Publio Ovidio Nasone: differenze tra le versioni

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[[File:Ovidio amore 14.jpg|right|thumb|200px|Ovidio con una delle sue grandi opere]]
'''Pvblio Ovidio Naso''', per gli amici '''Ovidio''' (69-pecorella a.C.) fu uno scrittore latino nato a [[Sulmona|Svlmo]], [[ma anche no|ridente cittadina]] immersa nelle montagne e i fiumi Abruzzesi. Se quest'uomo fosse vissuto ai giorni nostri avrebbe potuto avere due destini:
*Avrebbe venduto migiaiamigliaia di libri alle [[bimbominkia|bimbeminkia]] di tutta Italia e dai suoi libri avrebbero [[merda|tratto magnifici film]]
*Sarebbe stato perseguitato dal MOIGE per la scabrosità dei suoi libri che potrebbero minare l'integrita morale dei [[bambini|pampini]] d'[[Italia]].
Queste derivano dal fatto che nei suoi libri parlava dell'''Ammmòre'' e al tempo ciò era pari a fare un'edizione per bambini di [[Melissa P.|Cento Colpi]], infatti l'intelligenza di un <s>membro</s> componente medio di questa associazione è pari a quella di 2000 anni fa.
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=== Giovinezza<ref>ogni riferimento a canzoni scritte nel periodo di qualche dittatura nel bacino del Mediterraneo degli anni '20/30 del '900 è puramente casuale.</ref> e primi anni a Roma ===
 
Ovidio nasce a Sulmona, in un tanquillatranquilla famiglia agiata. All'età di 5 anni vede una cosa che lo segnerà per tutta la vita condizionando le sue opere più importanti: vede sua madre cavlcatacavalcata dallo schiavo AfrincanoAfricano [[Mandingo|Mandingus]] che urla come una pazza. Così per evitare macelli viene spedito a studiare a Roma. Lì studia dai più grandi maestri del tempo [[Tizio]], [[Caio]] e nientepopodimeno che [[Sempronio]]. Dopo se ne và 4 anni in giro per il Mediterraneo, trombando come un riccio e apprendendo nuove tecniche e posizioni. Quando torna a [[Roma]], decide di sfogare tutte le sue esperienze perverse con la sua prima opera: gli Amores, dove racconta una storia d'amore nei minimi paricolariparticolari, ciò fa scndalizzarescandalizzare i bigotti rompipalle dell'antichità.
Su questo libro si dice che Ovidio vede l'amore come un gioco: beh veramente più che come un gioco, come un [[dildo|sexy toy]]. Intanto Augusto, che come tutti i politici di allora e di oggi fa il finto perbenista, in realtà stima moltissimo Ovidio e prova in tutti i modi a farlo entrare nel suo giardinetto dei giochi dove ci sono tutti i suoi amichetti, ovvero il [[circolo di Mecenate]]. Però Ovidio lì si annoiava, erano tutti bacchettoni e nessuno parlava di sesso, sembrava la riunione del MOIGE. Allora se ne è andato da quelli che loro consideravano "i cattivoni": quelli del circolo di Messalla Corvino. Definire quel luogo un puttanaio era poco, tutti trombavano senza ritegno, facevano quello che volevano e fumavano [[cannabis|una pianta importata dai confini estremi dell'Impero]]; insomma il posto ideale per il nostro eroe!
 
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