Utente anonimo
Nonbooks:Sopravvivere ad un matrimonio (visualizza wikitesto)
Versione delle 11:22, 4 set 2008
, 15 anni fa→Parte 4: Il giorno della cerimonia
Riga 49:
[[Immagine:Cattedrale2.jpg|thumb|''La chiesa non è affatto lontana, solo mezz'ora di macchina'' - Le parole della sposa.]]
Siete arrivati davanti alla [[chiesa]], avete abilmente sfoggiato il vostro migliore [[Sorriso ebete|sorriso di circostanza]] e state cominciando a baciare guance sudate, piene di cerone e imbevute di profumi e deodoranti
A questo punto non vorrete fare altro che raggiungere uno scranno, ma prima vi troverete davanti la gigantesca [[zia]] dello sposo che si ricorda di voi da quando eravate piccolo (voi no: avevate rimosso quell’infelice incontro) e che vi abbraccerà con la forza di un lottatore di [[sumo]] professionista. Poi vorrà che le stampiate un bel [[bacio]] sulle sue gote, e qui la cosa si farà difficilissima. La signora infatti è piena di [[bozzo|bozzi]], dai quali fuoriescono piccoli peli irti e aguzzi che li fanno assomigliare a dei piccoli [[cactus]]. State molto attenti: se li toccate con la guancia, vi pungerete a [[morte]] e probabilmente vi verrà anche qualche malattia esantematica dei polli. L’unica alternativa è evitare magistralmente quella piccola serra di piante grasse che la signora ha sulla guancia nel millesimo di secondo in cui vi abbassate per baciarla. Di solito un soggetto simile è anche fornito di un fiato pestilenziale per cui è d’uopo ritirare subito la testa una volta dato lo pseudobacio se non volete finire annichiliti. Lo zio dello sposo non è da meno: di solito non presenta vegetazioni pericolose ma ha un dopobarba talmente pesante che penserete si sia lavato la faccia con l’[[Autan]].
|