Polibio: differenze tra le versioni

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La morte di Polibio avvenuta secondo il biografo Plutarco intorno al ''non lo so'' e al ''non me ne frega un cazzo'' a.c. è da attribuire a circostanze misteriose e di cui [[a nessuno importa|non ce frega un cazzo]].
 
== Le opere più <{{s>|ir</s>}}rivelanti ==
La sua inutilità è ampiamente manifesta nella sua opera storiografica che porta il titolo creativo e originale di ''storie'', conosciute anche con il nome di ''historiai'' (in greco), e di ''[[Bla bla bla|storie che parlano di blablabla e blablabla all'epoca di blablabla e perciò blablablablablabla...]]'' (in qualsiasi altra lingua). A parte questo il momento saliente della narrazione delle storie, e senza dubbio il più pertinente alla storia di Roma, è la sconfitta romana, quella che lo storico definisce '''na bella inculata'', nella [[battaglia di Canne]], passata alla storia anche coi nomi di ''battaglia delle [[Marijuana|Canne]]'' e ''battaglia a [[fucile a canne mozze|Canne mozze]]'', disputatasi a Manchester (ovviamente) e vinta dai [[Manchester United|red devils]] per 7 a 1. Vi è poi la ''consolazione a Polibio'' di Seneca che però non è riferita a lui e in cui comunque gli viene rinfacciato continuamente per divertimento quanto sia [[inutile]]. Delle sue storie ci rimangono fortunatamente pochi libri (gli altri li ha mangiati Poldo) ma sfortunatamente per chi è costretto a leggerli quelli rimasti sono i più lunghi, i più inutili, i più pallosi e i più incomprensibili. L'apice della sua carriera lo raggiunse quando in occasione della visita a Roma del suo [[gay|fidanzato]] nonché finanziatore Panezio poté far sfoggio della sua abilità retorica e Polibiotecnica citando a memoria tutte le capitali del [[mondo]] (che allora erano 3: [[Atene]], Roma e Cartagine). A questo punto concluse la sua inutile carriera con un opera che in quanto a inutilità non teme confronti: ''La vita di Filopemene'', di cui ci rimane giustamente solo il pezzo riguardante la morte (il resto l'ha mangiato indignato lo stesso Filopemene). Qualora vi stiate chiedendo chi fosse Filopemene ce lo spiega Sallustio in un celebre passo del ''bellum iughurtinum'' andato perduto e che comunque non c'entrava un cazzo. Se lo inventa invece di sana pianta Lucrezio che in un brano di un opera che non ha scritto lui che c'entra ancora meno e che forse non è mai esistito lo definisce ''[[Chi?|lo zio del cugino del fratello del marito di Armando il calzolaio nipote del barone Cassano di Montezuma]]''.
[[File:Andrea palladio la battaglia di sellasia edizione illustrata di polibio.jpg|thumb|right|350px|Un profoncissimo {{citnec|testo scritto}} di Polibio.]]
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