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{{Cit2|Dolcezza, ti andrebbe di venire a casa mia a vedere la mia collezione di malleoli?|Riccardo Ferri prova a rimorchiare}}
{{cit2|Non è possibile caricare il file per mancanza di spazio sui nostri server.|[[Youtube]]
{{cit2|Ci avete detto che gente come noi distrugge il calcio, e non abbiamo fatto una piega. Ci avete dato delle carogne in calzoncini, e siamo stati zitti. Ci avete detto che siamo violenti, [[stronzo|stronzi]], decerebrati e che ce l'abbiamo piccolo e secco, e l'abbiamo sopportato. Ma adesso basta: il prossimo che si permette il nome di quello là anche solo nella stessa frase del nostro si becca una [[querela]] e una scarpata sui menischi.|[[Claudio Gentile]], [[Franco Baresi]], [[Pietro Vierchowod]] e [[Pasquale Bruno]] su Riccardo Ferri}}▼
▲{{cit2|Ci avete detto che gente come noi distrugge il calcio, e non abbiamo fatto una piega. Ci avete dato delle carogne in calzoncini, e siamo stati zitti. Ci avete detto che siamo violenti, [[stronzo|stronzi]], decerebrati e che ce l'abbiamo piccolo e secco, e l'abbiamo sopportato. Ma adesso basta: il prossimo che si permette di mettere il nome di quello là anche solo nella stessa frase del nostro si becca una [[querela]] e una scarpata sui menischi.|[[Claudio Gentile]], [[Franco Baresi]], [[Pietro Vierchowod]] e [[Pasquale Bruno]] su Riccardo Ferri}}
'''Riccardo Ferri''' ([[Crema]], 2 palline con panna montata, grazie) è un ex [[calciatore]] di caviglie [[Italia|italiano]], attualmente riciclatosi come [[opinionista]] in [[Controcampo|trasmissioni calcistiche di quart'ordine]] e [[televendita|televenditore]]
Valente [[difensore]], abilissimo nella marcatura sia a [[uomo]] che a [[fuoco]] nonché [[Tonno Insuperabile|insuperabile]] nei contrasti aerei, a terra e subacquei, è stato tra i giocatori più temuti della sua epoca dagli attaccanti avversari e da [[Walter Zenga]].
==Gioventù==
[[File:Due ferri da stiro.jpg|left|thumb|180px|I fratelli Ferri da ragazzi, temprati dalle difficoltà di una vita senza soldi, cibo e talento calcistico.]]
Riccardo, chiamato ''
Avendo ricevuto in dono cotanto [[DNA]], Riccardo non poté che cimentarsi a sua volta in attività ludiche, forte di un [[Stephen Hawking|fisico atletico e poderoso]], ma a dispetto di numerosi tentativi nelle più svariate specialità si ritrovò ben presto a dover fare i conti con l'amara realtà: era più incapace lui ad imparare una qualsivoglia abilità tecnica che [[Vasco Rossi]] a concepire un testo di senso compiuto.
Inizialmente tentò con la [[pallacanestro]], ma venne scartato a causa delle sue modeste capacità: per quanto si sforzasse, infatti, non riusciva mai a palleggiare senza farsi rimbalzare la palla in faccia. Ancora peggiori furono poi i suoi risultati nei [[tuffi]], dove il suo promettente avvenire venne pregiudicato dalla
Preso infine atto della sua inettitudine, il giovane Riccardo appese al chiodo le proprie [[Carolina Kostner|disilluse velleità sportive]]: per un breve periodo fu sul punto di ripensarci, prima che il padre lo facesse tornare sui suoi passi e appendesse al chiodo lui. Trovò quindi impiego presso una stireria, dove in breve tempo fu in grado di ottenere pieghe impeccabili sui pantaloni col solo utilizzo dei [[piede|piedi]].
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Mentre al nostro il successo sportivo sembrava più irraggiungibile di un concetto per [[Maurizio Gasparri]], la carriera del fratello procedeva speditamente: il {{citnec|talentuoso}} Giacomo infatti era titolare nell'[[Albinoleffe]] che stava dominando il campionato di [[Football Manager]] e iniziava ad essere contattato da squadre di serie A. Tra le prime ad interessarsi a lui ci fu il [[Milan]], che lo convocò per un [[provino]], al quale lo accompagnò proprio Riccardo. Il padre, infatti, era andato a portare all'[[ospedale]] la sorella, che si era accidentalmente recisa il [[labbro inferiore destro]] mentre si radeva con il [[Magic Harry]].
