Marco Valerio Marziale: differenze tra le versioni

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Una volta giunto nella {{citnec|Città Eterna}}, a dispetto delle proprie origini extracomunitarie fece amicizia col giovane avvocato di simpatie leghiste [[Decimo Giunio Giovenale]] e venne da costui introdotto nel circolo spagnolo che faceva capo a [[Seneca]]<ref>Il fatto che Seneca fosse già morto è indice della grandissima ''vitalità'' di tale circolo.</ref>. In seguito a un’accorta quanto spontanea lettura delle opere filosofiche del Maestro, il giovane Marziale decise di avere un nuovo scopo nella vita: tradurne in esametri i preziosi insegnamenti. Tuttavia, qualcosa dovette andare storto, poiché non risulta che [[Seneca]] trattasse di [[pornografia]].
 
Scrisse così per un numero imprecisato di anni {{citnec|arguti}} libercoli di poesie che gli fecero ottenere un grandissimo successo nell’Urbe, ma pochissimi soldi in quanto il [[libraio]] gli aveva fregato i diritti. Il giovane amico Giovenale si mostrò provvidenziale per salvarlo dell’indigenza, insegnandogli la pratica della ''salutatio'', uno [[sport]] molto praticato nella [[Roma]] del tempo, consistente nel passare di fronte alle ville per sfanculare i [[ricco|ricchi]] appena svegliatisi, recuperando poi gli ortaggi che costoro lanciavano loro dietro e ottenendo così di che sfamarsi per la giornata. Naturalmente, grazie all’incredibile vena poetica Marziale si dimostrò subito un campione in questa disciplina, riportando il primo posto nel ''Campionato rionale della Suburra'' per sedici anni consecutivi e ribaltando per ben tre volte il ''derby'' in favore della Lazio.
 
[[File:Mausoleo romano con spazzatura davanti.jpg|left|thumb|200px|Le periferie della dorata [[Roma]] imperiale sono l'ambientazione della maggior parte degli epigrammi di Marziale. Qui siamo più verso [[Napoli]], però.]]
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