L'ispettore Coliandro: differenze tra le versioni

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Nella serie, vengono affrontati diversi argomenti, almeno a sentire [[Carlo Lucarelli]]. Secondo Sua Eminenza Paurosa, la serie vuole rappresentare ''com'è realmente la polizia'': un branco di idioti, che passano le giornate a cazzeggiare invece di lavorare. Obiettivo centrato in pieno, Carlo!
 
Inoltre, ad ogni puntata dello sceneggiato viene tratteggiato ''un ritratto di attualità italiana'': [[mafia]], [[immigrazione]], [[puttana d'alto bordo|escort]], [[droga]], party dell'alta società a base di coca e sgualdrine, eccetera. [[Eh?|Coliandro, indagando di volta in volta, scopre in modo amaramente comico, i vizi e i difetti della società italiana in un finissimo meccanismo psicologico-induttivo in cui realtà e finzione si fondono in un'amalgama insapida da cui spunta chiaramente, grazie alla sapiente mano del regista, il tentativo di cambiare tutto ciò, impersonato dall'ingenuità di Coliandro]].
 
Altro tratto fondamentale di Coliandro è il ''[[pregiudizio]]'': pur reputandosi [[comunista]], l'ispettore spesso si esibisce in urlate contro alcuni mariuoli cinesi che vivono sotto casa sua ("''Ma 'sti Chin Chun Chan che escono da una macchina? Tutti uguali?''"), contro i musulmani ("''Aaah, senti Alì Babà, rimetti a posto la scimitarra e lascia fare a me''"), contro i [[rom]] ("''Mah, sai come sono 'sti nomadi... vanno qui, aprono un circo lì...''") contro i [[carabinieri]] ("''Sì, ma ai cugini<ref>Così chiama Coliandro i carabinieri, che immediatamente hanno avviato le pratiche per il disconoscimento familiare. "Quel coglione non è nostro cugino!".</ref>... decisamente gli manca qualcosa nel cervello''"). Questo - stranamente - è quanto di più aderente alla vera realtà dei poliziotti italiani. Il buon Lucarelli si deve essere informato piuttosto bene.
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