Napoleone Bonaparte: differenze tra le versioni

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A 15 anni entra nella Scuola Militare di Parigi [[Charles de Gaulle]], dove impara la strategia bellica. Grazie agli studi, l'anno dopo diventerà campione europeo di [[Assedio]].
 
Allo scoppio della [[rivoluzione francese|rivoluzione]] nel [[1789]], Napoleone si trovava sul cesso e si prese un enorme spavento. Per fortuna riuscì a completare la sua opera senza gravi conseguenze. Così, ventenne e ufficiale del re Luigi XVI, fu inviato in Corsica dove, alla faccia della fedeltà, si unì al movimento rivoluzionario dell'isola e al movimento separatista corso<ref>Fonte: Wikipedia.</ref>, divenendo anti-monarchico, anti-francese e [[antipatia|antipatico]]. ConIntanto i [[Savoia]], invidiosi dei [[Borboni]] e del loro [[Vesuvio]], volevano avere un vulcano anche nel loro regno cosicché assoldarono un idraulico con l’incarico di sturare il tempoMoncenisio e trasformarlo in un vulcano e per pagarlo misero all’asta la [[Sardegna]]: i Borboni offrirono sessanta lire, i barboni zero (cioè tutto quello che avevano), il doge di Venezia cento e lo [[Stato della Chiesa]] settantacinque, mentre Napoleone, che voleva anch’egli impadronirsi della Sardegna, affittò la Louisiana agli [[Stati Uniti d’America]] e con il ricavato offrì centocinquanta lire; purtroppo per lui i sardi si accorsero proprio in quel momento di essere stati messi all’asta (cinque minuti prima si erano accorti anche di appartenere ai Savoia) ed offrirono Millelire, [[Domenico Millelire]], una specie di [[Mio cuggino|cuggino]] che ogni sardo chiamava quando venivano a pestarlo e contro il quale perfino Napoleone le prese di santa ragione. E per colpa dei sardi il Moncenisio rimase un banalissimo colle come tanti altri. Cosicché Napoleone abbandonò definitivamente il suo sogno di impossessarsi della Sardegna ritornando ad aderìabbracciare sempre più agligli ideali della rivoluzione, come ''"Figa per tutti"'', e si mise definitivamente dalla parte dei rivoluzionari. NelDal 12 fruttidoro al 12 frutti di mare (6 ostriche e 6 vongole) del [[1793]] cacciò i realisti dalla città di [[Tolone]], mostrando giàfinalmente il suo precoce genio militare: difatti fece credere ai realisti che avrebbe attaccato la città dalle montagne, per attaccare poi dall'altro versante. Ma a Tolone non ci sono montagne, per cui l'esercito realista si spostò in paranza fino alle [[Alpi]] lasciando la città sguarnita. Napoleone entrò nella città acclamato da due pescatori e un salumiere, mentre il resto della cittadinanza si chiedeva: ''«ma dove cazzo sono gli altri?»''
 
[[File:Bertinotti trombo.jpg|thumb|215px|''Robespierre'', foto di Oliviero Toscani ([[1790]] circa).]]
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{{quote|Yuk, e che cosa faremo domani sera??|Murat}}
{{quote|Quello che facciamo tutte le sere, Murat: TENTARE DI CONQUISTARE IL MONDO!|Napoleone dando uno schiaffo a Murat}}
 
Dapprima Napoleone, per non dare nell’occhio e non far sorgere sospetti circa le proprie mire espansionistiche in Europa, prese in considerazione l’idea di conquistare l’Europa partendo da Santo Domingo (l’attuale [[Haiti]]): inviò [[Charles Leclerc]] in quello sputazzo di isoletta dimenticata dal resto del mondo perché ne catturasse il condottiero e patriota [[Toussaint Louverture]] e lo spedisse come prigioniero in Francia. Dopodiché, quando aveva ormai causato sia la morte di Leclerc per febbre tropicale che quella di Louverture in prigionia, Napoleone si accorse che Leclerc era suo cognato, marito di sua sorella [[Paolina Bonaparte|Paolina]], e che Louverture aveva in passato combattuto al fianco dei francesi per impedire che Santo Domingo venisse presa dagli inglesi, al che ebbe la leggerissima sensazione di essersi tirato un autogoal; sensazione che fu poi confermata non appena consultò una cartina geografica qualsiasi e si accorse che Santo Domingo si trovava dall’altra parte dell’Atlantico rispetto all’Europa e, soprattutto, che era già una colonia francese e pertanto non necessitava di essere conquistata. In ogni caso quella ninfomane di sua sorella Paolina gli fu sempre grata per averla lasciata vedova e quindi di nuovo libera di puttaneggiare con chiunque avesse voluto. Napoleone ebbe a questo punto l’impressione che, se l’obiettivo era quello di conquistare l’Europa, forse era necessario combattere le guerre in Europa e non ad Haiti e fu così che nel 1804 sottoscrisse la sua rinuncia a combattere ad Haiti; quei furbacchioni degli haitiani, servendosi di una graffetta, allegarono a questa rinuncia anche la dichiarazione d’indipendenza e Napoleone, abituato come era a firmare senza prima leggere, sottoscrisse anche quella, perdendo una colonia senza che questa avesse combattuto per l’indipendenza, mentre egli in precedenza aveva combattuto per conquistarla anche se era già sua.
 
