Miguel de Cervantes: differenze tra le versioni

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Miguel de Cervantes capì anche che la maggior parte della gente compra un libro non perchè voglia leggerlo ma perchè ha degli antiestetici spazi da riempire nella libreria. Sfruttò la cosa a suo vantaggio, inframmezzando le mille e passa pagine del romanzo con definizioni prese dal vocabolario e ripetizioni, tanto chi se ne accorge? Leggiamo quanto succede a pagina 60:
 
<blockquote>(...) Proprio allora, videro in lontananza trenta o quaranta mulini a vento, e subito Don Chisciotte disse al suo scudiero:<br /><<La fortuna guida le nostre cose meglio di quanto potessimo desiderare, amico Sancio. Ingaggerò battaglia con quei giganti>>.<br /><<Nella mitologia e nel folklore, il gigante è una creatura simile a un uomo, ma di enormi dimensioni.>> disse Sancio guardando all'orizzonte, <<Da questo significato principale derivano numerosi altri usi del termine:<br />La Tomba dei giganti, un monumento nuragico.<br />I Giganti di Monti Prama, antiche sculture sarde.<br />La Sala dei giganti, stanza affrescata di Palazzo Te a Mantova, opera di Giulio Romano>>.<br /><<Proprio così, mio fedele amico! La fortuna guida le nostre cose meglio di quanto potessimo desiderare, amico Sancio. Ingaggerò battaglia con quei giganti>> rispose Don Chisciotte, e detto questo spronò Ronzinante Ronzinante Ronzinante Ronzinante Ronzinante.<br /><<Guardi, vostra signoria>> cercò di avvisarlo Sancio, <<che quelli non sono giganti, ma mulini a vento. Un mulino (o molino, dal latino molinum derivante da mola), è uno strumento che produce un lavoro meccanico derivato dallo sfruttamento di una forza (prodotta dall'energia elettrica, dal vento, dall'acqua o dalla spinta animale/umana). Il termine "mulino" trova una sua etimologia nel fatto che esso>> (...)>>
</blockquote>
 
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