Primo Levi: differenze tra le versioni

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Fratello del [[secondogenito]] ''Secondo Levi'', '''Primo''' nasce da padre e da madre appartenenti alla [[borghese|medio borghesia]] di origini di un po' di qua e un po' di là. L'infanzia è segnata da un cattivo rapporto col [[padre (genitore)|padre]], uomo serio e preciso, che mal sopporta l'esuberanza di Primo. La sua fervida immaginazione, infatti, lo porta spesso a sognare ad occhi aperti e a raccontare storie strampalate. Per assecondare la sua vena artistico-letteraria si iscrive al [[liceo classico]], ma non trova un clima a lui congeniale. Si ritiene che avesse [[manie di persecuzione]] in quanto pensava che tutti ce l'avessero con lui poiché ebreo.
 
===Studi universitari e riappacficazioneriappacificazione col padre===
Ecco che quindi Primo, che non voleva essere secondo a nessuno, decide di prendere in mano la sua vita, di smetterla di fare il [[radical chic]] [[Fricchettone|frikkettone]] e di mettersi a studiare qualcosa di utile. Si iscrive a [[chimica]] e la sua scelta segna una svolta nel suo rapporto col padre, nel senso che poco dopo il padre muore: problema risolto alla radice. In realtà, l'iscrizione a chimica celava un malsano proposito: imparare a confezionare nuovi tipi di [[droga]] allo scopo di farsi viaggi ancora più potenti. Non è un caso infatti che proprio in questo periodo le ingiustificate manie di persecuzione di Primo aumentino: egli si inventa che ci siano delle leggi che impediscono agli ebrei di studiare all'[[università]]. In realtà tutti sanno che [[Mussolini]] era contrario alle [[leggi razziali]]. Ecco perché non le fece mai.
 
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