Napoleone si mise così a capo dell'[[Invincibile Armata]] contro la terza coalizione, costituita da Austria, Inghilterra, [[Russia]], [[Prussia]] e altri stati inutili. Napoleone affrontò Russi e Austriaci in diverse battaglie mai determinanti, data la nota incapacità del sovrano francese. Come al solito Napoleone vinse la battaglia definitiva grazie a un colpo di culo. Si trattava della famosa [[battaglia di Austerlitz]], persa dalla coalizione più che vinta dai Francesi. Austriaci e Russi difatti non si erano accorti di aver radunato il loro esercito su un [[lago]] ghiacciato, dato che i due popoli non avevano mai visto il [[ghiaccio]]. Al passaggio dei cannoni il ghiaccio si aprì facendo sprofondare tutto e tutti. Quando Napoleone arrivò sul campo di battaglia vide l'esercito nemico che annegava, fece tirare un colpo di cannore e urlò: ''«Centrato! Abbiamo vinto!»'' Napoleone così conquisto tutta l'Europa centrale, ad eccezione dell'Austria che divenne uno stato vassallo. La Prussia fu inglobata l'anno seguente nella [[battaglia di Jena]], dove i soldati prussiani si spararono tra di loro per colpa della [[nebbia]].
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===La campagna di Russia===
La campagna di Russia è un ambiente freddo e inospitale, generalmente si tratta di [[tundra]] o [[taiga]]. Nel 7° anno dell'era imperiale, o 23° dell'era rivoluzionaria, Napoleone decise di invadere la [[Russia]]. Finalmente la fortuna abbandonò Napoleone, che dimostrò al mondo la propria incapacità in ambito bellico: sbagliatissima infatti l'idea di cominciare l'attacco in pieno inverno, il 14 gelataio. In una prima fase arrivò fino a [[Mosca (città)|Mosca]], la [[assedio|assediò]] per una settimana e poi si accorse che la città era vuota: allora la occupò. La sua incuria e superficialità lo portarono a lasciare un mozzicone di sigaretta acceso vicino alle tende: fu l'incendio di Mosca. Senza viveri, uccisi dal freddo e dal caldo (ricordiamo infatti che Mosca era in fiamme) Napoleone ordinò la ritirata. E proprio qui fece un errore madornale: decise di ritornare a Parigi passando per la [[Mongolia]]! La ritirata fu disastrosa e fece [[millemila]] morti, a causa del freddo e dei russi che infierivano.
 
Durante la disastrosa ritirata i francesi furono in balìa del generale russo [[Michail Kutuzov]] il quale, per offrire a [[Tolstoj]] la possibilità di allungare il brodo di [[Guerra e Pace]], costrinse Napoleone a combattere una sfilza di battaglie prima di uscire dai confini della Russia; i cui confini, una volta che ci sei entrato, non è nemmeno facile trovare. La strategia utilizzata da Kutuzov fu comunque geniale, durante l’avanzata francese infatti illuse Napoleone di poter vincere facilmente attirandolo in città come Borodino, il cui nome permise a Napoleone di dire ai suoi soldati ''«Ragazzi, andiamo a conquistare Borodino!»''; mentre durante la ritirata lo attirò in città come Vjazma, Možajsk e Malojaroslavec, i cui nomi, ottenuti digitando sulla tastiera dei tasti a caso, fecero fare a Napoleone la figura del [[supercazzola|supercazzolatore]], facendogli perdere credibilità presso i suoi stessi soldati i quali sentendosi dire ''«Ragazzi, andiamo a conquistare Malojaroslavec!»'' temevano poi di sentirsi dire da lui ''«CHUUUUPA!»''. Giunto quasi ai confini della Russia, per poterne essere finalmente fuori, Napoleone si vide costretto ad attraversare il fiume [[Beresina]]. In realtà poteva uscire dalla Russia anche attraversando il [[Volga]], ma scartò questa mossa perché gli sembrava troppo volgare! Vide che stranamente l’acqua della Beresina, a differenza degli altri fiumi, non si era congelata e che quindi non c’era alcun rischio di sfondarne la superficie ghiacciata per poi affogarci dentro, in realtà nei pressi della Beresina c’era un gruppetto di cosacchi lì radunatisi per cuocere e pescare il pesce: prima cuocerlo dentro il fiume con un macroscopico fornello che ne portasse ad ebollizione l’acqua e per poi pescarlo dal fiume bollente; quando Napoleone decise di attraversare l’apparentemente innocuo fiume chiamò a sé tutta la Grande Armata gridando ''«Chez ma unité!»'', che in francese vuol dire “con la mia unità”, i pescatori cosacchi che stavano lì vicino lo sentirono e pensarono che li avesse chiamati “scimuniti!” cosicché, dopo essersi giustamente incazzati ed aver esclamato ''«Cosa? A chi?»'' (dal che il nome “cosacchi”), spensero il fornello e lasciarono congelare migliaia di soldati nell’acqua del fiume che frattanto ricominciò a ghiacciarsi. Tutt’oggi quei soldati napoleonici sono incastonati nel ghiaccio e sono diventati una gettonatissima attrazione turistica, di tanto in tanto vengono scongelati e credono ancora di stare combattendo contro la Russia; nel 2014, per esempio, la [[NATO]] li ha scongelati per aizzarli contro la Russia e papparsi ai suoi danni l’Ucraina (anche se i media ci hanno voluto fare credere il contrario), col risultato che è stata invece la Russia a papparsi la Crimea dimostrando come dopo due secoli quei soldati siano rimasti delle emerite schiappe.
 
==La sconfitta di Lipsia e l'esilio all'Elba==