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Anse1997 (rosica | curriculum) |
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A 15 anni entra nella Scuola Militare di Parigi [[Charles de Gaulle]], dove impara la strategia bellica. Grazie agli studi, l'anno dopo diventerà campione europeo di [[Assedio]].
Allo scoppio della [[rivoluzione francese|rivoluzione]] nel [[1789]], Napoleone si trovava sul cesso e si prese un enorme spavento. Per fortuna riuscì a completare la sua opera senza gravi conseguenze. Così, ventenne e ufficiale del re Luigi XVI, fu inviato in Corsica dove, alla faccia della fedeltà, si unì al movimento rivoluzionario dell'isola e al movimento separatista corso<ref>Fonte: Wikipedia.</ref>, divenendo anti-monarchico, anti-francese e [[antipatia|antipatico]].
[[File:Bertinotti trombo.jpg|thumb|215px|''Robespierre'', foto di Oliviero Toscani ([[1790]] circa).]]
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{{quote|Yuk, e che cosa faremo domani sera??|Murat}}
{{quote|Quello che facciamo tutte le sere, Murat: TENTARE DI CONQUISTARE IL MONDO!|Napoleone dando uno schiaffo a Murat}}
Dapprima Napoleone, per non dare nell’occhio e non far sorgere sospetti circa le proprie mire espansionistiche in Europa, prese in considerazione l’idea di conquistare l’Europa partendo da Santo Domingo (l’attuale [[Haiti]]): inviò [[Charles Leclerc]] in quello sputazzo di isoletta dimenticata dal resto del mondo perché ne catturasse il condottiero e patriota [[Toussaint Louverture]] e lo spedisse come prigioniero in Francia. Dopodiché, quando aveva ormai causato sia la morte di Leclerc per febbre tropicale che quella di Louverture in prigionia, Napoleone si accorse che Leclerc era suo cognato, marito di sua sorella [[Paolina Bonaparte|Paolina]], e che Louverture aveva in passato combattuto al fianco dei francesi per impedire che Santo Domingo venisse presa dagli inglesi, al che ebbe la leggerissima sensazione di essersi tirato un autogoal; sensazione che fu poi confermata non appena consultò una cartina geografica qualsiasi e si accorse che Santo Domingo si trovava dall’altra parte dell’Atlantico rispetto all’Europa e, soprattutto, che era già una colonia francese e pertanto non necessitava di essere conquistata. In ogni caso quella ninfomane di sua sorella Paolina gli fu sempre grata per averla lasciata vedova e quindi di nuovo libera di puttaneggiare con chiunque avesse voluto. Napoleone ebbe a questo punto l’impressione che, se l’obiettivo era quello di conquistare l’Europa, forse era necessario combattere le guerre in Europa e non ad Haiti e fu così che nel 1804 sottoscrisse la sua rinuncia a combattere ad Haiti; quei furbacchioni degli haitiani, servendosi di una graffetta, allegarono a questa rinuncia anche la dichiarazione d’indipendenza e Napoleone, abituato come era a firmare senza prima leggere, sottoscrisse anche quella, perdendo una colonia senza che questa avesse combattuto per l’indipendenza, mentre egli in precedenza aveva combattuto per conquistarla anche se era già sua.
Napoleone si mise così a capo dell'[[Invincibile Armata]] contro la terza coalizione, costituita da Austria, Inghilterra, [[Russia]], [[Prussia]] e altri stati inutili. Napoleone affrontò Russi e Austriaci in diverse battaglie mai determinanti, data la nota incapacità del sovrano francese. Come al solito Napoleone vinse la battaglia definitiva grazie a un colpo di culo. Si trattava della famosa [[battaglia di Austerlitz]], persa dalla coalizione più che vinta dai Francesi. Austriaci e Russi difatti non si erano accorti di aver radunato il loro esercito su un [[lago]] ghiacciato, dato che i due popoli non avevano mai visto il [[ghiaccio]]. Al passaggio dei cannoni il ghiaccio si aprì facendo sprofondare tutto e tutti. Quando Napoleone arrivò sul campo di battaglia vide l'esercito nemico che annegava, fece tirare un colpo di cannore e urlò: ''«Centrato! Abbiamo vinto!»'' Napoleone così conquisto tutta l'Europa centrale, ad eccezione dell'Austria che divenne uno stato vassallo. La Prussia fu inglobata l'anno seguente nella [[battaglia di Jena]], dove i soldati prussiani si spararono tra di loro per colpa della [[nebbia]].
