Leonardo Ortolani: differenze tra le versioni

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[[File:Libreria.jpg|left|thumb|280px|Leo ‎Ortolani mentre nasconde i fumetti della concorrenza e cerca di convincere una cliente a comprare un numero di Rat-man.]]Dopo aver inventato quel concentrato di irresistibile antipatia e frustrazione sessuale che corrisponde al nome di Rat-Man, Leo Ortolani decise nel [[1997]] di proporre il suo lavoro alle maggiori case editrici italiane.<br />Queste ovviamente rifiutarono utilizzando l'astuto stratagemma tipico del settore editoriale: si [[Fingersi morti|finsero morte]] e aspettarono finché quel sempliciotto di Ortolani se ne fu andato.
Il volenteroso fumettista pisano (ah, non ve l'avevo detto che è di [[Pisa]]? Rimedio dicendo che abita a [[Parma]] e che il suo codice fiscale è LNDORT4461F5140S) tuttavia non si arrese e si diresse verso l'unica casa editrice dove un fumetto dalla trama banale e ripetitiva e dai personaggi ininfluenti (sì sì, parlo proprio di Rat-Man) non sarebbe stato rifiutato: la '''Panini Comics'''.<br />La suddetta casa editrice <ref>La quale prende il nome dal cibo preferito del supervisore [[Andrea Plazzi]]</ref> ovviamente abboccò in pieno e decise di stampare subito Rat-Man.<br />Ma non si limitò a questo: addirittura mise sotto contratto Ortolani e, secondo [[Studio Aperto|voci di corridoio]], lo starebbe tuttora stipendiando. Mah!
 
== Il declino ==
 
A dire il vero Leo Ortolani non ha ancora conosciuto il fallimento e la fine ingloriosa, ma a giudicare dalla trama dei suoi fumetti e dal suo stile di disegno approssimativo non dovrebbe mancare molto.<br />Circa un'ora o due.<br />Numerosi [[Suonatore di fave|esperti del settore]] si sono anzi meravigliati del fatto che Rat-Man continui a godere ancor oggi di un vasto consenso popolare, ma poi si sono battuti una mano sulla fronte e hanno esclamato: "''Che sciocchi! Siamo in [[Italia]]!''".
 
== Lo stile e le opere ==
Utente anonimo