargli la capacità di orientarsi,
==Esordio da professionista==
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Gli addetti ai lavori erano concordi nel ritenere che un vivaio così florido non potesse che condurre l'Inter verso un lungo ciclo di vittorie, e la [[storia]] dimostrò che sarebbe andata esattamente così, se solo al [[Milan]] non fosse arrivato [[Berlusconi]] a collezionare campioni a suon di [[miliardo|miliardi]], la [[Juventus]] fosse stata distrutta da [[Calciopoli]] vent'anni prima, [[Maradona]] avesse preferito al [[S.S.C. Napoli|Napoli]] l'offerta dello [[Skonto Riga]], la [[Sampdoria]] fosse fallita e l'[[Avellino]] avesse accettato di vendere ai nerazzurri [[Geronimo Barbadillo]] in cambio di [[Karl-Heinz Rummenigge|Rummenigge]].
Tra quelli che furono maggiormente colpiti dall'{{citnec|abilità}} del giovane Ferri ci fu [[Eugenio Bersellini]], l'allenatore dell'Inter di allora, una squadra che veniva da anni di scarsa competitività, in parte a causa del dominio della Juventus che poteva schierare l'ossatura della [[Nazionale di calcio dell'Italia|Nazionale]] e in parte perché all'epoca vigeva il blocco delle frontiere, che obbligava l'Inter a tesserare unicamente giocatori italiani che altrimenti avrebbero visto la serie A solo su [[90° minuto]]. Bersellini era uno dei tecnici più in voga del momento, sia per la disciplina sia per le sue tattiche rivoluzionarie
Era inoltre opera sua la sperimentazione di
L'esordio in serie A avvenne il [[31 aprile]] [[1982]], ma già da diverso tempo il giovane Ferri era stato aggregato alla rosa della prima squadra da Bersellini, che vedeva in lui il prototipo del difensore ideale: un marcatore [[peto|asfissiante]] e un uomo squadra sempre pronto a tenere in piedi il gruppo grazie al suo carisma e all'assenza di panche in spogliatoio. Era anche andato vicino al debutto il [[1 aprile]], quando gli fu annunciata la convocazione per il derby: Ferri trascorse tutta la gara in panchina senza tuttavia far mancare il proprio incitamento ai compagni che, impegnati in trasferta ad [[Ascoli Piceno]], ancora se la ridevano per il [[pesce d'aprile|pesce]].
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Dalla stagione successiva Ferri diventa un punto fermo della difesa dell'Inter e dell'attacco delle formazioni che l'affrontano, affermandosi velocemente come uno dei mastini più spietati del campionato, capace di togliere il sonno sia agli avversari sia ai [[medico|medici]], sovente costretti a notti in bianco per ricucire gli arti delle sue vittime.
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Parallelamente però i rapporti tra Ferri e Zenga, amici fin dalle giovanili, iniziano a deteriorarsi: il portierone nerazzurro infatti veniva spesso messo in difficoltà dalla [[cazzo di cane|scarsa precisione]] dei passaggi all'indietro del compagno, complice anche il fatto che Zenga ignorava che la regola sul retropassaggio sarebbe stata introdotta solo dieci anni dopo. Le incomprensioni tra i due davano luogo ad autoreti talmente ricorrenti che in breve tempo i due soppiantarono i [[Carabinieri]] come soggetto delle [[barzelletta|barzellette]].
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Negli anni successivi il nostro ha modo di togliere diverse [[depressione|soddisfazioni]] a sé stesso e all'Inter e consistenti quantità di tessuto osseo agli avversari affrontati. La sua collezione privata, che include migliaia di [[tibia|tibie]], [[femore|femori]], [[denti|arcate dentali]] e [[sistema ruttatorio|sistemi ruttatori]] provenienti dai campi di tutta [[Europa]], è seconda per numero di reperti solo al [[museo]] paleontologico di [[Cosenza]].
[[File:Riccardo Ferri tackle.jpg|right|thumb|180px|Ricostruzione dell'attimo in cui Ferri mozza un piede a [[Giuseppe Giannini|Giannini]]: la palla, in quel momento in un'altra città, è stata aggiunta al computer.]]
In questo periodo affina inoltre la sua inimitabile tecnica nei tackle scivolati: detiene tuttora il record di entrata in ritardo, davanti a [[Paolo Montero]] e al treno [[Cisalpino]], stabilito nel [[1987]] contro la [[A.S. Roma|Roma]] quando, dopo essersi visto
Tuttavia, l'arrivo degli [[anni '90]] è foriero di numerose rivoluzioni: si dissolve l'[[Unione Sovietica]], crolla la [[Prima Repubblica]] e [[Fiorello]] spazza via ogni residuo di musica sopravvissuta al [[anni '80|tremendo decennio precedente]]. Il [[Scorpions|vento del cambiamento]] non poteva ovviamente lasciare immune il [[mondo]] del calcio, sempre pronto a recepire le novità portate dall'avanzare dei tempi e della [[demenza]] di [[Joseph Blatter|Blatter]].
