Polibio: differenze tra le versioni

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{{Cit2|Chi?|[[Tu]] Polibio}}
{{Cit2|"soloSolo?"|'''Tito Livio''' sui 40 libri delle storie di polibio.}}
{{Cit2|"Interessante"|'''Solo Livio''' su Polibio.}}
 
'''Polibio''' (vero nome: ''Poli''valente ''bio''sferico per gli amici ''poliabbiocco''), da come lo descrive la tradizione antica, fortemente influenzata dalle opinioni critiche anti-laico-cattoliche di Aldo Biscardi, potrebbe sembrare dipinto giustamente come il solito patetico ubriacone che scrive cazzate a vanvera su tutto, su tutti e sul niente ma in realtà è così.
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Polibio fu uno storico [[Grecia|greco]]. Nacque a Città del Messico (nella Magna Grecia) da madre [[turchia|turca]] e [[padre]] ottomano. Il nome, che in greco significa ''molte vite'', inizialmente venne cambiato dallo stesso Polibio in ''una vita ma buona'', poi gli venne ben presto cambiato dai suoi compagni di classe prima in ''in fin di vita'' e dopo pochi secondi in ''[[morte|senza vita]]''. Quel che sappiamo di lui ci è tramandato da uno ancora più sconosciuto che forse non si riferiva neanche a lui. Vissuto prevalentemente a [[Roma]] scrivendo di Roma e vivendo con i romani, scrisse in greco<ref>mi sembra giusto</ref>. Storico di rilievo, per vivere si occupava della pulizia e della pettinatura della cresta dell'elmo di Scipione l'Africano ed era anche un egregio caga [[cazzo]]. Testimonianze di questo se ne trovano ovunque nell'antichità:
 
{{Cit|Basta cazzate!|Seneca su sé stesso|Seneca su Polibio.}}
{{Cit|Hai rotto il cazzogatto!|Annibale su Polibio probabilmente riferendosi ad un tipo di elefante.}}
{{Cit|Ma perché proprio a me?|Scipione su Polibio}}
{{Cit|La storia trova in Polibio il suo più completo, critico e affascinante narratore|Massimo Boldi ubriaco delira mentre insegue nudo un' ambulanza|Massimo Boldi, unico fun di Polibio.}}
 
L'unica opera dell'antichità in cui compare è nelle vite parallele di Plutarco in cui viene affiancato ad Enzo Iacchetti. Dell'opera rimangono 4 pagine tutte riguardanti la vita di Enzo Iachetti, della vita di Polibio rimangono solo 2 frammenti di frammenti che riportiamo qui:
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La morte di Polibio avvenuta secondo il biografo Plutarco intorno al ''non lo so'' e al ''non me ne frega un cazzo'' a.c. è da attribuire a circostanze misteriose e di cui [[a nessuno importa|non ce frega un cazzo]].
 
== Le opere più irrivelanti<s>ir</s>rivelanti ==
La sua inutilità è ampiamente manifesta nella sua opera storiografica che porta il titolo creativo e originale di ''storie'', conosciute anche con il nome di ''historiai'' (in greco), e di ''[[Bla bla bla|storie che parlano di blablabla e blablabla all'epoca di blablabla e perciò blablablablablabla...]]'' (in qualsiasi altra lingua). A parte questo il momento saliente della narrazione delle storie, e senza dubbio il più pertinente alla storia di Roma, è la sconfitta romana, quella che lo storico definisce '''na bella inculata'', nella [[battaglia di Canne]], passata alla storia anche coi nomi di ''battaglia delle [[Marijuana|Canne]]'' e ''battaglia a [[fucile a canne mozze|Canne mozze]]'', disputatasi a Manchester (ovviamente) e vinta dai [[Manchester United|red devils]] per 7 a 1. Vi è poi la ''consolazione a Polibio'' di Seneca che però non è riferita a lui e in cui comunque gli viene rinfacciato continuamente per divertimento quanto sia [[inutile]]. Delle sue storie ci rimangono fortunatamente pochi libri (gli altri li ha mangiati Poldo) ma sfortunatamente per chi è costretto a leggerli quelli rimasti sono i più lunghi, i più inutili, i più pallosi e i più incomprensibili. L'apice della sua carriera lo raggiunse quando in occasione della visita a Roma del suo [[gay|fidanzato]] nonché finanziatore Panezio poté far sfoggio della sua abilità retorica e Polibiotecnica citando a memoria tutte le capitali del [[mondo]] (che allora erano 3: [[Atene]], Roma e Cartagine). A questo punto concluse la sua inutile carriera con un opera che in quanto a inutilità non teme confronti: ''La vita di Filopemene'', di cui ci rimane giustamente solo il pezzo riguardante la morte (il resto l'ha mangiato indignato lo stesso Filopemene). Qualora vi stiate chiedendo chi fosse Filopemene ce lo spiega Sallustio in un celebre passo del ''bellum iughurtinum'' andato perduto e che comunque non c'entrava un cazzo. Se lo inventa invece di sana pianta Lucrezio che in un brano di un opera che non ha scritto lui che c'entra ancora meno e che forse non è mai esistito lo definisce ''[[Chi?|lo zio del cugino del fratello del marito di Armando il calzolaio nipote del barone Cassano di Montezuma]]''.
 