[[File:Sasso parallelepipedo.jpg|right|thumb|175px|Radiografia del piede destro di Riccardo Ferri.]]
I fratelli Ferri si presentarono dunque a Milanello, dove presenziava nientemeno che [[Nereo Rocco]], che a 78 anni era ancora nello staff tecnico dei rossoneri e non voleva saperne di andare in [[pensione]], anche perché non gli avevano mai pagato i contributi. Il Paron salì gli scalini verso la tribuna tra due ali di tifosi che lo sgambettavano ripetutamente, firmando autografi in cambio di un bicchiere di [[vino|merlot]] e incoraggiando le giovani promesse con
Riccardo fu il primo ad essere sorpreso dalla chiamata, dato che l'unico oggetto che aveva preso a calci prima di allora era lo spigolo del suo [[comodino]], e per accelerare i tempi disputò il provino con la stessa ''mise'' con cui era arrivato: calosce bucate e incrostate di guano, salopette da [[lavoro]], cappellino di [[Pluto]] con le orecchie e una maglia taroccata di [[Gianni Rivera]], del tutto analoga all'originale tranne per le righe viola e verdi e il numero 48 sulla schiena.
Prevedibilmente, lo sprovveduto fratellino andò in evidente difficoltà fin dal primo minuto, dato che in mezzo ad alcuni tra i giovani più promettenti della penisola si sentiva fuori luogo come un [[tampax]] infilato nelle [[orecchio|orecchie]]. Inoltre faticava tremendamente a stare in piedi, con quella tenuta di gioco e soprattutto con quei piedi. Durante la prima pausa di gioco si avviò gattoni a bordo campo per chiedere consiglio a Rocco
{{quote|Ciapa tuto quelo
[[File:Paul Gascoigne3.jpg|left|thumb|160px|Ferri imparò velocemente le piccole malizie da usare in area di rigore.]]
E fu così che avvenne il [[miracolo]]. Caricato da queste parole, Riccardo prese a spazzare il campo in lungo e in largo, alla spasmodica ricerca di oggetti semoventi da colpire, con un'abnegazione e un'intensità che non scemarono nemmeno quando si accorse che c'era un solo [[pallone]] in gioco. A fare le spese di tanta esuberanza furono in particolare le [[osso|ossa]] degli altri giocatori e una signora che abitava nei dintorni del campo, che ebbe una vetrata distrutta da due [[peroni]] fatti volare via da Riccardo con un tackle su un avversario che si accingeva a battere un [[calcio di rigore]]. Impressionante fu anche la sua padronanza della marcatura a uomo: infatti non si staccò mai dal [[centravanti]] avversario, anche perché se lo avesse fatto sarebbe crollato al suolo.
Nereo Rocco, nelle rare pause tra un
Al primo appuntamento con i nerazzurri, tuttavia,
==Esordio da professionista==
In breve tempo, Riccardo fu in grado non solo di ritagliarsi un posto da titolare nelle giovanili dell'Inter, ma [[addirittura]] di reggersi in piedi, grazie all'aiuto di una ferrea forza di volontà, di una [[Peter Griffin|preparazione fisica]] e tecnica all'avanguardia e di un [[allenatore]] psicolabile. Gli anni trascorsi nel [[campionato Primavera]] si rivelarono essenziali
[[File:Bersellini.jpg|left|thumb|150px|Bersellini esigeva una tenuta difensiva perfetta e non tollerava che gli avversari entrassero in area sulle loro gambe.]]
Gli addetti ai lavori erano concordi nel ritenere che un vivaio così florido non potesse che condurre l'Inter verso un lungo ciclo di vittorie, e la [[storia]] dimostrò che sarebbe andata esattamente così, se solo al [[Milan]] non fosse arrivato [[Berlusconi]] a collezionare campioni a suon di [[miliardo|miliardi]], la [[Juventus]] fosse stata distrutta da [[Calciopoli]] vent'anni prima, [[Maradona]] avesse preferito al [[S.S.C. Napoli|Napoli]] l'offerta dello [[Skonto Riga]], la [[Sampdoria]] fosse fallita e l'[[Avellino]] avesse accettato di vendere ai nerazzurri [[Geronimo Barbadillo]] in cambio di [[Karl-Heinz Rummenigge|Rummenigge]].
