Riccardo Ferri: differenze tra le versioni

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{{violenza}}
 
{{Cit2|Dolcezza, ti andrebbe di venire a casa mia a vedere la mia collezione di malleoli?|Riccardo Ferri prova a rimorchiare}}
 
{{cit2|Non è possibile caricare il file per mancanza di spazio sui nostri server.|[[Youtube]] mentredurante siun tentatentativo di caricare una compilation degli [[autogol]] di Ferri}}
 
{{cit2|Ci avete detto che gente come noi distrugge il calcio, e non abbiamo fatto una piega. Ci avete dato delle carogne in calzoncini, e siamo stati zitti. Ci avete detto che siamo violenti, [[stronzo|stronzi]], decerebrati e che ce l'abbiamo piccolo e secco, e l'abbiamo sopportato. Ma adesso basta: il prossimo che si permette il nome di quello là anche solo nella stessa frase del nostro si becca una [[querela]] e una scarpata sui menischi.|[[Claudio Gentile]], [[Franco Baresi]], [[Pietro Vierchowod]] e [[Pasquale Bruno]] su Riccardo Ferri}}
 
{{cit2|Ci avete detto che gente come noi distrugge il calcio, e non abbiamo fatto una piega. Ci avete dato delle carogne in calzoncini, e siamo stati zitti. Ci avete detto che siamo violenti, [[stronzo|stronzi]], decerebrati e che ce l'abbiamo piccolo e secco, e l'abbiamo sopportato. Ma adesso basta: il prossimo che si permette di mettere il nome di quello là anche solo nella stessa frase del nostro si becca una [[querela]] e una scarpata sui menischi.|[[Claudio Gentile]], [[Franco Baresi]], [[Pietro Vierchowod]] e [[Pasquale Bruno]] su Riccardo Ferri}}
{{cit2|Crack!|I menischi dell'[[l'autore di questo articolo|autore di questo articolo]] dopo aver ricevuto l'ordine di comparizione per la citazione precedente}}
 
'''Riccardo Ferri''' ([[Crema]], 2 palline con panna montata, grazie) è un ex [[calciatore]] di caviglie [[Italia|italiano]], attualmente riciclatosi come [[opinionista]] in [[Controcampo|trasmissioni calcistiche di quart'ordine]] e [[televendita|televenditore]] di d'[[idropulitrice|idropulitrici]] a fango.
 
Valente [[difensore]], abilissimo nella marcatura sia a [[uomo]] che a [[fuoco]] nonché [[Tonno Insuperabile|insuperabile]] nei contrasti aerei, a terra e subacquei, è stato tra i giocatori più temuti della sua epoca dagli attaccanti avversari e da [[Walter Zenga]].
 
==Gioventù==
[[File:Due ferri da stiro.jpg|left|thumb|180px|I fratelli Ferri da ragazzi, temprati dalle difficoltà di una vita senza soldi, cibo e talento calcistico.]]
Riccardo, chiamato ''Ricky[[Riccardone]]'' dalla [[nonna]], ''Ferri II'' o ''Ferri 2.0 - reloaded'' dalle [[figurine Panini]], ''Quello là'' dagli [[amici]] e ''[[Ehi, campione!]]'' da chi vuole pigliarlo per il [[culo]], nasce da una famiglia di grandi [[sport|sportivi]]: il [[fratello]] Giacomo giocò infatti a lungo in [[Serie A]] nel [[Torino F.C.|Torino]], la [[sorella]] divenne allenatrice di [[pallafica]] mentre la [[madre]] era una campionessa di salto sull'asta. Il nome più noto della famiglia era tuttavia il [[padre]], un vero asso nella [[caccia al negro]], disciplina nella quale ottenne numerose medaglie, specialmente [[paralimpiadi|paralimpiche]], dal momento che preferiva sparare a quelli in [[sedia a rotelle]].
 
Avendo ricevuto in dono cotanto [[DNA]], Riccardo non poté che cimentarsi a sua volta in attività ludiche, forte di un [[Stephen Hawking|fisico atletico e poderoso]], ma a dispetto di numerosi tentativi nelle più svariate specialità si ritrovò ben presto a dover fare i conti con l'amara realtà: era più incapace lui ad imparare una qualsivoglia abilità tecnica che [[Vasco Rossi]] a concepire un testo di senso compiuto.
 
Inizialmente tentò con la [[pallacanestro]], ma venne scartato a causa delle sue modeste capacità: per quanto si sforzasse, infatti, non riusciva mai a palleggiare senza farsi rimbalzare la palla in faccia. Ancora peggiori furono poi i suoi risultati nei [[tuffi]], dove il suo promettente avvenire venne pregiudicato dalla sua tendenza ad inciampare sul suo stesso costume, e non andò meglio nemmeno nel [[golf]]: nel completare una sola buca finì infatti per dissodare buona parte del campo, fatto che fece sì che la sua dinamica di tiro fosse a lungo analizzata dalla [[Landini]] per progettare la sua nuovaalcuni lineaprototipi di [[motozappa|motozappe]].
 
Preso infine atto della sua inettitudine, il giovane Riccardo appese al chiodo le proprie [[Carolina Kostner|disilluse velleità sportive]]: per un breve periodo fu sul punto di ripensarci, prima che il padre lo facesse tornare sui suoi passi e appendesse al chiodo lui. Trovò quindi impiego presso una stireria, dove in breve tempo fu in grado di ottenere pieghe impeccabili sui pantaloni col solo utilizzo dei [[piede|piedi]].
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Mentre al nostro il successo sportivo sembrava più irraggiungibile di un concetto per [[Maurizio Gasparri]], la carriera del fratello procedeva speditamente: il {{citnec|talentuoso}} Giacomo infatti era titolare nell'[[Albinoleffe]] che stava dominando il campionato di [[Football Manager]] e iniziava ad essere contattato da squadre di serie A. Tra le prime ad interessarsi a lui ci fu il [[Milan]], che lo convocò per un [[provino]], al quale lo accompagnò proprio Riccardo. Il padre, infatti, era andato a portare all'[[ospedale]] la sorella, che si era accidentalmente recisa il [[labbro inferiore destro]] mentre si radeva con il [[Magic Harry]].
[[File:Sasso parallelepipedo.jpg|right|thumb|175px|Radiografia del piede destro di Riccardo Ferri.]]
I fratelli Ferri si presentarono dunque a Milanello, dove presenziava nientemeno che [[Nereo Rocco]], che a 78 anni era ancora nello staff tecnico dei rossoneri e non voleva saperne di andare in [[pensione]], anche perché non gli avevano mai pagato i contributi. Il Paron salì gli scalini verso la tribuna tra due ali di tifosi che lo sgambettavano ripetutamente, firmando autografi in cambio di un bicchiere di [[vino|merlot]] e incoraggiando le giovani promesse con undei calorosocalorosi ''”Va"Va in [[mona]], bocia!"''. La partita però tardava a cominciare, poiché uno dei ragazzi [[Mario Balotelli|si era slogato una spalla nel tentativo d'infilarsi il fratino]] e non si riusciva a trovare un rimpiazzo per giocare l'incontro a uomini pari, finché Giacomo per aumentare le proprie chance non propose di completare i ranghi gettando nella mischia il fratello.
 
