Publio Ovidio Nasone: differenze tra le versioni

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*Avrebbe venduto migliaia di libri alle [[bimbominkia|bimbeminkia]] di tutta Italia e dai suoi libri avrebbero [[merda|tratto magnifici film]]
*Sarebbe stato perseguitato dal MOIGE per la scabrosità dei suoi libri che potrebbero minare l'integrita morale dei [[bambini|pampini]] d'[[Italia]].
Queste derivano dal fatto che nei suoi libri parlava dell'''Ammmòre'' e al tempo ciò era pari a fare un'edizione per bambini di [[Melissa P.|Cento Colpi]], infatti l'intelligenza di un <{{s>|membro</s>}} componente medio di questa associazione è pari a quella di 2000 anni fa.
 
== Vita ==
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Qui il poeta trovò l'ispirazione per la sua opera <small>porno</small> più importante: l'Ars Amatoria. Grazie a questa importante produzione era diventato un MCV ''Multus Clarus Vir'', era invitato a tutte le feste più in della capitale, firmava centinaia di autografi e i suoi scritti hanno influenzato le generazioni a {{citnec|venire}} fino ai giorni nostri, in particolare ai giorni nostri, dove vengono messi in pratica al meglio i consigli del Vate. Infatti questo libro dà consigli agli uomini su come portarsi a letto le castissime ragazze del tempo, e nel frattempo invitava le donne a darla un po' di più. Tutto questo successo però dava fastidio a una certa persona: [[Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto|Augusto]]. Questo perché la popolarità di Ovidio superava anche la sua, e poi era ancora incazzato per l'abbandono del suo circolo. Allora iniziò una campagna di diffamazione nei confronti dell'Abruzzese, infatti i muri dell'Urbe furono riempiti di scritte ingiuriose nei suoi confronti; qui di seguito riportiamo la peggiore di tutte: {{quote|Ovidius fetis|scritta ritrovata in via ledita dal naso a Roma}}
Allora Ovidio, siccome non voleva problemi con il boss dell'Impero, ha scritto la sua opera più pallosa: le Metamorfosi. Secondo i soliti bacchettoni del tempo era [[ma anche no|magnifica, fantastica, impareggiabile]] e nulla in confronto alle altre zozzurie che aveva scritto fino ad allora<ref>tesi condivisa anche nei giorni nostri dal MOIGE e da tutti i professori di [[liceo classico|licei classici]] e non solo.</ref>. In questo modo placò per un po' le ire di Augusto, facendoselo addirittura amico; i due ormai erano inseparabili e si incontravano tutti i giorni per <{{s>|scambiarsi le figurine</s>}} discutere di politica e letteratura. Ma questa grande amicizia era destinata a finire subito.
 
=== Carmen et errorgate ===
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In quel tempo la figlia di Augusto, Iulia, festeggiava i diciotto anni, e il padre aveva organizzato una grande festa a cui aveva invitato tutta la Roma bene e, ovviamente, anche Ovidio. Però dobbiamo sapere che Iulia era la ragazza più [[truzza]] di tutta la città, dunque anche la più troia: infatti, al contrario di ciò che credeva il padre che la riteneva la più casta tra le figlie della patria, aveva perso la [[verginità]] a 12 anni con 4 gladiatori ed era nota ai più come "''quella che la dà via manco fosse la sua''". Così, quando ci sono tutti gli invitati entra lei entra lei, con il vestito rosso porpora, il color più alla moda fra i tamarri del tempo; iniziò a scatenarsi: in 20 minuti si era fatta già 8 invitati di cui 2 donne e un [[trans]], ma lei guardava con golosità Ovidio, che stava parlando tranquillamente con qualche senatore per organizzare un festino nella sua villa<ref>[[Silvio Berlusconi|I tempi cambiano, le abitudini no]].</ref>. Allora la ragazza si avvicina a lui, inizia a toccarlo e in men che non si dica si ritrovano nudi in bagno a scopare. La sorte volle che proprio in quel momento l'Imperatore, che aveva problemi di incontinenza noti a tutto l'ambiente, entrò in bagno a liberarsi per la [[ventordici|ventordicesima]] volta dall'inizio e lì vide il fattaccio. Il nostro eroe, prima che potesse dire di essere innocente e che era stata la figlia a provocarlo, Iulia iniziò a piangere correndo alle braccia del padre dicendo che l'aveva violentata lui; ovviamente il pollo credette alla figlia. Allora il poeta fu coinvolto in uno scandalo inimmaginabile perché Augusto, oltre a essere incazzato per l'affronto subito, si ricordò anche degli scritti moralmente indecenti, e per questo fu ancora più incazzato. Fu per l'opera e l'errore, che in [[latino]] si dice carmen et error, la motivazione che diede Ovidio, tant'è che lo scandalo fu chiamato "Carmen et Errorgate"<ref>Avrebbero potuto usare anche Carmen et Erroropoli, ma gate fa' più Britannico.</ref>.
 
=== La <{{s>|''Relecazz''</s>}} ''Relegatio'' a Tomi e la morte ===
Ovidio, dopo questo [[scandalo]] di abnormi dimensioni, fu mandato in esilio nella zona più [[sfiga|sfigata]] e derelitta dell'Impero, la [[Romania]], più precisamente un borgo di contadinotti ignoranti chiamato Tomi. Durante questo periodo scrisse un'opera addirittura più pallosa delle Metamorfosi, i Tristia, il cui già il nome era tutto un programma. Morì in quel luogo per la felicità dell'80% degli abitanti dell'impero, il restante 20% erano le [[amanti]]. Ai suoi funerali partecipa tutta la comunità Romana, che dopo le esequie sputa sulla tomba di quel corruttore degli animi dei giovani.
 
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