Tra quelli che furono maggiormente colpiti dall'{{citnec|abilità}} del giovane Ferri ci fu [[Eugenio Bersellini]], l'allenatore dell'Inter di allora, una squadra che veniva da anni di scarsa competitività, in parte a causa del dominio della Juventus che poteva schierare l'ossatura della [[Nazionale di calcio dell'Italia|Nazionale]] e in parte perché all'epoca vigeva il blocco delle frontiere, che obbligava l'Inter a tesserare unicamente giocatori italiani che altrimenti avrebbero visto la serie A solo su [[90° minuto]]. Bersellini era uno dei tecnici più in voga del momento, sia per la disciplina sia per le sue tattiche rivoluzionarie: era infatti soprannominato il ''[[Sergente Maggiore Hartman|Sergente di ferro]]'', per via del suo piglio autoritario e dei capi d'abbigliamento che indossava abitualmente, talmente [[borchie|borchiati]] che al confronto [[Rob Halford]] sembrava un [[buddhismo|monaco buddhista]].
L'esordio in serie A avvenne il [[31 aprile]] [[1982]], ma già da diverso tempo il giovane Ferri era stato aggregato alla rosa della prima squadra da Bersellini, che vedeva in lui il prototipo del difensore ideale: un marcatore [[peto|asfissiante]]
▲Inoltre, aveva sperimentato una nuovo schieramento che, contro ogni pronostico, aveva portato l'Inter a trionfare nel campionato 1979-80. Tale strategia permetteva di unire la versatilità una linea arretrata di 4 uomini, ideale per attuare il [[fuorigioco]] e per giocare a [[tresette]], con la solidità data dal classico assetto con due marcatori fissi sulle punte avversarie e dall'ultimo difensore, cui Bersellini vietava inderogabilmente di allontanarsi dall'area di rigore e che nei suoi schemi definiva ''libero'', da gran buontempone qual era. In pratica quell'Inter {{citnec|giocava}} con 7 difensori che avevano licenza di superare la metà campo solo per raggiungere gli spogliatoi, un mediano spezzatibie come [[Gabriele Oriali]] più [[Evaristo Beccalossi]] e [[Alessandro Altobelli|Spillo Altobelli]], che avevano il compito d'imbastire un'azione d'attacco le due o tre volte a partita che capitavano nei dintorni della palla.
Tuttavia, in occasione di un Inter-[[U.S. Catanzaro|Catanzaro]] di [[Coppa Italia]], Bersellini decise di farlo debuttare tra i professionisti, sia per dimostrargli la sua fiducia
▲L'esordio in serie A avvenne il [[31 aprile]] [[1982]], ma già da diverso tempo il giovane Ferri era stato aggregato alla rosa della prima squadra da Bersellini, che vedeva in lui il prototipo del difensore ideale: un marcatore [[peto|asfissiante]], un uomo squadra sempre pronto a tenere in piedi il gruppo grazie al suo carisma<ref>e all'assenza di panche in spogliatoio</ref> e un [[pollo]] ideale da spennare a [[poker]]. Era anche andato vicino al debutto il [[1 aprile]], quando gli fu annunciata la convocazione per il derby: Ferri trascorse tutta la gara in panchina senza tuttavia far mancare il proprio incitamento ai compagni che, impegnati in trasferta ad [[Ascoli Piceno]], ancora se la ridevano per il [[pesce d'aprile|pesce]].
L'incontro si concluse sul 2-2 per l'Inter. Ferri, ancorché in gran forma fin dalle prime battute di gioco, provocò un calcio di rigore con una trattenuta durante un'[[orgia|azione convulsa]].
▲Tuttavia, in occasione di un Inter-[[U.S. Catanzaro|Catanzaro]] di [[Coppa Italia]], Bersellini decise di farlo debuttare tra i professionisti, per dimostrargli la sua fiducia, valutarne l'adattamento alla sua tattica e perché Bergomi era squalificato, [[Beppe Baresi]] era infortunato, Bini era al [[mercato]] a prendere le arance, Oriali era rimasto chiuso nello sgabuzzino e [[Tarcisio Burgnich|Burgnich]], ormai ritiratosi ma che inizialmente aveva dato la sua disponibilità, si tirò indietro quando seppe che nell’orario della partita in [[TV]] davano l'[[A-Team]].