Riccardo fu il primo ad essere sorpreso dalla chiamata, dato che l'unico oggetto che aveva preso a calci prima di allora era lo spigolo del suo [[comodino]], e per accelerare i tempi disputò il provino con la stessa ''mise'' con cui era arrivato: calosce bucate e incrostate di guano, salopette da [[lavoro]], cappellino di [[Pluto]] con le orecchie e una maglia taroccata di [[Gianni Rivera]], del tutto analoga all'originale tranne per le righe viola e verdi e il numero 48 sulla schiena.
 
Prevedibilmente, lo sprovveduto fratellino andò in evidente difficoltà fin dal primo minuto, dato che in mezzo ad alcuni tra i giovani più promettenti della penisola si sentiva fuori luogo come un [[tampax]] infilato nelle [[orecchio|orecchie]]. Inoltre faticava tremendamente a stare in piedi, con quella tenuta di gioco e soprattutto con quei piedi. Durante la prima pausa di gioco si avviò gattoni a bordo campo per chiedere consiglio a Rocco, che, dopo averlo mandato vigorosamente in mona e stordito con il fiatoun'alitata da vinomerlot poco meno potente del [[raggio laser]] di [[Ciclope]], gli rispose col suo celebre motto:
 
{{quote|Ciapa tuto quelo che te vedi che se move su l'erba, se l'è el balon, mejo!}}
[[File:Paul Gascoigne3.jpg|left|thumb|160px|Ferri imparò velocemente le piccole malizie da usare in area di rigore.]]
E fu così che avvenne il [[miracolo]]. Caricato da queste parole, Riccardo prese a spazzare il campo in lungo e in largo, alla spasmodica ricerca di oggetti semoventi da colpire, con un'abnegazione e un'intensità che non scemarono nemmeno quando si accorse che c'era un solo [[pallone]] in gioco. A fare le spese di tanta esuberanza furono in particolare le [[osso|ossa]] degli altri giocatori e una signora che abitava nei dintorni del campo, che ebbe una vetrata distrutta da due [[peroni]] fatti volare via da Riccardo con un tackle su un avversario che si accingeva a battere un [[calcio di rigore]]. Impressionante fu anche la sua padronanza della marcatura a uomo: infatti non si staccò mai dal [[centravanti]] avversario, anche perché se lo avesse fatto sarebbe crollato al suolo.
 
Nereo Rocco, nelle rare pause tra un merlotbicchiere e l'altro, non poté fare a meno di redigere un rapporto favorevole sul giovane Riccardo, che venne quindi scelto al posto del fratello che accompagnava, come d'altronde accade a tutte le finaliste di [[Miss Italia]]. Il Paron stesso gli telefonò per congratularsi e dirgli di presentarsi in sede per un secondo provino ma, riavutosi dalla [[ebbrezza|sbornia]], gli diede l'indirizzo di Appiano Gentile, raccomandandogli di dire che lo mandava [[Helenio Herrera]] e sperando, se non di rifilarlo all'[[Inter]], di mandarlo a distruggere qualcuno dei loro campioni in [[erba]].
 
Al primo appuntamento con i nerazzurri, tuttavia, il nostro non solo esibì ancora una volta la<ref>totale mancanza di</ref> {{citnec|qualità}} che gli era valsa l'attenzione di Nereo Rocco, ma si superò quando, dopo aver rubato palla all'attaccante avversario con un [[pugno in faccia|contrasto perfetto]], scattò rapidissimo e spedì una bordata imprendibile all'incrocio dei pali della propria porta. Gli emissari dell'Inter presenti, visto ciò, non ebbero più dubbi e si affrettarono a metterlo sotto contratto, sia per evitare di farsi sfuggire un altro potenziale campione com'era appena accaduto con [[Franco Baresi]] e [[Marco Amelia]], sia perché confidavano che col [[tempo]] sarebbero riusciti ad insegnargli ala calciarecapacità nelladi direzioneorientarsi, giustache fino ad allora gli aveva fatto difetto non solo in campo, se si considera che impiegava normalmente dalle due alle cinque ore per completare il tragitto dalla sua camera al [[cesso]]. Fu così che ebbero inizio la carriera di Ferri e la tradizione nerazzurra di tesserare qualunque [[pippa]] transitasse da Appiano Gentile.
 
==Esordio da professionista==
 
In breve tempo, Riccardo fu in grado non solo di ritagliarsi un posto da titolare nelle giovanili dell'Inter, ma [[addirittura]] di reggersi in piedi, grazie all'aiuto di una ferrea forza di volontà, di una [[Peter Griffin|preparazione fisica]] e tecnica all'avanguardia e di un [[allenatore]] psicolabile. Gli anni trascorsi nel [[campionato Primavera]] si rivelarono essenziali nella crescita sportiva, umana e [[panza da birra|addominale]] diper Riccardo, che conquistò due scudetti giovanili, tre [[torneo di Viareggio|tornei di Viareggio]] e 10.000 lire al [[gratta e vinci]] in una formazione che annoverava una generazione di futuri campioni del calibro di [[Walter Zenga]], [[Giuseppe Bergomi]] e [[Ricardo Quaresma]].
[[File:Bersellini.jpg|left|thumb|150px|Bersellini esigeva una tenuta difensiva perfetta e non tollerava che gli avversari entrassero in area sulle loro gambe.]]
Gli addetti ai lavori erano concordi nel ritenere che un vivaio così florido non potesse che condurre l'Inter verso un lungo ciclo di vittorie, e la [[storia]] dimostrò che sarebbe andata esattamente così, se solo al [[Milan]] non fosse arrivato [[Berlusconi]] a collezionare campioni a suon di [[miliardo|miliardi]], la [[Juventus]] fosse stata distrutta da [[Calciopoli]] vent'anni prima, [[Maradona]] avesse preferito al [[S.S.C. Napoli|Napoli]] l'offerta dello [[Skonto Riga]], la [[Sampdoria]] fosse fallita e l'[[Avellino]] avesse accettato di vendere ai nerazzurri [[Geronimo Barbadillo]] in cambio di [[Karl-Heinz Rummenigge|Rummenigge]].
 
