Nonsource:Dimostrazione della non esistenza di Dio: differenze tra le versioni

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===Grecia Classica===
 
====Gorgia====
 
[[File:Diogene di Sinope con gruppo di cani.jpg|right|thumb|200px|Diogene di Sinope mentre si prende cura del suo discreto monolocale al centro di Atene.]]
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{{Dialogo2|Salviati|Ordunque Vi chiedo, è noto a Voi l'esser Iddio onnipotente?|Simplicio|Fuor d'ogni ragionevol dubbio son convinto che in vieppiù passi della Bibbia è confermata tale sentenza.}}
{{Dialogo2|Salviati|Mirate, allora, la perfettissima dimostrazione che sto incipiando: può Iddio creare un siffatto masso, talmente pesante da non poter esser sollevato da Egli istesso? Se può, allora non può dirsi onnipotente, non essendo in grado di sollevar cotanto masso. Se, contrariamente, non può, per definizione non si può fregiar d'onnipotenza.|Sagredo|È come affermar, se Lor Signori me lo consentono, che, verbi gratia, otto passeri non possano volar a guisa d'angolo ottuso.}}
{{Dialogo2|Salviati|Vossignoria mi concederà che stavolta se n'è uscito come suon di scorreggiascoreggia...}}
 
===Settecento===
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Riportiamo la versione della '''dimostrazione''' che oggi viene accettata dalla maggioranza degli [[Nerd|esperti]].<br>
Supponiamo, per assurdo, che esista un Dio onnipotente. Consideriamo, allora, l'insieme <math>A = \{x:x</math> \mbox{ \`eè un'azione}<math>\}</math>. Sia <math>\,</math> <math> C = \{x:x</math> \mbox{ \`eè il considerare un insieme}<math>\}</math>. È ovvio che <math>\,</math> <math>C \subset A</math>, dunque <math>|A|\ge |C|</math>, dove con <math>|A|</math> si intende la [[Wikipedia:it:Cardinalità|cardinalità]] di <math>A</math>. Sia ora <math>X = \{x:x</math> \mbox{ \`eè un insieme}<math>\}</math>: tale insieme è in [[Wikipedia:it:corrispondenza biunivoca|corrispondenza biunivoca]] con <math>C</math>, dunque <math>|C|=|X|</math>.<br>
Consideriamo ora <math>\mathcal{P}(A)</math>, ovvero l'[[Wikipedia:it:insieme delle parti|insieme delle parti]] di A. È chiaro che <math>|\mathcal{P}(A)|\ge |A|</math>, (infattidato che a <math>\mathcal{P}(A)</math> appartengono almeno tutti i sottoinsiemi di un solo elemento, che sono tanti quanto gli elementi di <math>A</math>). <br>
Ci accingiamo ora dimostrare che la maggiorazione è stretta, come il tuo culo in un locale gay, ovvero che <math>|\mathcal{P}(A)|> |A|</math>. Per farlo ci basta dimostrare che non esiste una corrispondenza biunivoca tra <math>\mathcal{P}(A)</math> e <math>A</math>. Supponiamo, per assurdo, che esista una funzione biunivoca <math>f:A \rightarrow \mathcal{P}(A)</math> <math>\quad</math> (si noti che <math>\forall x \in A, f(x)</math> è un sottoinsieme di <math>A</math>). Si consideri il seguente sottoinsieme di <math>A</math>: <math>\quad</math> <math>S = \{x\in A:x \notin f(x)\}</math>, ovvero l'insieme degli elementi di <math>A</math> che non sono in corrispondenza con un sottoinsieme di <math>A</math> che li contiene. Poiché <math>f</math> è una corrispondenza biunivoca, <math>\exists! y\in A:f(y)=S</math>. Se <math>y</math> appartenesse ad <math>S</math>, si avrebbe, quindi, che <math>y\in S=f(y)</math>, dunque non viene rispettata la condizione di appartenenza ad <math>S</math>. Se, invece, non gli appartenesse, avremmo di conseguenza che <math>y\notin S=f(y)</math>, ovvero dovrebbe appartenere ad <math>S</math>. Assurdo. Dunque <math>|\mathcal{P}(A)|> |A|</math>.<br>
Ora <math>\mathcal{P}(A)</math> è un insieme di insiemi, dunque è contenuto in <math>X</math>, che è l'insieme di tutti gli insiemi, quindi <math>|X|\ge|\mathcal{P}(A)|</math>. <br>
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== Note ==
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{{Portali|Filosofia|Religione}}
 
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[[Categoria:Religione]]
[[Categoria:Matematica]]
[[Categoria:Biblioteca]]
 
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