Nonno Fiorucci: differenze tra le versioni

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===La cena===
Da vari studiosi è indicata come ultima opera del Nonno, forse per un certo velo di tristezza che la avvolge, probabilmente per il fatto che in essa si fa riferimento ad un qualche misterioso male che affliggerebbe il Sommo... il quadro generale dell'opera è semplice: la famiglia è riunita a tavola, la luce è fioca, l'atmosfera silenziosa e permeata di una certa rassegnazione all'inevitabile che sembra aleggiare.
il nonno viene dapprima stuzzicato con una ditata sulla punta del naso, a cui egli risponde come meglio sa: ''"mannaggia la madonna bestiona della madonna... e sta fermo dio serpente..."'' subito dopo gli viene posta una mano sulla testa, e il Maestro reagisce: ''"sta fermo na' mulichina ("na' mulichina" è una tipica espressione umbra: "una mollichina", significa "un pochino"), sta fermo!"'' altra mano sulla testa, e il Nonno sbotta: ''te dico nun me toccà che si me tocchi... è lo stesso che.. el diavolo el metti a' la messaccia, puttana madonna...'' frase di non immediata comprensione, visto che probabilmente viene pronunciata a bocca piena, ma splendida portatrice sana di grottesche visioni contenenti angeli caduti che, forcone alla mano, ascoltano pazienti un surreale sermone domenicale comodamente seduti accanto ai fedeli... impagabile. Seguono alcune parole pronunciate da altre commensali, tra cui la moglie del Sommo, parole che presumibilmente fanno riferimento ad un qualche morbo che mina la di lui salute; nel frattempo sembra tornata la quiete a tavola, con alcune frasi di non facile comprensione pronunciate dagli astanti. Ma la quiete è destinata a durare poco. Cioè fin quando la (presumibilmente) moglie del Sommo ha l'ardire di pronunciare le seguenti parole "(trad.)bestemmie ne ho sentite, ma bestemmiare così mai". È decisamente troppo. Il Sommo, colpito nella sua immensa statura di filosofo della blasfemia, deve rispondere. Decide allora di salire in cattedra prorompendo in un potentissimo: "si nunnnun l'hai sentite dio cane le sentirè!!! porca puttana maiala troia della madonna ...sta sibillina! ....dio maiale dio cane... dio bestia!". -Ora si che le ha sentite-, avrà pensato con rinnovato orgoglio il Vate. Da notare l'ottimo ''climax'' condito col dualismo di soggetti cooperanti (dio e madonna) che riporta per pochi istanti la figura del Grande ai livelli più alti mai toccati dal Suo spontaneo ingegno bestemmiatorio. Rimarchevole anche come alla madonna vengano affibbiati epiteti di significato piuttosto simile, mentre a dio siano associati termini che partono dal particolare (maiale e cane) e chiudono nell'astratto "bestia", termine che sembra virtualmente racchiuderli entrambi. non è certo cosa da poco, a ben vedere. nulla sembra essere lasciato al caso.
l'opera è chiusa un po' tristemente dalle parole della (forse) moglie, che gli dice: "Si te ste' male veramente.. de una malattia sul serio seria.... che faresti? no, dimme quel che fè?!?" parole che il nonno interrompe con nonchalance con un flebile "vaffa..." bofonchiato a mezza voce, conscio della superiorità di cui si fa portavoce e che nulla, neppure la morte, sarebbe mai riuscita a sgretolare.
In ultimo non bisogna sottovalutare il carattere profetico di quest'opera che, oltre a portare una terribile sfiga al Maestro, ci fornisce una massima, un comandamento che un buon bestemmiatore non dovrebbe mai dimenticare: se non le hai mai sentite le sentirai.
Utente anonimo