▲L'incontro si concluse sul 2-2 per l'Inter. Ferri, ancorché in gran forma fin dalle prime battute di gioco, provocò un calcio di rigore con una trattenuta durante un'[[orgia|azione convulsa]]. Il nostro tentò di discolparsi accusando l'avversario di aver [[simulazione di fallo|simulato]], ma l'[[arbitro]] non ebbe esitazioni dopo aver visto che all'attaccante avversario mancano diversi brandelli di pelle.
Dalla stagione successiva Ferri diventa un punto fermo della difesa dell'Inter e dell'attacco delle formazioni che l'affrontano, affermandosi velocemente come uno dei mastini più spietati del campionato, capace di togliere il sonno sia agli avversari sia ai [[medico|medici]], sovente costretti a notti in bianco per ricucire gli arti delle sue vittime
▲==Gli anni da calciatore<ref>o presunto tale</ref>==
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Parallelamente però i rapporti tra Ferri e Zenga, amici fin dalle giovanili, iniziano a deteriorarsi: il portierone nerazzurro infatti veniva spesso messo in difficoltà dalla [[cazzo di cane|scarsa precisione]] dei passaggi all'indietro del compagno, complice anche il fatto che Zenga ignorava che la regola sul retropassaggio sarebbe stata introdotta solo dieci anni dopo. Le incomprensioni tra i due davano luogo
Le solide prestazioni in nerazzurro permettono tuttavia a Ferri di conquistare una maglia da titolare in [[Nazionale di calcio dell'Italia|Nazionale maggiore]], in seguito alla [[rivoluzione]] seguita al disastroso mondiale del [[1986]] in [[Messico]], che aveva portato ad uno sconvolgimento in seno alla [[FIGC|federazione]] sia nei quadri tecnici sia in quelli dell'ufficio di [[Antonio Matarrese|Matarrese]]. Al posto di [[Enzo Bearzot]] viene scelto come [[Commissario Tecnico|CT]] [[Azeglio Vicini]]
▲Dalla stagione successiva Ferri diventa un punto fermo della difesa dell'Inter e dell'attacco delle formazioni che l'affrontano, affermandosi velocemente come uno dei mastini più spietati del campionato, capace di togliere il sonno sia agli avversari sia ai [[medico|medici]], sovente costretti a notti in bianco per ricucire gli arti delle sue vittime. Le [[omicidio|doti]] che mette settimanalmente in evidenza gli permettono di ritagliarsi un posto stabile nella [[nazionale under 21]], dove forma uno dei pacchetti difensivi più temuti in circolazione insieme a [[Billy Costacurta]] e [[Mark Iuliano]], relegando spesso in [[panchinaro|panchina]] [[Scarface]], ritenuto non abbastanza deciso nei contrasti.
▲[[File:OwnEDgoal.gif|left|thumb|180px|Ferri e Zenga durante il riscaldamento pre-partita]]
▲Parallelamente però i rapporti tra Ferri e Zenga, amici fin dalle giovanili, iniziano a deteriorarsi: il portierone nerazzurro infatti veniva spesso messo in difficoltà dalla [[cazzo di cane|scarsa precisione]] dei passaggi all'indietro del compagno, complice anche il fatto che Zenga ignorava che la regola sul retropassaggio sarebbe stata introdotta solo dieci anni dopo. Le incomprensioni tra i due davano luogo assai di frequente ad autoreti talmente ricorrenti che in breve tempo i due soppiantarono i [[Carabinieri]] come soggetto delle [[barzelletta|barzellette]].
