Pietro Franza: differenze tra le versioni

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{{Cit|Mamma mi sento frustrato, i [[tifosi]] mi odiano, non notano i grandi sacrifici economici che faccio...|Pietro Franza a sua madre dopo aver acquistato Nanni e Bondi e aver ceduto Storari, Di Napoli e Zampagna}}
 
'''Pietro Franza''' è un [[imprenditore]] [[messina|messinese]], proprietario di taverne e barche da pesca da asporto, noto per essere il distruttore del calcio messinese e l'importatore di una politica spiccatamente locale, fondata sul disinvestimento e l'assenza di motivazione. Causa la rigida infanzia, tuttora è alle dipendenze di sua madre, Olga Franza, che ancora si occupa della sua paghetta, del mantenimento dei suoi figli e di tutto il resto.
 
== L'Infanzia ==
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== F.C. Messina e i tentativi di retrocessione ==
Pietro Franza, sempre corroborato, supervisionato e maneggiato dalla madre, in seguito a un'esperienza mistica del [[2001]] si ritiene il predestinato alla distruzione del calcio [[Messina|messinese]], tornato alla ribalta dopo tanti anni di anonimato e che potrebbe così distruggere la sua posizione e oscurare nei giornali il suo talento come giocatore di bocce. <br />
 
Nel [[2002]] rileva la [[F.C. Messina|società messinese]] nascondendo i suoi infausti programmi di distruzione e scatenando invece un entusiasmo non indifferente. Allestisce la prima squadra da retrocessione, che subisce una media di 3 gol a partita, ma contro tutti i programmi si salva, grazie anche all'apporto della retrocessione del [[Calcio Catania|calcio catanese]]. Pietro Franza è scosso, distrutto, inizierà qui la sua spirale terribile che lo porterà a una tirchieria spietata che sconvolgerà la sua vita, incapace di comprarsi un [[caffè]], sostenere i suoi [[bambini]], chiedere una [[paghetta]] sempre più altra alla madre che da sola non è più in grado di portare avanti la famiglia.
[[File:Cecenia55.jpg|thumb|250px|La formazione 2003-2004 del [[F.C. Messina|Messina]].]]
Ma il brutto deve ancora arrivare: nella stagione [[2003]]/[[2004]] Franza allestisce la seconda squadra da retrocessione che, dopo un inizio promettente all'ultimo posto risale a poco a poco fino al quarto posto, che permette l'accesso al calcio che conta. <br />
 
Pietro, sconvolto dalla difficoltà del suo progetto, che va all'opposto del suo compito da predestinato, entra nel tunnel dei debiti, non paga più l'affitto, invita i suoi bambini a lavorare ed esaspera la madre a disinteressarsi di suo fratello, che inizia a dedicarsi al gioco d'azzardo in un importante camper di un campo nomadi.
 
Pietro però ha un ultimo asso nella manica: allestire, in [[serie A]], una squadra ancor più scarsa della precedente. <br />Inspiegabilmente la squadra si aggiudica il settimo posto finale; è il momento più basso del suo operato di predestinato, si sente un fallito. Decide di correre alla maniere forti. E sembra riuscirci.<br />
 
Nell'estate [[2005]] la [[Figc]] non iscrive il Messina al campionato di calcio di Serie A 2005-[[2006]]. Ciò che era stato negato dalla giustizia sportiva, l'ammissione al campionato di Serie A, è ottenuto a seguito della decisione del [[Tar del Lazio]]. Famoso è il suo [[sciopero della fame]] durato 20 giorni di fronte al [[tribunale]], per protestare contro la giustizia che riammette il Messina al calcio che conta.<br />
 
Ma Pierino ormai ha quel pizzico di esperienza che gli serve per capire che genere di squadra può realizzare i suoi piani malvagi: crea una squadra di ubriachi e incapaci per la stagione 2005/2006.
Il Messina è terzultimo: è retrocesso in [[serie B]]. Famosa è la festa alla fine dell'ultima partita, "la sagra dei sapori etnei" a cui [[nessuno]] prende parte, a parte lui e suo fratello.
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[[Categoria:CapitalistiImprenditori]]
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