Luigi Giussani: differenze tra le versioni

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Per onor di verità, Don Giussani ha fatto un’azione degna di lode nella sua vita: è morto. A tale evento, tutti i più devoti Ciellini, (tra cui tutti i professori Ciellini di tutte le materie istituiti per distorcere in chiave cattolico-pidiellina le più discipline, per plagiare le menti e per '''fare più favoritismi possibile a tutti gli allievi affiliati''') si sono trasferiti in massa a celebrare le esequie. Era l’occasione buona per buttare una grossa bomba in Piazza Duomo a [[Milano]] e fare un po’ di ordine, ma il Governo [[Svizzero]] se l’è fatta sfuggire. Accidentaccio. L’unica conseguenza dell’allegra scampagnata c’è stata per gli allievi dei suddetti Prof., lasciati nelle rispettive aule a non fare un cazzo. Sagace la battuta di uno di questi giovincelli: ''“Giussani dovrebbe morire tre volte la settimana”''.
 
== Giussani e la scrittura ==
[[File:Giussani libro.jpg|right|thumb|Giussani e la sua raffinata dialettica.]]Giussani era indubbiamente afflitto da grafomania. Come Plutarco, Origene, [[Cicerone]], [[Suor Germana]] e [[Francesco Totti]]. Ha scritto una quantità inimmaginabile di libri, articoli, Sure, ricette, [[Foglietto illustrativo|bugiardini di medicine]] e istruzioni per l’uso di [[Profilattico|profilattici]] (rigorosamente bucati altrimenti è peccato).
 
 
Il suo stile è melodioso quanto un cantiere navale ed è assimilabile a quello di [[Nostradamus]]: aleatorio e sgrammaticato. Per entrambi la mancanza di significato nello scritto consente al lettore di mettere in bocca all’autore tutto ciò che gli sembra più opportuno, permettendo di stravolgere ogni frase per adattarla a un contesto ideologizzato già pronto in precedenza.
 
Molte di queste perle sono state disseminate nella rivista Tracce, allegato mensile di [[Playboy]], allegato mensile di [[Avvenire]], a sua volta allegato mensile di Tracce.
 
{{quote|O no? Aspetta un attimo mi sono confuso... Come cazzo è possibile? Ah, sì, trovato, la vecchia scusa
che funziona sempre: Mistero della [[Federica|Fede]]!|}}
 
Dicevamo: tratti salienti della prosa giussaniana sono:
 
*Anacoluti
*Contraddizioni (''“Il Mistero non può essere posseduto: è oggetto di esperienza ma non può essere posseduto, cioè misurato, esaurito, abbracciato nella sua totalità. Ma è altrettanto vero che è posseduto”'').
*Disomogeneità
*Bambineschi sensazionalismi (esclamazioni campate in aria, anafore insensate, accumulazioni sinonimiche di dubbio gusto, esordi caratterizzati da ridondante platealità)
[[File:Biscardi.jpg|right|thumb|191px|Il maestro di Italiano di Giussani durante una dissertazione teologica]]
*Distinzioni capziose (''“Il Mistero non è l’ignoto; è l’ignoto in quanto diventa contenuto di esperienza sensibile”'').
*Voli pindarici
*Metafore bolse e/o inappropriate
*Esplicazioni confusionarie
*Paralogismi parecchio astrusi (''“Il Verbo di Dio è un possesso inesauribile e, perciò, non può che essere vissuto nell’umiltà”'')
*Riferimenti a pregressi non specificati
*Parole straniere per suscitare Xenikòn nel lettore (Xenikòn = straniamento, capre!)
*Qualunquismi
*Intermezzi non richiesti e chiose a margine di nullo interesse
*Citazioni a sproposito
 
Gustiamoci quindi un ''icastico'' paragrafo nella sua più totale e stilnovistica musicalità e fragranza.
 
''“Il Verbo di Dio, fatto seme nel seno della Madonna, la Madonna lo possedeva; fatto bambino, giovane, uomo, la Madonna come madre lo possedeva, come donna che era sua madre lo possedeva”''.
 
Per tutti codesti indubbi meriti, Giussani è anche soprannominato ''Il [[Jessica Fletcher]] del [[Cristianesimo]].''
 
{{Uominidichiesa}}
 
[[Categoria:Personaggi religiosi]]
[[Categoria:Chiesa cattolica]]
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