▲Le solide prestazioni in nerazzurro permettono tuttavia a Ferri di conquistare una maglia da titolare in [[Nazionale di calcio dell'Italia|Nazionale maggiore]], in seguito alla [[rivoluzione]] seguita al disastroso mondiale del [[1986]] in [[Messico]], che aveva portato ad uno sconvolgimento in seno alla [[FIGC|federazione]] sia nei quadri tecnici sia in quelli dell'ufficio di [[Antonio Matarrese|Matarrese]]. Al posto di [[Enzo Bearzot]] viene scelto come [[Commissario Tecnico|CT]] [[Azeglio Vicini]], noto per la sua sagacia tattica, secondo i cui dettami una formazione vincente non poteva prescindere dalla presenza di un leader difensivo forte e deciso, non importava se coi piedi di [[marmo]] e incapace di distinguere un pallone da un [[paracarro]]. E se per il primo requisito nessuno sembrava più indicato di Franco Baresi, per gli altri due Ferri sbaraglia la concorrenza, mantenendo la maglia azzurra fino al mondiale di [[Italia '90]], prima di perderla in seguito al trasferimento in una ridimensionata [[Sampdoria]] e alla sua [[mania]] di sfruttare i corpo a corpo in area per appiccicare le [[caccola|caccole]] sugli avversari.
Negli anni successivi il nostro ha modo di togliere diverse [[depressione|soddisfazioni]] a sé stesso e all'Inter e consistenti quantità di tessuto osseo agli avversari affrontati. La sua collezione privata, che include migliaia di [[tibia|tibie]], [[femore|femori]], [[denti|arcate dentali]] e [[sistema ruttatorio|sistemi ruttatori]] provenienti dai campi di tutta [[Europa]], è seconda per numero di reperti solo al [[museo]] paleontologico di [[Cosenza]].
[[File:Riccardo Ferri tackle.jpg|right|thumb|180px|Ricostruzione dell'attimo in cui Ferri mozza un piede a [[Giuseppe Giannini|Giannini]]: la palla, in quel momento in un'altra città, è stata aggiunta al computer.]]
In questo periodo affina inoltre la sua inimitabile tecnica nei tackle scivolati: detiene tuttora il record di entrata in ritardo, davanti a [[Paolo Montero]] e al treno [[Cisalpino]], stabilito nel [[1987]] contro la [[A.S. Roma|Roma]] quando, dopo essersi visto
Tuttavia, l'arrivo degli [[anni '90]] è foriero di numerose rivoluzioni: si dissolve l'[[Unione Sovietica]], crolla la [[Prima Repubblica]] e [[Fiorello]] spazza via ogni residuo di musica sopravvissuta al [[anni '80|tremendo decennio precedente]]. Il [[Scorpions|vento del cambiamento]] non poteva ovviamente lasciare immune il [[mondo]] del calcio, sempre pronto a recepire le novità portate dall'avanzare dei tempi e della [[demenza]] di [[Joseph Blatter|Blatter]].
In seguito ai ripetuti successi mietuti dal favoloso Milan di [[Arrigo Sacchi]], si assiste infatti ad una diffusione sempre più capillare del gioco proposto dal [[cesso|vater]] di
Ferri si trovò da subito a disagio con i nuovi moduli, che prevedevano la difesa a zona, obbligando quindi i difensori a non seguire più lo stesso uomo per tutto l'incontro e talvolta anche sotto la [[doccia]], bensì a prendersi cura di [[chiunque]] si trovasse nella propria area di competenza. Riccardo, bontà sua, che in tutti quegli anni non aveva mai imparato a riconoscere nemmeno la faccia di Zenga, non riuscì mai ad adattarsi a situazioni di gioco che imponevano di ricordare anche quattro o cinque facce diverse a partita, nonostante intense sessioni specifiche d'allenamento sia sul campo sia a [[Indovina chi?]], e dopo alcune stagioni trascorse tra panchina e tribuna a rifornire di [[caffè]] lo staff tecnico e un candeggio sbagliato si ritirò.
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=== Italia-[[Egitto]], [[Olimpiadi]] di [[Los Angeles]] [[1984]]===
[[File:Persone con costume da egiziani.jpg|150px|left|thumb|Le divise ufficiali della formazione egiziana.]]