[[File:Andrea palladio la battaglia di sellasia edizione illustrata di polibio.jpg|thumb|right|350px|Un profoncissimo {{citnec|testo scritto}} di Polibio.]]
La sua inutilità è ampiamente manifesta nella sua opera storiografica che porta il titolo creativo e originale di ''storie'', conosciute anche con il nome di ''historiai'' (in greco), e di ''[[Bla bla bla|storie che parlano di blablabla e blablabla all'epoca di blablabla e perciò blablablablablabla...]]'' (in qualsiasi altra lingua). <br /> A parte questo il momento saliente della narrazione delle storie, e senza dubbio il più pertinente alla storia di Roma, è la sconfitta romana, quella che lo storico definisce '''na bella inculata'', nella [[battaglia di Canne]], passata alla storia anche coi nomi di ''battaglia delle [[Marijuana|Canne]]'' e ''battaglia a [[fucile a canne mozze|Canne mozze]]'', disputatasi a Manchester (ovviamente) e vinta dai [[Manchester United|red devils]] per 7 a 1.<br />
Vi è poi la ''consolazione a Polibio'' di Seneca che però non è riferita a lui e in cui comunque gli viene rinfacciato continuamente per divertimento quanto sia [[inutile]]. Delle sue storie ci rimangono fortunatamente pochi libri (gli altri li ha mangiati Poldo) ma sfortunatamente per chi è costretto a leggerli quelli rimasti sono i più lunghi, i più inutili, i più pallosi e i più incomprensibili. <br />
L'apice della sua carriera lo raggiunse quando in occasione della visita a Roma del suo [[gay|fidanzato]] nonché finanziatore Panezio poté far sfoggio della sua abilità retorica e Polibiotecnica citando a memoria tutte le capitali del [[mondo]] (che allora erano 3: [[Atene]], Roma e Cartagine). A questo punto concluse la sua inutile carriera con un opera che in quanto a inutilità non teme confronti: ''La vita di Filopemene'', di cui ci rimane giustamente solo il pezzo riguardante la morte (il resto l'ha mangiato indignato lo stesso Filopemene). Qualora vi stiate chiedendo chi fosse Filopemene ce lo spiega Sallustio in un celebre passo del ''bellum iughurtinum'' andato perduto e che comunque non c'entrava un cazzo. Se lo inventa invece di sana pianta Lucrezio che in un brano di un opera che non ha scritto lui che c'entra ancora meno e che forse non è mai esistito lo definisce ''[[Chi?|lo zio del cugino del fratello del marito di Armando il calzolaio nipote del barone Cassano di Montezuma]]''.
 
=== Consigli per la lettura dei libri di Polibio ===
# nonNon leggerli.
 
=== Effetti collaterali dovuti alla lettura di Polibio: ===
*Sconosciute (non lo ha mai letto nessuno)
 
=== Effetti collaterali dovuti al contatto con i libri di Polibio: ===
*Chiedetelo a Poldo.
 
== Note ==
{{Note}}
 
[[Categoria:Personaggi inutili]]
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