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Poseidone, che era un gran burlone, che sguinzagliò un branco di tonni che spinsero il povero Ulisse ventisette miglia lontano da Itaca, fino a farlo arenare su un'isola deserta, per la precisione sull'unico [[scoglio]] aguzzo del posto. Qui venne trovato da Calipso, che inizialmente lo scambiò per uno scarto della Rio Mare e cercò di ributtarlo in acqua e poi, accortasi che era un [[essere umano]], lo portò in casa. E qui sappiamo com'è finita.
 
== Fine del flashback fighissimo - ritorno a Itaca ==
Ulisse terminò così il racconto delle proprie avventure. Re Alcinoo lo scrutò impassibile per un istante, poi scoppiò a ridere. ''Tu hai fatto tutto questo? Ma non dire minchiate!'' esclamò. Poi continuò:
 
{{quote|Possiamo darti un passaggio noi a Itaca, ma te lo devi guadagnare.}}
 
''Nessun problema'', esclamò Ulisse tutto contento.
 
Fu così che Ulisse passò il mese successivo a lavare il ponte di comando della nave dei Feaci e a lustrare le maniglie delle cabine dei marinai per pagarsi il viaggio. Una volta arrivati a Itaca, il capitano della nave gettò l'uomo giù dall'imbarcazione con un calcio nel sedere.
''E non farti più vedere, [[pirla]]!'' gli urlò dietro
 
Ulisse si diresse così verso la propria casa per salutare il [[padre]], ma quella [[stronza]] di [[Atena]] lo trasformò in un mendicante, così che quando quest'ultimo lo vide, afferrò il [[fucile]] a pallini e gli corse dietro bestemmiando.
 
''Vattene via, [[barbone]]!'' urlava, mentre scorticava il sedere di Ulisse con una scarica di sale.
 
Fuggito dal padre, Ulisse si diresse allora verso la cuccia del suo vecchio [[cane]] [[Argo]]. Giunto davanti a lui sfoderò un sorriso a trentadue denti. ''Argo, vecchio amico mio, non riconosci il tuo padrone Ulisse?''
 
Il cane, memore di tutte le volte che il padrone l'aveva bastonato o gli aveva riempito la ciotola dell'[[acqua]] di colorante in modo da farlo urinare verde, gli azzannò una caviglia e corse via.
 
Mentre guardava il cane correre lontano verso i campi e riposare all'ombra di una mietitrebbia in funzione, Ulisse camminò diretto verso la casa della [[moglie]] Penelope. Questa, una volta riconosciuto il [[marito]], corse verso di lui raggiante.
 
- '''Penelope''': ''«Tesoro, finalmente sei tornato!»''
 
- '''Ulisse''': ''«Già, è stato un bel viaggetto. Conto di rifarlo l'[[anno]] prossimo»
 
- '''Penelope''': ''«Sapessi quanto sono stata in pensiero. I Proci continuavano a dire che eri morto, che dovevo sposare uno di loro. Gli ho detto che avrei scelto una volta finito il sudario per mio suocero, ma di notte lo disfacevo di nascosto!»''
 
Ulisse, che come al solito non aveva capito niente, esclamò:
 
{{Cit|Sono stato via per vent'anni e ancora non hai finito di fare quella tela? Io non ci torno a Troia a comprarne un'altra, eh!|Ulisse}}
 
Detto quest'ultima scemenza, uscì a farsi una [[birra]]. ''Vado da [[Boe Szyslak|Boe]]'' disse infine.
 
== Voci correlate ==
Utente anonimo