L'Italia giunge ai Giochi da favorita per la conquista della medaglia d'[[oro]], dopo aver ottenuto il biglietto per la [[California]] grazie ad un convincente cammino culminato col [[boicottaggio]] da parte della nazionale della [[Germania Est]]. I convocati, tuttavia, accolgono con malcelato
Il disinteresse della formazione azzurra è tale che per il primo incontro dell'avventura olimpica, contro la compagine egiziana che dal canto suo è arrivata a Los Angeles semplicemente sbagliando [[aereo]], i giocatori scendono in campo in bermuda e infradito e al posto dell'[[inno di Mameli]]
===Inter-Torino, serie A 1985-86===
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===Inter-Turun Palloseura, [[Coppa UEFA]] 1987-88===
[[File:Uomo marchiato a fuoco.jpg|right|thumb|180px|Ferri marca [[Gary Lineker]] durante un'amichevole contro l'[[Nazionale di calcio dell'Inghilterra|Inghilterra]].]]
Ferri, che gode della stima incondizionata di Ernesto Pellegrini, presidente interista di allora, scommette con il compagno [[Aldo Serena]] di riuscire a convincere il patron ad acquistare uno dei dilettanti della squadra [[Finlandia|finlandese]]. <br />Grazie al fattivo apporto dei compagni di squadra, che mal sopportavano l'arroganza, la puzza di piedi e la sorella [[cozza]] di Serena, gli ospiti espugnano [[San Siro]] per 1-0, grazie
Il buon Aaltonen, dal canto suo, arriva l'estate successiva all'Inter, che, convinta di aver trovato un potenziale <
===Inter-Napoli, serie A 1988-89===
Battendo per 2-1 [[Careca]] e compagni, l'Inter si laurea [[scudetto|campione d'Italia]]. Al fischio finale,
Un mese più tardi, quando i
===Italia-[[Nazionale di calcio dell'Argentina|Argentina]], [[mondiali di calcio]] Italia '90===
[[
Nella semifinale del mondiale casalingo l'Italia, pur passata in vantaggio con un gol di [[Totò Schillaci]], viene messa a lungo alle corde da un [[Maradona]] ispiratissimo, i cui geniali assist sono però sistematicamente sprecati da un [[Claudio Caniggia|Caniggia]] ben controllato da Bergomi e da un Ferri
===Inter-[[Aston Villa]], Coppa UEFA 1990-91===
L'Inter arriva alla sfida di ritorno degli ottavi di finale con il morale sotto i tacchi: sconfitta 2-0 all'andata in [[Inghilterra]], attardata in campionato di 10 punti dal [[Cesena]] dopo 3 giornate ed estromessa al primo turno in coppa Italia dal [[Pescara]], la formazione arriva ad un crocevia fondamentale della stagione con le spalle al muro e un Trapattoni che non sembra affatto curarsi della criticità del momento, per la fiducia che ripone nei propri uomini e perché per la stagione successiva
A complicare ulteriormente la situazione arriva al 3' l'infortunio a [[Jürgen Klinsmann|Klinsmann]], che si procura uno stiramento al [[naso]] dopo essere stato atterrato platealmente in area. I nerazzurri protestano
Ferri, però, che non era andato a lamentarsi poiché, non sapendo le lingue straniere, non era in grado di comunicare con il direttore di gara [[Bergamo|bergamasco]], assiste alla scena e
Dati i fruttuosi esiti, i compagni convincono Ferri a ripetere prima di ogni partita il tackle [[scaramanzia|scaramantico]], con risultati contrastanti: l'Inter imprime sì una svolta alla stagione, andando a vincere la coppa UEFA, ma alla lunga l'usanza porta conseguenze nefaste per il manto erboso del [[Giuseppe Meazza|Meazza]], che per l'intera stagione seguente viene sostituito da una superficie in [[asfalto]].