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===La campagna di Russia===
La campagna di Russia è un ambiente freddo e inospitale, generalmente si tratta di [[tundra]] o [[taiga]]. Nel 7° anno dell'era imperiale, o 23° dell'era rivoluzionaria, Napoleone decise di invadere la [[Russia]]. Finalmente la fortuna abbandonò Napoleone, che dimostrò al mondo la propria incapacità in ambito bellico: sbagliatissima infatti l'idea di cominciare l'attacco in pieno inverno, il 14 gelataio. In una prima fase arrivò fino a [[Mosca (città)|Mosca]], la [[assedio|assediò]] per una settimana e poi si accorse che la città era vuota: allora la occupò. La sua incuria e superficialità lo portarono a lasciare un mozzicone di sigaretta acceso vicino alle tende: fu l'incendio di Mosca. Senza viveri, uccisi dal freddo e dal caldo (ricordiamo infatti che Mosca era in fiamme) Napoleone ordinò la ritirata. E proprio qui fece un errore madornale: decise di ritornare a Parigi passando per la [[Mongolia]]! La ritirata fu disastrosa e fece [[millemila]] morti, a causa del freddo e dei russi che infierivano.
Durante la disastrosa ritirata i francesi furono in balìa del generale russo [[Michail Kutuzov]] il quale, per offrire a [[Tolstoj]] la possibilità di allungare il brodo di [[Guerra e Pace]], costrinse Napoleone a combattere una sfilza di battaglie prima di uscire dai confini della Russia; i cui confini, una volta che ci sei entrato, non è nemmeno facile trovare. La strategia utilizzata da Kutuzov fu comunque geniale, durante l’avanzata francese infatti illuse Napoleone di poter vincere facilmente attirandolo in città come Borodino, il cui nome permise a Napoleone di dire ai suoi soldati ''«Ragazzi, andiamo a conquistare Borodino!»''; mentre durante la ritirata lo attirò in città come Vjazma, Možajsk e Malojaroslavec, i cui nomi, ottenuti digitando sulla tastiera dei tasti a caso, fecero fare a Napoleone la figura del [[supercazzola|supercazzolatore]], facendogli perdere credibilità presso i suoi stessi soldati i quali sentendosi dire ''«Ragazzi, andiamo a conquistare Malojaroslavec!»'' temevano poi di sentirsi dire da lui ''«CHUUUUPA!»''. Giunto quasi ai confini della Russia, per poterne essere finalmente fuori, Napoleone si vide costretto ad attraversare il fiume [[Beresina]]. In realtà poteva uscire dalla Russia anche attraversando il [[Volga]], ma scartò questa mossa perché gli sembrava troppo volgare! Vide che stranamente l’acqua della Beresina, a differenza degli altri fiumi, non si era congelata e che quindi non c’era alcun rischio di sfondarne la superficie ghiacciata per poi affogarci dentro, in realtà nei pressi della Beresina c’era un gruppetto di cosacchi lì radunatisi per cuocere e pescare il pesce: prima cuocerlo dentro il fiume con un macroscopico fornello che ne portasse ad ebollizione l’acqua e per poi pescarlo dal fiume bollente; quando Napoleone decise di attraversare l’apparentemente innocuo fiume chiamò a sé tutta la Grande Armata gridando ''«Chez ma unité!»'', che in francese vuol dire “con la mia unità”, i pescatori cosacchi che stavano lì vicino lo sentirono e pensarono che li avesse chiamati “scimuniti!” cosicché, dopo essersi giustamente incazzati ed aver esclamato ''«Cosa? A chi?»'' (dal che il nome “cosacchi”), spensero il fornello e lasciarono congelare migliaia di soldati nell’acqua del fiume che frattanto ricominciò a ghiacciarsi. Tutt’oggi quei soldati napoleonici sono incastonati nel ghiaccio e sono diventati una gettonatissima attrazione turistica, di tanto in tanto vengono scongelati e credono ancora di stare combattendo contro la Russia; nel 2014, per esempio, la [[NATO]] li ha scongelati per aizzarli contro la Russia e papparsi ai suoi danni l’Ucraina (anche se i media ci hanno voluto fare credere il contrario), col risultato che è stata invece la Russia a papparsi la Crimea dimostrando come dopo due secoli quei soldati siano rimasti delle emerite schiappe.
==La sconfitta di Lipsia e l'esilio all'Elba==
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