Tra quelli che furono maggiormente colpiti dall'{{citnec|abilità}} del giovane Ferri ci fu [[Eugenio Bersellini]], l'allenatore dell'Inter di allora, una squadra che veniva da anni di scarsa competitività, in parte a causa del dominio della Juventus che poteva schierare l'ossatura della [[Nazionale di calcio dell'Italia|Nazionale]] e in parte perché all'epoca vigeva il blocco delle frontiere, che obbligava l'Inter a tesserare unicamente giocatori italiani che altrimenti avrebbero visto la serie A solo su [[90° minuto]]. Bersellini era uno dei tecnici più in voga del momento, sia per la disciplina sia per le sue tattiche rivoluzionarie: era infatti soprannominato il ''[[Sergente Maggiore Hartman|Sergente di ferro]]'', per via del suo piglio autoritario e dei capi d'abbigliamento che indossava abitualmente, talmente [[borchie|borchiati]] che al confronto [[Rob Halford]] sembrava un [[buddhismo|monaco buddhista]].
 
Inoltre,Era avevainoltre sperimentatoopera unasua la sperimentazione di un nuovo schieramento che, contro ogni pronostico, aveva portato l'Inter a trionfare nel campionato [[1979]]-[[1980|80]]. Tale strategia permetteva di unire la versatilità una linea arretrata di 4quattro uomini, ideale per attuare il [[fuorigioco]] e per giocare a [[tresette]], con la solidità data dal classico assetto con due marcatori fissi sulle punte avversarie e dall'ultimo difensore, cui Bersellini vietava inderogabilmente di allontanarsi dall'area di rigore e che nei suoi schemi definiva ''libero'', da gran buontempone qual era. In pratica quell'Inter {{citnec|giocava}} con 7sette difensori che avevano licenza di superare la metà campo solo per raggiungere gli spogliatoi, un mediano spezzatibie come [[Gabriele Oriali]] più [[Evaristo Beccalossi]] e [[Alessandro Altobelli|Spillo Altobelli]], che avevano il compito d'imbastire un'azione d'attacco le due o tre volte a partita che capitavano nei dintorni della palla.
Bersellini era uno dei tecnici più in voga del momento, sia per la disciplina sia per le sue tattiche rivoluzionarie. Era infatti soprannominato il ''[[Sergente Maggiore Hartman|Sergente di ferro]]'', per via del suo piglio autoritario e dei capi d'abbigliamento che indossava abitualmente, talmente [[borchie|borchiati]] che al confronto [[Rob Halford]] sembrava un [[buddhismo|monaco buddhista]].
 
L'esordio in serie A avvenne il [[31 aprile]] [[1982]], ma già da diverso tempo il giovane Ferri era stato aggregato alla rosa della prima squadra da Bersellini, che vedeva in lui il prototipo del difensore ideale: un marcatore [[peto|asfissiante]], e un uomo squadra sempre pronto a tenere in piedi il gruppo grazie al suo carisma<ref> e all'assenza di panche in spogliatoio</ref> e un [[pollo]] ideale da spennare a [[poker]]. Era anche andato vicino al debutto il [[1 aprile]], quando gli fu annunciata la convocazione per il derby: Ferri trascorse tutta la gara in panchina senza tuttavia far mancare il proprio incitamento ai compagni che, impegnati in trasferta ad [[Ascoli Piceno]], ancora se la ridevano per il [[pesce d'aprile|pesce]].
Inoltre, aveva sperimentato una nuovo schieramento che, contro ogni pronostico, aveva portato l'Inter a trionfare nel campionato 1979-80. Tale strategia permetteva di unire la versatilità una linea arretrata di 4 uomini, ideale per attuare il [[fuorigioco]] e per giocare a [[tresette]], con la solidità data dal classico assetto con due marcatori fissi sulle punte avversarie e dall'ultimo difensore, cui Bersellini vietava inderogabilmente di allontanarsi dall'area di rigore e che nei suoi schemi definiva ''libero'', da gran buontempone qual era. In pratica quell'Inter {{citnec|giocava}} con 7 difensori che avevano licenza di superare la metà campo solo per raggiungere gli spogliatoi, un mediano spezzatibie come [[Gabriele Oriali]] più [[Evaristo Beccalossi]] e [[Alessandro Altobelli|Spillo Altobelli]], che avevano il compito d'imbastire un'azione d'attacco le due o tre volte a partita che capitavano nei dintorni della palla.
 
Tuttavia, in occasione di un Inter-[[U.S. Catanzaro|Catanzaro]] di [[Coppa Italia]], Bersellini decise di farlo debuttare tra i professionisti, sia per dimostrargli la sua fiducia, valutarne l'adattamento alla sua tattica esia perché Bergomi era squalificato, [[Beppe Baresi]] era infortunato, BiniOriali era andato a fare la spesa al [[mercato]] a prendere le arance, Oriali era rimasto chiuso nello sgabuzzino e [[Tarcisio Burgnich|Burgnich]], ormai ritiratosi da una ventina d'anni ma che inizialmente aveva dato la sua disponibilità, si tirò indietro quando seppe che nell’orarioallo stesso orario della partita in [[TV]] davano l'[[A-Team]].
L'esordio in serie A avvenne il [[31 aprile]] [[1982]], ma già da diverso tempo il giovane Ferri era stato aggregato alla rosa della prima squadra da Bersellini, che vedeva in lui il prototipo del difensore ideale: un marcatore [[peto|asfissiante]], un uomo squadra sempre pronto a tenere in piedi il gruppo grazie al suo carisma<ref>e all'assenza di panche in spogliatoio</ref> e un [[pollo]] ideale da spennare a [[poker]]. Era anche andato vicino al debutto il [[1 aprile]], quando gli fu annunciata la convocazione per il derby: Ferri trascorse tutta la gara in panchina senza tuttavia far mancare il proprio incitamento ai compagni che, impegnati in trasferta ad [[Ascoli Piceno]], ancora se la ridevano per il [[pesce d'aprile|pesce]].
 