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[[File:Uomo marchiato a fuoco.jpg|right|thumb|180px|Ferri marca [[Gary Lineker]] durante un'amichevole contro l'[[Nazionale di calcio dell'Inghilterra|Inghilterra]].]]
Ferri, che gode della stima incondizionata di Ernesto Pellegrini, presidente interista di allora, scommette con il compagno [[Aldo Serena]] di riuscire a convincere il patron ad acquistare uno dei dilettanti della squadra [[Finlandia|finlandese]]. <br />Grazie al fattivo apporto dei compagni di squadra, che mal sopportavano l'arroganza, la puzza di piedi e la sorella [[cozza]] di Serena, gli ospiti espugnano [[San Siro]] per 1-0, grazie ad una straordinaria prodezza di un certo Mika Aaltonen il quale dribbla difesa, panchina e [[pullman]] sociale dei nerazzurri prima di superare Zenga con un rasoterra che s'insacca a fil di traversa. L'indomani, un estasiato Pellegrini stacca un assegno in bianco al Turun e ingaggia l'autore della rete, costringendo così Serena ad onorare il [[debito]] e trascorrere le tre notti seguenti vestito da squaw [[pellerossa]] sul piazzale antistante lo [[stadio]].<br />
Il buon Aaltonen, dal canto suo, arriva l'estate successiva all'Inter, che, convinta di aver trovato un potenziale <
===Inter-Napoli, serie A 1988-89===
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[[File:Box per bambini.jpg|right|thumb|180px|La famigerata gabbia di Orrico.]]
*era un volto così sconosciuto al grande pubblico che, quando giunse per la prima volta ad Appiano Gentile, [[Lothar Matthäus]] gli firmò un [[autografo]] con dedica chiedendogli:
{{quote|Con simpatia a...come ti chiami scusa? Mister? Certo che ne avete di
*gli incarichi più prestigiosi che figuravano sul suo [[curriculum vitae]] erano quelli di allenatore della [[Lucchese]], di [[giardiniere]] della [[Salernitana]] e di accanito consumatore della [[Fiorentina]];
*era un integralista del gioco a zona, il che lo rendeva inviso a una rosa di giocatori che di zona non digeriva neppure quella a [[Codice della strada|traffico limitato]];
*per abituare i centrocampisti al [[pressing]] a tutto campo li faceva allenare in una [[gabbia]], salvo poi perderne sempre le chiavi, che metteva in tasca ignaro del suo vezzo di dirigere gli allenamenti in [[mutande]];
*era scontroso, inflessibile, [[comunista]], [[italiano]] e
Le fosche premesse non tardano purtroppo a concretizzarsi: l'Inter arranca fin da subito in campionato ed esce al primo turno in coppa contro il [[Benfica]], pur passando immediatamente in vantaggio sia in casa che in trasferta, con un doppio 4-0. L'unico obiettivo rimane ben presto la coppa Italia, dove però i nerazzurri sono subito opposti ai bianconeri.<br />
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===[[Cremonese]]-Sampdoria, serie A 1994-95===
Zenga esordisce in maglia blucerchiata, in seguito all'operazione che lo ha portato a [[Genova]] in cambio di [[Gianluca Pagliuca]]. Poche ore prima dell'inizio della partita, anche Ferri è ceduto ai doriani
{{quote|Dai, non fare così. Guarda come lo faccio io: da ragazzo mi riusciva sempre!}}
dopodiché si esibisce a sua volta nel numero, stavolta con successo, riportando la frattura scomposta dell'[[omero]] e dello [[stomaco]].
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==Dopo il ritiro==
[[File:Ferri consegna a Chiellini l'Oscar del calcio.jpg|right|thumb|
La decisione di appendere le [[scarpa|scarpe]] al chiodo lascia immediatamente un [[vuoto]] nel mondo del calcio e numerosi [[livido|lividi]] sulle mani di Ferri, che non amava particolarmente il [[fai da te]], un po' perché ne aveva la stessa familiarità di [[
L'esperienza di vendita e una sensibilità comunicativa non più ridotta a grugniti e gomitate gli permettono di diventare un volto televisivo spendibile anche al di fuori del Pippero di [[Mai dire gol]]. Diventa infatti testimonial di una ditta di pulizie in [[franchising]], che opera inviando al cliente,
==Collegamenti buttati là [[random|a caso]]==
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{{calciattori}}
{{Portali|Calcio}}
{{Latrina|giorno=01|mese=04|anno=2012|votifavorevoli=8|votitotali=8|argomento=sport}}
[[Categoria:Italiani]]
[[Categoria:Opinionisti]]
[[Categoria:Ex-calciatori (per fortuna)]]
[[Categoria:Ex-giocatori dell'Inter]]
[[Categoria:Assassini seriali]]
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