Publio Ovidio Nasone: differenze tra le versioni

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== Vita ==
 
=== Giovinezza<ref>ogni riferimento a canzoni scritte nel periodo di qualche dittatura nel bacino del Mediterraneo degli anni '20/30 del '900 è puramente casuale.</ref> e vitaprimi anni a Roma ===
 
Ovidio nasce a Sulmona, in un tanquilla famiglia agiata. All'età di 5 anni vede una cosa che lo segnerà per tutta la vita condizionando le sue opere più importanti: vede sua madre cavlcata dallo schiavo Afrincano [[Mandingo|Mandingus]] che urla come una pazza. Così per evitare macelli viene spedito a studiare a Roma. Lì studia dai più grandi maestri del tempo [[Tizio]], [[Caio]] e nientepopodimeno che [[Sempronio]]. Dopo se ne và 4 anni in giro per il Mediterraneo, trombando come un riccio e apprendendo nuove tecniche e posizioni. Quando torna a [[Roma]], decide di sfogare tutte le sue esperienze perverse con la sua prima opera: gli Amores, dove racconta una storia d'amore nei minimi paricolari, ciò fa scndalizzare i bigotti rompipalle dell'antichità.
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Qui il poeta trovò l'ispirazione per la sua opera <small>porno</small> più importante: l'Ars Amatoria. Grazie a questa importante produzione era diventato un MCV ''Multus Clarus Vir'', era invitato a tutte le feste più in della capitale, firmava centinaia di autografi e i suoi scritti hanno influenzato le generazioni a {{citnec|venire}} fino ai giorni nostri, in particolare ai giorni nostri, dove vengono messi in pratica al meglio i consigli del Vate. Infatti questo libro dà consigli agli uomini su come portarsi a letto le castissime ragazze del tempo, e nel frattempo invitava le donne a darla un po' di più. Tutto questo successo però dava fastidio a una certa persona: [[Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto|Augusto]]. Questo perchè la popolarità di Ovidio superava anche la sua, e poi era ancora incazzato per l'abbandono del suo circolo. Allora iniziò una campagna di diffamazione nei confronti dell'Abruzzese, infatti i muri dell'Urbe furono riempiti di scritte ingiuriose nei suoi confronti; qui di seguito riportiamo la peggiore di tutte: {{quote|Ovidius fetis|scritta ritrovata in via ledita dal naso a Roma}}
Allora Ovidio, siccome non voleva problemi con il boss dell'Impero, ha scritto la sua opera più pallosa: le Metamorfosi. Secondo i soliti bacchettoni del tempo era [[ma anche no|magnifica, fantastica, impareggiabile]] e nulla in confronto alle altre zozzurie che aveva scritto fino ad allora<ref>tesi condivisa anchenei giorni nostri dal MOIGE e da tutti i professori di [[liceo classico|licei classici]] e non solo.</ref>. In questo modo placò per un po' le ire di Augusto, facendoselo addirittura amico; i due ormai erano inseparabili e si incontravano tutti i giorni per <s>scambiarsi le figurine</s> discutere di politica e letteratura. Ma questa grande amicizia era destinata a finire subito.
 
=== Carmen et errorgate ===
 
In quel tempo la figlia di Augusto, Iulia, festeggiava i diciotto anni, e il padre aveva organizzato una grande festa a cui aveva invitato tutta la Roma bene e, ovviamente, anche Ovidio. Però dobbiamo sapere che Iulia era la ragazza più [[truzza]] di tutta la città, dunque anche la più troia: infatti, al contrario di ciò che credeva il padre che la riteneva la più casta tra le figlie della patria, aveva perso la verginità a 12 anni con 4 gladiatori ed era nota ai più come "''quella che la dà via manco fosse la sua''".
 
 
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[[Categoria:Scrittori]]
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