L'incontro si concluse sul 2-2 per l'Inter. Ferri, ancorché in gran forma fin dalle prime battute di gioco, provocò un calcio di rigore con una trattenuta durante un'[[orgia|azione convulsa]]. IlA nostronulla tentòvalsero i suoi tentativi di discolparsi accusando l'avversario di aver [[simulazione di fallo|simulato]], ma: l'[[arbitro]] non ebbe esitazioni nell'indicare il dischetto dopo aver visto che all'attaccante avversario mancano diversi brandelli di [[pelle]].
Tuttavia, in occasione di un Inter-[[U.S. Catanzaro|Catanzaro]] di [[Coppa Italia]], Bersellini decise di farlo debuttare tra i professionisti, per dimostrargli la sua fiducia, valutarne l'adattamento alla sua tattica e perché Bergomi era squalificato, [[Beppe Baresi]] era infortunato, Bini era al [[mercato]] a prendere le arance, Oriali era rimasto chiuso nello sgabuzzino e [[Tarcisio Burgnich|Burgnich]], ormai ritiratosi ma che inizialmente aveva dato la sua disponibilità, si tirò indietro quando seppe che nell’orario della partita in [[TV]] davano l'[[A-Team]].
 
==Gli anni da sedicente calciatore<ref>o presunto tale</ref>==
L'incontro si concluse sul 2-2 per l'Inter. Ferri, ancorché in gran forma fin dalle prime battute di gioco, provocò un calcio di rigore con una trattenuta durante un'[[orgia|azione convulsa]]. Il nostro tentò di discolparsi accusando l'avversario di aver [[simulazione di fallo|simulato]], ma l'[[arbitro]] non ebbe esitazioni dopo aver visto che all'attaccante avversario mancano diversi brandelli di pelle.
 
Dalla stagione successiva Ferri diventa un punto fermo della difesa dell'Inter e dell'attacco delle formazioni che l'affrontano, affermandosi velocemente come uno dei mastini più spietati del campionato, capace di togliere il sonno sia agli avversari sia ai [[medico|medici]], sovente costretti a notti in bianco per ricucire gli arti delle sue vittime. Le [[omicidio|doti]] che mette settimanalmente in evidenza gli permettono di ritagliarsi un posto stabile nella [[nazionale under 21]], dove forma uno dei pacchetti difensivi più temuti in circolazione insieme a [[Billy Costacurta]] e [[Mark Iuliano]], relegando spesso in [[panchinaro|panchina]] [[Scarface]], ritenuto non abbastanza deciso nei contrasti.
==Gli anni da calciatore<ref>o presunto tale</ref>==
[[File:OwnEDgoalChriss Brass autogol esilarante.gif|left|thumb|180px|Ferri e Zenga durante il riscaldamento pre-partita]]
Parallelamente però i rapporti tra Ferri e Zenga, amici fin dalle giovanili, iniziano a deteriorarsi: il portierone nerazzurro infatti veniva spesso messo in difficoltà dalla [[cazzo di cane|scarsa precisione]] dei passaggi all'indietro del compagno, complice anche il fatto che Zenga ignorava che la regola sul retropassaggio sarebbe stata introdotta solo dieci anni dopo. Le incomprensioni tra i due davano luogo assai di frequente ad autoreti talmente ricorrenti che in breve tempo i due soppiantarono i [[Carabinieri]] come soggetto delle [[barzelletta|barzellette]].
 
Le solide prestazioni in nerazzurro permettono tuttavia a Ferri di conquistare una maglia da titolare in [[Nazionale di calcio dell'Italia|Nazionale maggiore]], in seguito alla [[rivoluzione]] seguita al disastroso mondiale del [[1986]] in [[Messico]], che aveva portato ad uno sconvolgimento in seno alla [[FIGC|federazione]] sia nei quadri tecnici sia in quelli dell'ufficio di [[Antonio Matarrese|Matarrese]]. Al posto di [[Enzo Bearzot]] viene scelto come [[Commissario Tecnico|CT]] [[Azeglio Vicini]], noto per la sua sagacia tattica, secondo i cui dettami una formazione vincente non poteva prescindere dalla presenza di un leader difensivo forte e deciso, non importava se coi piedi di [[marmo]] e incapace di distinguere un pallone da ununo [[paracarroscaldabagno]]. E se per il primo requisito nessuno sembrava più indicato di Franco Baresi, per gli altri due Ferri sbaraglia la concorrenza, mantenendo la maglia azzurra fino al mondiale di [[Italia '90]], prima di perderla poi in seguito al trasferimento in una ridimensionata [[Sampdoria]] e allaallo suascarso [[mania]]feeling di sfruttarecon i corponuovi scarpini, identici a corpoquelli indi areaMaradona, perche appiccicareperò leportava il 38 mentre Ferri era solito calzare un paio di [[caccolacatamarano|caccolecatamarani]] sugli avversari.
Dalla stagione successiva Ferri diventa un punto fermo della difesa dell'Inter e dell'attacco delle formazioni che l'affrontano, affermandosi velocemente come uno dei mastini più spietati del campionato, capace di togliere il sonno sia agli avversari sia ai [[medico|medici]], sovente costretti a notti in bianco per ricucire gli arti delle sue vittime. Le [[omicidio|doti]] che mette settimanalmente in evidenza gli permettono di ritagliarsi un posto stabile nella [[nazionale under 21]], dove forma uno dei pacchetti difensivi più temuti in circolazione insieme a [[Billy Costacurta]] e [[Mark Iuliano]], relegando spesso in [[panchinaro|panchina]] [[Scarface]], ritenuto non abbastanza deciso nei contrasti.
[[File:OwnEDgoal.gif|left|thumb|180px|Ferri e Zenga durante il riscaldamento pre-partita]]
Parallelamente però i rapporti tra Ferri e Zenga, amici fin dalle giovanili, iniziano a deteriorarsi: il portierone nerazzurro infatti veniva spesso messo in difficoltà dalla [[cazzo di cane|scarsa precisione]] dei passaggi all'indietro del compagno, complice anche il fatto che Zenga ignorava che la regola sul retropassaggio sarebbe stata introdotta solo dieci anni dopo. Le incomprensioni tra i due davano luogo assai di frequente ad autoreti talmente ricorrenti che in breve tempo i due soppiantarono i [[Carabinieri]] come soggetto delle [[barzelletta|barzellette]].
 