===Juventus-Inter, Coppa Italia 1991-92===
Una gara che giunge nel mezzo di una stagione travagliata per l'Inter, che stentava ad adattarsi al cambio di allenatore
[[File:Box per bambini.jpg|right|thumb|180px|La famigerata gabbia di Orrico.]]▼
*
{{quote|Con simpatia a...come ti chiami scusa? Mister? Certo che ne avete di [[nomi che nessuno vorrebbe mai avere|nomi del cazzo]] qui in Italia. Ah, hai mica letto sulla [[Gazzetta dello sport|gazzetta]] se c'è scritto chi è l'allenatore nuovo?}}
▲* era un volto così sconosciuto al grande pubblico che, quando giunse per la prima volta ad Appiano Gentile, [[Lothar Matthäus]] gli firmò un autografo e gli disse:
▲[[File:Box per bambini.jpg|right|thumb|180px|La famigerata gabbia di Orrico]]
*gli incarichi più prestigiosi che figuravano sul suo [[curriculum vitae]] erano quelli di allenatore della [[Lucchese]], di [[giardiniere]] della [[Salernitana]] e di accanito consumatore della [[Fiorentina]];
*era un integralista del gioco a zona, il che lo rendeva inviso a una rosa di giocatori che di zona non
*per abituare i centrocampisti al [[pressing]] a tutto campo li faceva allenare in una [[gabbia]], salvo poi perderne sempre le chiavi, che metteva in tasca ignaro del suo vezzo di dirigere gli allenamenti in [[mutande]];
*era scontroso, inflessibile, [[comunista]], [[italiano]] e
Le fosche premesse non tardano purtroppo a concretizzarsi: l'Inter arranca fin da subito in campionato ed esce al primo turno in coppa contro il [[
Dopo il pareggio dell'andata, la gara di ritorno a [[Torino]] vede Ferri espulso per un fallo su [[Roberto Baggio]] durante il sorteggio del campo e si conclude con l'eliminazione dell'Inter e l'esonero di mister Orrico, che proseguirà la propria carriera allenando la [[nazionale di calcio
===[[Cremonese]]-Sampdoria, serie A 1994-95===
Zenga esordisce in maglia blucerchiata, in seguito all'operazione che lo ha portato a [[Genova]] in cambio di [[Gianluca Pagliuca]]. Poche ore prima dell'inizio della partita, anche Ferri è ceduto ai doriani
{{quote|Dai, non fare così. Guarda come lo faccio io: da ragazzo mi riusciva sempre!}}
dopodiché si esibisce a sua volta nel numero, stavolta con successo, riportando la frattura scomposta dell'[[omero]] e dello [[stomaco]].
===Sampdoria-[[S.S. Lazio|Lazio]], serie A 1995-96===
È il giorno dell'addio al [[calcio]],
==Dopo il ritiro==
[[File:Ferri consegna a Chiellini l'Oscar del calcio.jpg|right|thumb|
La decisione di appendere le [[scarpa|scarpe]] al chiodo lascia immediatamente un [[vuoto]] nel mondo del calcio e numerosi [[livido|lividi]] sulle mani di Ferri, che non amava particolarmente il [[fai da te]], un po' perché ne aveva la stessa familiarità di [[
L'esperienza di vendita e una sensibilità comunicativa non più ridotta a grugniti e gomitate gli permettono di diventare un volto televisivo spendibile anche al di fuori del Pippero di [[Mai dire gol]]. Diventa infatti testimonial di una ditta di pulizie in [[franchising]], che opera inviando al cliente,
▲L'esperienza di vendita e una sensibilità comunicativa non più ridotta a grugniti e gomitate gli permettono di diventare un volto televisivo spendibile anche al di fuori del Pippero di [[Mai dire gol]]. Diventa infatti testimonial di una ditta di pulizie in [[franchising]] che, previo pagamento una [[estorsione|piccola quota d'ingresso]], recapita comodamente a casa il proprio innovativo kit di sanificazione, l'unico che non ha bisogno di detersivi ma che funziona semplicemente con [[acqua]], [[terra]] e cinque barre di [[plutonio]].
▲Più recentemente, Ferri è apparso frequentemente come ospite [[Controcampo]] e [[Diretta stadio]], caratterizzandosi come uno degli analisti più apprezzati sia per le sue acute disamine tattiche sia per il credito maturato, fin da quando giocava, presso gli addetti ai lavori su tutti gli aspetti del gioco che non riguardassero il calcio.
==Collegamenti buttati là [[random|a caso]]==
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*[[Macellaio]]
*[[Tiziano Ferro]]
{{calciattori}}
{{Portali|Calcio}}
{{Latrina|giorno=01|mese=04|anno=2012|votifavorevoli=8|votitotali=8|argomento=sport}}
[[Categoria:Italiani]]
[[Categoria:Opinionisti]]
[[Categoria:Ex-calciatori (per fortuna)]]
[[Categoria:Ex-giocatori dell'Inter]]
[[Categoria:Assassini seriali]]
[[Categoria:Trinciagambe]]
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