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{{Cit2|Il momento culminante della mia vita non è stato quando ho vinto premi letterari, o ho scritto libri, ma quando la notte dal 15 al 16 sono partito da qui sul Don con 70 alpini e ho camminato verso occidente per arrivare a casa, e sono riuscito a sganciarmi dal mio caposaldo senza perdere un uomo, e riuscire a partire dalla prima linea organizzando lo sganciamento, quello è stato il capolavoro della mia vita... |Mario Rigoni Stern su deliri di onnipotenza dovuti alla demenza senile}}
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== Biografia ==
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=== La nascita e l'infanzia ad Asiago, la città del formaggio e delle bombe inesplose ===
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=== Mario va a fare un picnic nella campagna di Russia ===
Passano i dorati anni dell'infanzia e la seconda guerra mondiale si fa imminente. Mario, cresciuto a suon di [[Federico Moccia|romanzi cavallereschi]] e [[Topolino]], si arruola nel corpo degli [[Alpini]] pensando di avere così la possibilità di compiere eroiche imprese.<br/>In realtà la guerra è un'altra cosa: sballottato sui fronti di tutta [[Europa]], Mario comprende che gli eroi non esistono e che la guerra è solo una carneficina senza senso. Inoltre, scopre a sue spese che prima di mangiare le gallette è consigliabile scartarle dalla confezione.<br />Nel [[1943]] viene spedito a combattere in [[Russia]], e in quella gelida terra si trova a contatto con situazioni drammatiche: viveri e vestiario insufficienti, disgustose pulci ovunque, diarrea e congelamenti all'ordine del giorno.<br/>Mario si trova così bene che quasi non gli sembra vero. "''Mi pareva di stare a casa, ad Asiago!''"- dirà anni dopo a proposito dell'esperienza. La guerra in Russia non è però tutta rose e fiori <ref>E grazie al cazzo!</ref>, infatti Mario viene catturato dai russi e internato in un [[Campo di concentramento|lager]], e qui è costretto a fabbricare palloni di cuoio per due anni.<br/>Nel [[1945]] fugge salendo alla chetichella su un camion e nascondendosi dentro un sacco di mangime. Giunto in [[Ucraina]], [[Gigolò|a forza di dimenare il suo sodo culetto negli strip-club]] per [[Milf|signore infoiate]] riesce a racimolare abbastanza risparmi per fare ritorno in [[Italia]].<br/>Tornato in patria, Rigoni Stern viene insignito della ''Medaglia di stagno al valore militare'' con la seguente motivazione:
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{{quote|Rigoni Mario da Asiago (VI) – Classe 1921 – Sergente 6° Alpini Btg. “VESTONE”<br/>Sottufficiale volontario di alti sentimenti e infima estrazione sociale, incurante del pericolo e dell'igiene intima, durante le operazioni di sganciamento da una trincea ormai indifendibile assumeva il comando di un plotone di fucilieri, caricandosi sulle spalle e portando in salvo due mortai d'assalto, un ufficiale assiderato, cinque soldati semplici e un mulo da soma.<br/>Giunto arditamente sulla quota assegnata, e accortosi di aver lasciato in mano nemica un gallone di grappa, con grande rischio della propria vita e profusione di sonore bestemmie si lanciava a riconquistare il prezioso manufatto.<br />Fulgido esempio di eroico ardimento, folle ostinazione e sex-appeal montanaro.|}}
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Forse per via della sua medaglia o per il fatto di essere l'unico abitante di Asiago a saper leggere e scrivere, finita la guerra Mario Rigoni Stern ottiene un lavoro all'Ufficio Catasto del paese. Mantiene tale impiego per quarantaquattro anni, e al momento di abbandonarlo tenta il suicidio ingoiando per disperazione la graffettatrice dell'ufficio e tutte le visure catastali dalla A alla F.<br/>Rigoni Stern esordisce come scrittore nel [[1953]] con il libro autobiografico "''Il sergente nella neve''". A dire il vero fatica inizialmente a fare accettare il suo manoscritto alla casa editrice [[Einaudi]]; il merito di aver creduto in Stern va al noto scopritore di talenti letterari '''Elio Vittorini''', che si è espresso così nei confronti dello scrittore di Asiago:
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{{quote|La prima impressione che ho avuto di Mario Rigoni Stern si può tranquillamente riassumere in tre parole: "Oh, mio Dio!"<br/>Sul serio, era un uomo disgustoso! Mi pareva un villico uscito dalle caverne!<br/>Insisteva nello spedirci per posta il suo romanzo scritto a mano su quella sudicia carta che viene usata per incartare i formaggi. Anzi, tante volte oltre al romanzo c'erano pure dei resti di formaggio avariato! Un tanfo!<br/>Ce ne avrà mandati quindici o sedici di manoscritti così! E tutti ovviamente in quell'incomprensibile lingua cimbra!<br/>Alla fine l'abbiamo pubblicato per disperazione. Davvero, non accennava a fermarsi, e stava ammorbando gli uffici della redazione coi suoi formaggi!|}}
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== Opere ==
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L'opera narrativa di Mario Rigoni Stern è caratterizzata <s>da un'acuta forma di monomania</s> dall'estrema varietà di temi e argomenti trattati.<br/>Nei suoi libri infatti il barbuto scrittore parla di [[montagna]], [[natura]] e [[guerra]], ma anche di montagna, [[animali]], natura, tradizioni, montagna, animali, guerra, guerra, tradizioni e addirittura di montagna. Le sue opere più celebri sono:
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