Le solide prestazioni in nerazzurro permettono tuttavia a Ferri di conquistare una maglia da titolare in [[Nazionale di calcio dell'Italia|Nazionale maggiore]], in seguito alla [[rivoluzione]] seguita al disastroso mondiale del [[1986]] in [[Messico]], che aveva portato ad uno sconvolgimento in seno alla [[FIGC|federazione]] sia nei quadri tecnici sia in quelli dell'ufficio di [[Antonio Matarrese|Matarrese]]. Al posto di [[Enzo Bearzot]] viene scelto come [[Commissario Tecnico|CT]] [[Azeglio Vicini]], noto per la sua sagacia tattica, secondo i cui dettami una formazione vincente non poteva prescindere dalla presenza di un leader difensivo forte e deciso, non importava se coi piedi di [[marmo]] e incapace di distinguere un pallone da un [[paracarro]]. E se per il primo requisito nessuno sembrava più indicato di Franco Baresi, per gli altri due Ferri sbaraglia la concorrenza, mantenendo la maglia azzurra fino al mondiale di [[Italia '90]], prima di perderla in seguito al trasferimento in una ridimensionata [[Sampdoria]] e alla sua [[mania]] di sfruttare i corpo a corpo in area per appiccicare le [[caccola|caccole]] sugli avversari.
 
Negli anni successivi il nostro ha modo di togliere diverse [[depressione|soddisfazioni]] a sé stesso e all'Inter e consistenti quantità di tessuto osseo agli avversari affrontati. La sua collezione privata, che include migliaia di [[tibia|tibie]], [[femore|femori]], [[denti|arcate dentali]] e [[sistema ruttatorio|sistemi ruttatori]] provenienti dai campi di tutta [[Europa]], è seconda per numero di reperti solo al [[museo]] paleontologico di [[Cosenza]].
[[File:Riccardo Ferri tackle.jpg|right|thumb|180px|Ricostruzione dell'attimo in cui Ferri mozza un piede a [[Giuseppe Giannini|Giannini]]: la palla, in quel momento in un'altra città, è stata aggiunta al computer.]]
In questo periodo affina inoltre la sua inimitabile tecnica nei tackle scivolati: detiene tuttora il record di entrata in ritardo, davanti a [[Paolo Montero]] e al treno [[Cisalpino]], stabilito nel [[1987]] contro la [[A.S. Roma|Roma]] quando, dopo essersi visto rubare pallaanticipare da [[Rudi Völler]], lo stese due giorni dopo quando se lo trovò davanti in fila alle [[poste]].
 
Tuttavia, l'arrivo degli [[anni '90]] è foriero di numerose rivoluzioni: si dissolve l'[[Unione Sovietica]], crolla la [[Prima Repubblica]] e [[Fiorello]] spazza via ogni residuo di musica sopravvissuta al [[anni '80|tremendo decennio precedente]]. Il [[Scorpions|vento del cambiamento]] non poteva ovviamente lasciare immune il [[mondo]] del calcio, sempre pronto a recepire le novità portate dall'avanzare dei tempi e della [[demenza]] di [[Joseph Blatter|Blatter]].
 
In seguito ai ripetuti successi mietuti dal favoloso Milan di [[Arrigo Sacchi]], si assiste infatti ad una diffusione sempre più capillare del gioco proposto dal [[cesso|vater]] di [[Fusignano]], fatto di [[pressing]] alto, circolazione di palla velocissima e assenza di qualunque ideabarlume tatticadi tecnica individuale. Numerosi allenatori provano quindi ad adattareimitare questele tattiche, cosìsue redditizie etattiche spettacolarima, chepoiché sia spargonodifferenza come un [[virus]] in tutta la serie A, ma diversamente daldel tecnico rossonero nessun altro poteva disporre di gente del livello di [[Ruud Gullit]], [[Marco Van Basten]], [[Roberto Donadoni]] e [[Ibrahim Ba]]., Nellanella maggior parte dei casi l'esito di questi sciagurati esperimenti consisteva dunque in un tale coacervo di continue corse a vuoto e mischie a centrocampo che sugli spalti erano ormai diventati consuetudine gli [[sciopero|scioperi]] dei [[occhio|bulbi oculari]] ed ogni tiro in porta era festeggiato come la venuta del [[Messia]].
 
Ferri si trovò da subito a disagio con i nuovi moduli, che prevedevano la difesa a zona, obbligando quindi i difensori a non seguire più lo stesso uomo per tutto l'incontro e talvolta anche sotto la [[doccia]], bensì a prendersi cura di [[chiunque]] si trovasse nella propria area di competenza. Riccardo, bontà sua, che in tutti quegli anni non aveva mai imparato a riconoscere nemmeno la faccia di Zenga, non riuscì mai ad adattarsi a situazioni di gioco che imponevano di ricordare anche quattro o cinque facce diverse a partita, nonostante intense sessioni specifiche d'allenamento sia sul campo sia a [[Indovina chi?]], e dopo alcune stagioni trascorse tra panchina e tribuna a rifornire di [[caffè]] lo staff tecnico e un candeggio sbagliato si ritirò.
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=== Italia-[[Egitto]], [[Olimpiadi]] di [[Los Angeles]] [[1984]]===
[[File:Persone con costume da egiziani.jpg|150px|left|thumb|Le divise ufficiali della formazione egiziana.]]
L'Italia giunge ai Giochi da favorita per la conquista della medaglia d'[[oro]], dopo aver ottenuto il biglietto per la [[California]] grazie ad un convincente cammino culminato col [[boicottaggio]] da parte della nazionale della [[Germania Est]]. I convocati, tuttavia, accolgono con malcelato fastidioimbarazzo la notizia dell'avvenuto ripescaggio, in parte perché avrebbero preferito guadagnarsi la qualificazione sul campo e in parte perché li obbliga ad annullare le vacanze già prenotate alle [[Bahamas]] o a [[Chioggiavacanze]] per andarsi a giocare in pieno luglio un torneo sentito e atteso quanto un'apparizione televisiva di [[Giorgio Mastrota]].<br />
Il disinteresse della formazione azzurra è tale che per il primo incontro dell'avventura olimpica, contro la compagine egiziana che dal canto suo è arrivata a Los Angeles semplicemente sbagliando [[aereo]], i giocatori scendono in campo in bermuda e infradito e al posto dell'[[inno di Mameli]] cantanointontano ''"Vamos a la playa"'' dei [[Righeira]]. L'atmosfera è resa ancora più surreale dalla presenza di un pubblico del tutto profano di calcio e a sua volta così poco coinvolto che gli organizzatori, per incrementare le presenze sugli spalti, avevano scritto sui [[manifesto|manifesti]] ''Torneo rionale di [[lippabackgammon]]''.<br />Di questa spedizione, che si concluderà con un'eliminazione in semifinale contro l'inarrestabile formazione della [[Danimacchia]], il solo a trarre beneficio è Ferri, che diventa in breve un beniamino delle folle californiane, che lo incitano a squarciagola in tutti gli incontri, salutandosalutano ogni palla calciata in tribuna con un'ovazione e il grido ''"[[baseball|HOME RUN!]]"''.
 
