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== Errori di gioventù ==
Venuto al mondo in un'arretrata e oligarchica [[Tim Tribù|tribù]] [[Sudafrica|sudafricana]], Nelson Mandela venne inizialmente battezzato con il nome di '''Rolihlahla Dalibhunga''', che nella lingua locale significa "''bambino che da grande romperà i maroni a tutti con le sue menate sulla libertà''".<br />I primi passi della sua carriera di oppositore li compì a sei anni, cioè quando [[nomi che nessuno vorrebbe mai avere|realizzò di avere un nome di merda]] e organizzò un sit-in di protesta all'Ufficio Anagrafe. Qui, nell'ordine, [[Manuali:Diventare un piromane|appiccò il fuoco]] a una scrivania, pisciò sulla moquette dell'ufficio, ripulì le tasche ai presenti e minacciando gli impiegati con un pezzo di vetro li costrinse a modificargli il nome in Nelson Mandela.<br />La sua vita scorreva placida e serena, tra un incendio doloso e una spedizione punitiva ai danni di qualche negoziante bianco,
== L'attività politica e l'arresto ==
{{quote|... Si accende la candela, mi appare Mandela, mi dice buonasera poi mi fa le menate,
L'impatto con Johannesburg fu subito proficuo per Nelson: mentre si scannava con un [[barbone]] per il possesso di un cosciotto d'agnello rancido trovato in un cassonetto, venne notato da '''Oliver Tambo''', aspirante [[avvocato]] di colore, [[giornalista|redattore del giornale del quartiere]] e quando capitava l'occasione anche [[aborto|abortista]] abusivo.<br />Oliver plasmò la coscienza politica di Mandela, trasformandolo da semplice picchiatore di strada a picchiatore '''istruito''' di strada. I due aprirono anche l'ufficio legale "''Mandela & Tambo''" con l'intento di fornire assistenza gratuita o a basso costo a molti neri che sarebbero rimasti altrimenti senza rappresentanza legale: in parole povere Oliver si occupava della parte burocratica del processo e Nelson rapiva i figli del giudice di turno per assicurare la vittoria al loro assistito.<br />Nel 1948 il lievemente razzista regime sudafricano confinò tutti i cittadini di colore in baraccopoli senza luce elettrica, pianobar e vasche a idromassaggio. Fu la goccia che fece traboccare il [[vaso da notte|vaso]]: Nelson Mandela si mise a capo di una falange armata, assaltò tutte le edicole della capitale, requisì tutte le copie della [[Settimana Enigmistica]] e ordinò ai suoi uomini di barrare di nero tutte le caselle dei cruciverba, in segno di sfida e disprezzo a tutti i lettori bianchi.<br />Seguì un aggressivo processo, al termine del quale Mandela venne condannato all'ergastolo e costretto a pagare un'ammenda all'[http://it.wikipedia.org/wiki/African_National_Congress ANC] (acronimo di '''Associazione Nazionale Cruciverbisti''').<br />Per tutti i successivi anni di prigionia, Mandela rimase coinvolto nell'opposizione all'apartheid, continuando a ricevere notizie dai compagni di lotta grazie ai [[Bernardo Provenzano|pizzini]] che nascondeva in ogni [[Culo|orifizio]], e si lanciò in [[Marco Pannella|audaci proteste e in scioperi della fame]], che decise però di interrompere dopo aver perso venti chili ed essersi reso conto che se anche fosse crepato di stenti al direttore del carcere non sarebbe fregato nulla.<br />Mandela divenne così un [[Partigiano|simbolo della resistenza]] al dispotico regime, nonchè la dimostrazione vivente del livello di [[matta del paese|infermità mentale]] a cui può spingersi un negro quando viene privato della possibilità di giocare a basket.<br />Gli slogan "''Nelson Mandela Free''" o "''Se Nelson Mandela avesse la ruote sarebbe una carriola''" divennero l'urlo di tutte le campagne anti-apartheid del [[mondo]].
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