===Inter-Torino, serie A 1985-86===
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===Inter-Turun Palloseura, [[Coppa UEFA]] 1987-88===
[[File:Uomo marchiato a fuoco.jpg|right|thumb|180px|Ferri marca [[Gary Lineker]] durante un'amichevole contro l'[[Nazionale di calcio dell'Inghilterra|Inghilterra]].]]
Ferri, che gode della stima incondizionata di Ernesto Pellegrini, presidente interista di allora, scommette con il compagno [[Aldo Serena]] di riuscire a convincere il patron ad acquistare uno dei dilettanti della squadra [[Finlandia|finlandese]]. <br />Grazie al fattivo apporto dei compagni di squadra, che mal sopportavano l'arroganza, la puzza di piedi e la sorella [[cozza]] di Serena, gli ospiti espugnano [[San Siro]] per 1-0, grazie aad una straordinaria reteprodezza di un certo Mika Aaltonen, cheil quale dribbla difesa, panchina e [[pullman]] sociale dei nerazzurri prima di superare Zenga con un rasoterra che s'insacca a fil di traversa. L'indomani, un estasiato Pellegrini stacca un assegno in bianco al Turun e ingaggia l'autore della rete, costringendo così Serena ad onorare il [[debito]] e trascorrere le tre notti seguenti vestito da squaw [[pellerossa]] sul piazzale antistante lo [[stadio]].<br />
Il buon Aaltonen, dal canto suo, arriva l'estate successiva all'Inter, che, convinta di aver trovato un potenziale <sdel>campione</sdel> <sdel>giocatore</sdel> bipede, lo gira prontamente in [[prestito]] al [[F.C. Bologna 1909|Bologna]], che lo gira a sua volta alla [[Cavese]], che lo gira e lo rispedisce in Finlandia a bastonate sulla schiena.
 
===Inter-Napoli, serie A 1988-89===
 
Battendo per 2-1 [[Careca]] e compagni, l'Inter si laurea [[scudetto|campione d'Italia]]. Al fischio finale, esplodecomplice lo [[champagne]] stappato con abbondanza in spogliatoio e la gioiaconsapevolezza deiche nerazzurri,non alavrebbe primopiù trionfoavuto dopoun'opportunità annidel digenere finché fosse rimasto in nerazzurro, tra i più esagitati [[vacca|vacchec'è]] magre:proprio compliceFerri loche, approfittando dell'invasione di campo, si reca nel [[champagneparcheggio]] stappatodello constadio abbondanzae inprende spogliatoiopossesso edi unaun'[[Alfetta]] prolungatadella [[astinenzapolizia]], sgommando tra i più esagitati [[c'ètifoso|tifosi]] proprioin Ferridelirio e lasciando dietro di sé l'acre odore della frizione, bruciata dalle tante scale salite e dal freno a mano mai disinserito.<br />
Il nostro, conscio che non avrebbe più avuto un'opportunità del genere finché fosse rimasto in nerazzurro, approfitta dell'invasione di campo per stupire i propri sostenitori. Si reca dunque nel [[parcheggio]] dello stadio e prende possesso di un'[[Alfetta]] della [[polizia]], sgommando tra i tifosi in delirio e lasciando dietro di sé l'acre odore della frizione, bruciata dalle tante scale salite e dal freno a mano mai disinserito. Piomba quindi in tribuna stampa, dove semina il [[panico]] scorrazzando tra i [[giornalista|giornalisti]] e mostrando loro le [[culo|chiappe]], tra le quali fa capolino una copia della [[Gazzetta dello Sport]]. Non pago, scende negli spogliatoi del Milan, sfasciandoli a colpi di [[cric]] e tackle scivolati, prima di riunirsi ai compagni, divellere la panchina e lanciarla alla folla festante, senzainsieme accorgersi che ilal [[Giovanni Trapattoni|Trap]] che vi è ancora seduto sopra. <br />
Un mese più tardi, quando i [[tifoso|tifosi]]sostenitori del Milan si radunano a San Siro per festeggiare la conquista della [[Coppa dei Campioni]], trovano Ferri ancora ad esultare sul terreno di gioco, mentre corre a perdifiato in [[mutande]] brandendo un [[lavandino]].
 
===Italia-[[Nazionale di calcio dell'Argentina|Argentina]], [[mondiali di calcio]] Italia '90===
[[ImmagineFile:Cactus2.jpg|left|thumb|150px|Riccardo Ferri visto da mio nipote]]
Nella semifinale del mondiale casalingo l'Italia, pur passata in vantaggio con un gol di [[Totò Schillaci]], viene messa a lungo alle corde da un [[Maradona]] ispiratissimo, i cui geniali assist sono però sistematicamente sprecati da un [[Claudio Caniggia|Caniggia]] ben controllato da Bergomi e da un Ferri inche evidentenon giornatariesce [[no]]a bucare Zenga nonostante ripetuti tentativi. AllTuttavia, all'ennesimo cross che mette lo mettestopper azzurro in condizioni di battere indisturbato verso Zengadi lui, il portiere azzurro esce per sferrargli un [[pugno]] ma buca completamente sia l'intervento che il pallone, regalando ai sudamericani il pareggio. L'epilogo dell'incontro è amarissimo per l'Italia, eliminata ai rigori davanti al proprio pubblico: l'[[Uomo Ragno]] suo malgrado non riesce a parare nessuno dei tiri dal dischetto degli argentini, che calciano in tutte e quattro le occasioni alla sua destra mentre lui si tuffa sempre all'indietro.
 
===Inter-[[Aston Villa]], Coppa UEFA 1990-91===
 
L'Inter arriva alla sfida di ritorno degli ottavi di finale con il morale sotto i tacchi: sconfitta 2-0 all'andata in [[Inghilterra]], attardata in campionato di 10 punti dal [[Cesena]] dopo 3 giornate ed estromessa al primo turno in coppa Italia dal [[Pescara]], la formazione arriva ad un crocevia fondamentale della stagione con le spalle al muro e un Trapattoni che non sembra affatto curarsi della criticità del momento, per la fiducia che ripone nei propri uomini e perché per la stagione successiva hasi è già firmatoaccordato percon la Juventus.<br />
A complicare ulteriormente la situazione arriva al 3' l'infortunio a [[Jürgen Klinsmann|Klinsmann]], che si procura uno stiramento al [[naso]] dopo essere stato atterrato platealmente in area. I nerazzurri protestano vibrantementevibratamente con l'[[arbitro]], che però respinge perentoriamente le loro rimostranze, il tutto mentre l'autore del fallo infierisce sull'attaccante [[Germania|tedesco]], sghignazzandogli in faccia e disegnandogli un [[pene]] sulla guancia con un pennarello.<br />
Ferri, però, che non era andato a lamentarsi poiché, non sapendo le lingue straniere, non era in grado di comunicare con il direttore di gara [[Bergamo|bergamasco]], assiste alla scena e decide di porre rimedio alla sua maniera. Sisi porta quindi sull'avversario con una scivolata che svelle l'intera porzione di terreno tra i due, riducendolo in poltiglia col solo spostamento d'[[aria]], dopodiché lo impala con la bandierina del calcio d’angolod'angolo e ricompone in seguito il terreno seppellendovi il disgraziato. Gli spettatori, esaltati dallo spettacolo, creano una bolgia, spingendo l'Inter a ribaltare il risultato e superare il turno.<br />
Dati i fruttuosi esiti, i compagni convincono Ferri a ripetere prima di ogni partita il tackle [[scaramanzia|scaramantico]], con risultati contrastanti: l'Inter imprime sì una svolta alla stagione, andando a vincere la coppa UEFA, ma alla lunga l'usanza porta conseguenze nefaste per il manto erboso del [[Giuseppe Meazza|Meazza]], che per l'intera stagione seguente viene sostituito da una superficie in [[asfalto]].
 
===Juventus-Inter, Coppa Italia 1991-92===
 
Una gara che giunge nel mezzo di una stagione travagliata per l'Inter, che stentava ad adattarsi al cambio di allenatore:. Durante l'estate infatti la guida tecnica era passata nelle mani di [[Corrado Orrico]]., All'annuncioal del suocui ingaggio logli scetticismoaddetti siai diffuselavori rapidamentereagirono con uno strisciante scetticismo, perdovuto a molteplici ragioni:
[[File:Box per bambini.jpg|right|thumb|180px|La famigerata gabbia di Orrico.]]
* era un volto così sconosciuto al grande pubblico che, quando giunse per la prima volta ad Appiano Gentile, [[Lothar Matthäus]] gli firmò un [[autografo]] econ glidedica dissechiedendogli:
{{quote|Con simpatia a...come ti chiami scusa? Mister? Certo che ne avete di [[nomi che nessuno vorrebbe mai avere|nomi del cazzo]] qui in Italia. Ah, hai mica letto sulla [[Gazzetta dello sport|gazzetta]] se c'è scritto chi è l'allenatore nuovo?}}
 
* era un volto così sconosciuto al grande pubblico che, quando giunse per la prima volta ad Appiano Gentile, [[Lothar Matthäus]] gli firmò un autografo e gli disse:
 
{{quote|Adesso vai che abbiamo allenamento. Ah, hai mica letto sulla Gazzetta oggi se c'è scritto chi è l'allenatore nuovo?}}
[[File:Box per bambini.jpg|right|thumb|180px|La famigerata gabbia di Orrico]]
*gli incarichi più prestigiosi che figuravano sul suo [[curriculum vitae]] erano quelli di allenatore della [[Lucchese]], di [[giardiniere]] della [[Salernitana]] e di accanito consumatore della [[Fiorentina]];
*era un integralista del gioco a zona, il che lo rendeva inviso a una rosa di giocatori che di zona non conoscevadigeriva neancheneppure quella a [[Codice della strada|traffico limitato]];
*per abituare i centrocampisti al [[pressing]] a tutto campo li faceva allenare in una [[gabbia]], salvo poi perderne sempre le chiavi, che metteva in tasca ignaro del suo vezzo di dirigere gli allenamenti in [[mutande]];
*era scontroso, inflessibile, [[comunista]], [[italiano]] e purefiglio un po' [[gay|finocchio]]unico, enonché molto presuntuoso: si autodefiniva infatti ''"la risposta interista ad [[Arrigo Sacchi]]"'', che però ai nerazzurri non aveva mai chiesto alcunchésolo se avevano da accendere.
 
Le fosche premesse non tardano purtroppo a concretizzarsi: l'Inter arranca fin da subito in campionato ed esce al primo turno in coppa contro il [[Derby CountyBenfica]], pur passando immediatamente in vantaggio sia in casa che in trasferta, con un doppio 4-0. L'unico obiettivo rimane ben presto la coppa Italia, dove però i nerazzurri sono subito opposti ai bianconeri.<br />
Dopo il pareggio dell'andata, la gara di ritorno a [[Torino]] vede Ferri espulso per un fallo su [[Roberto Baggio]] durante il sorteggio del campo e si conclude con l'eliminazione dell'Inter e l'esonero di mister Orrico, che proseguirà la propria carriera allenando la [[nazionale di calcio didelle SanSamoa Marino|nazionale sanmarineseAmericane]] e ilsu [[Vergate sul MembroHattrick]], prima di dedicarsi alla stesura del "''[[Manuale]] del grande allenatore''", fedele al detto ''"chi sa fa, chi non sa insegna"''.
 
===[[Cremonese]]-Sampdoria, serie A 1994-95===
 
Zenga esordisce in maglia blucerchiata, in seguito all'operazione che lo ha portato a [[Genova]] in cambio di [[Gianluca Pagliuca]]. Poche ore prima dell'inizio della partita, anche Ferri è ceduto ai doriani income cambiocontropartita di [[Vratislav Gresko]] più la metà del cartellino di [[Vujadin Boskov]], il 14,7[[%]] di [[Attilio Lombardo]], una [[lavatrice a propulsione atomica]], [[aglio]], [[olio]] e [[peperoncino]]. Quando i due si trovano in spogliatoio, Zenga tenta di [[suicidio|suicidarsi]] scivolando su una saponetta. Ferri subito rincuora subito il compagno di mille battaglie con queste parole:
{{quote|Dai, non fare così. Guarda come lo faccio io: da ragazzo mi riusciva sempre!}}
 
dopodiché si esibisce a sua volta nel numero, stavolta con successo, riportando la frattura scomposta dell'[[omero]] e dello [[stomaco]].
 
===Sampdoria-[[S.S. Lazio|Lazio]], serie A 1995-96===
 
È il giorno dell'addio al [[calcio]], con grandecol sollievo di quest'ultimo. Dopo il giro d'onore, in cui raccoglie gli applausi della tribuna, gli [[sputo|sputi]] della curva e i [[cavolfiore|cavolfiori]] sul disastrato [[prato]] di Marassi, gli viene consegnato un premio speciale da parte dell'Associazione Ortopedica Italiana per aver contribuito nel corso della sua carriera all'incredibilead aumentoaumentare di fatturatodieci avutovolte il fatturato daidei suoi associati. Riccardo si congeda alzando il riconoscimento, una targa placcata in [[stronzio]] con una rotula incastonata, e lanciandolo in segno di gratitudine verso Zenga. Imparabilmente, ''ça va sans dire''.
 
==Dopo il ritiro==
[[File:Ferri consegna a Chiellini l'Oscar del calcio.jpg|right|thumb|180px150px|Ferri conferisce l'Oscar del calcio [[2010]] a [[Giorgio Chiellini]]. Come se [[Josif Stalin|Stalin]] consegnasse il [[premio Nobel|Nobel]] per la pace a [[Augusto Pinochet|Pinochet]].]]
La decisione di appendere le [[scarpa|scarpe]] al chiodo lascia immediatamente un [[vuoto]] nel mondo del calcio e numerosi [[livido|lividi]] sulle mani di Ferri, che non amava particolarmente il [[fai da te]], un po' perché ne aveva la stessa familiarità di [[niubbo|nonElton viJohn]] eracon particolarmentela portato[[figa]] e un po' perché aveva sempre voluto evitare con ogni cura di guadagnarsi da vivere con un [[sega|lavoro manuale]], com'era invece toccato ai nonni minatori e a Zenga.
 
Il nostroRiccardo decide dunque di prendersi un meritato [[anno]] sabbatico dopo tanti anni di sacrifici, botte e lontananza da un lavoro vero, ma è costretto rapidamente a rivedere i propri propositi: quando, pochi giorni più tardi, apprendesi chevede tuttoprivare ildi gran parte del [[denaro]] guadagnato in carriera siin èseguito volatilizzato,alla aperdita della causa di alcuni[[divorzio]] investimenticon il suo [[cane]]. Non rimane tuttavia a lungo con le mani in azzardatimano, della suacon prodigalitài epiedi in piedi: passa qualche tempo invece con le ginocchia in [[ginocchio]], dato che con la mancanza di unallenamento fiutoi perproblemi glidi affariequilibrio similetornarono a quellofarsi disentire. unaRimboccandosi le maniche della [[gallinacanottiera]], intraprende infatti con l'successo un nuovo percorso professionale come [[Alzheimerrappresentante]] terminaledi [[energia elettrica]]: numerose casalinghe e aziende decidono di affidargli le proprie forniture, convinte dai due secchi di corrente che si porta sempre appresso.
 
L'esperienza di vendita e una sensibilità comunicativa non più ridotta a grugniti e gomitate gli permettono di diventare un volto televisivo spendibile anche al di fuori del Pippero di [[Mai dire gol]]. Diventa infatti testimonial di una ditta di pulizie in [[franchising]], che opera inviando al cliente, previoin pagamentocambio di una [[estorsione|piccolamodica quota d'ingressoassociativa]], recapita[[detersivo]] comodamentee aspazzolone casacorredati ilda proprioun innovativobreve kitmanuale di sanificazione,intitolato l"'unico'E cheadesso non ha bisogno di detersivi ma che funziona semplicemente con [[acqua]], [[terra]] e cinque barre di [[plutonio]]arrangiatevi''".
Ferri, costretto dalle necessità, non rimane dunque a lungo con le mani in mano, né con i piedi in piedi: passa qualche tempo invece con le ginocchia in [[ginocchio]], dato che con la mancanza di allenamento i problemi di equilibrio tornarono a farsi sentire. Rimboccandosi le maniche della [[canottiera]], intraprende con successo un nuovo percorso professionale come [[rappresentante]] di [[energia elettrica]]: numerose casalinghe e aziende decidono di affidargli le proprie forniture di luce, convinte dai due secchi di corrente che si porta sempre appresso.
 
PiùLe ripetute presenze in video portano più recentemente, Ferri èa guadagnarsi apparsofrequenti frequentementeapparizioni come ospite a [[Controcampo]] e [[Diretta stadio]], caratterizzandosi come uno degli analisti più apprezzati sia per le sue acute disamine tattiche sia perperché ilnon creditomanca maturato,mai findi daportare quandoal giocava,resto pressodello glistudio addettinumeri aidi lavoritelefono sudi tutti[[massaggiatrice|massaggiatrici]] gli aspetti del gioco che non riguardassero il calcio[[Ucraina|ucraine]].
L'esperienza di vendita e una sensibilità comunicativa non più ridotta a grugniti e gomitate gli permettono di diventare un volto televisivo spendibile anche al di fuori del Pippero di [[Mai dire gol]]. Diventa infatti testimonial di una ditta di pulizie in [[franchising]] che, previo pagamento una [[estorsione|piccola quota d'ingresso]], recapita comodamente a casa il proprio innovativo kit di sanificazione, l'unico che non ha bisogno di detersivi ma che funziona semplicemente con [[acqua]], [[terra]] e cinque barre di [[plutonio]].
 
Più recentemente, Ferri è apparso frequentemente come ospite [[Controcampo]] e [[Diretta stadio]], caratterizzandosi come uno degli analisti più apprezzati sia per le sue acute disamine tattiche sia per il credito maturato, fin da quando giocava, presso gli addetti ai lavori su tutti gli aspetti del gioco che non riguardassero il calcio.
 
==Collegamenti buttati là [[random|a caso]]==
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*[[Macellaio]]
*[[Tiziano Ferro]]
 
==Note==
{{legginote}}
<references/>
 
{{calciattori}}
{{Portali|Calcio}}
{{Latrina|giorno=01|mese=04|anno=2012|votifavorevoli=8|votitotali=8|argomento=sport}}
 
[[Categoria:Italiani]]
[[Categoria:Ex-calciatori (per fortuna)]][[Categoria:Ex-giocatori dell'Inter]][[Categoria:Serial killer]]
[[Categoria:Opinionisti]]
[[Categoria:Ex-calciatori (per fortuna)]]
[[Categoria:Ex-giocatori dell'Inter]]
[[Categoria:Assassini seriali]]
[[Categoria:Trinciagambe]]