Jesi: differenze tra le versioni

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Terzo in ordine di importanza viene il [[volley]], specificatamente quello femminile.<br />Questo in virtù del fatto che il più ricco industriale della città ha una passione smodata per questo sport, tanto che all’inizio del nuovo millennio acquistò l’intera nazionale italiana neo campione del mondo, più le capitane degli [[Stati Uniti]] (secondi), di [[Cuba]] (terzi) e del [[Brasile]] (quarti).<br />Fu un decennio di assoluto predominio sul patrio suolo, in cui ogni singolo anno la formazione jesina arrivò in finale sia dello Scudetto che della Coppa Italia. Il destino rio e beffardo, oltre che un'indubbia [[Coglione|coglionaggine]] di fondo, volle però che venissero immancabilmente sconfitte da squadre sempre diverse e che, con ogni probabilità, passavano di là per caso.<br />Dopo una decade di secondi posti e di investimenti pari al [[Pil]] della regione, durante il quale si portò a casa solo l’equivalente di una umiliante [[coppa Uefa]], al presidente si smerigliarono i coglioni e decise di retrocedere volontariamente la squadra in B2 dove attualmente occupa, giustamente, la seconda posizione.
 
Al quarto posto tra gli sport preferiti viene il [[calcio]]. Questo non grazie ai risultati della squadra locale - che in 173 anni di storia non ha mai vinto nemmeno un incontro tra scapoli e ammogliati - ma in quanto la città ha dato i natali agonistici a due campioni del calibro di [[Roberto Mancini]] e di [[Luca Marchegiani]], fatto di cui i tifosi vanno enormemente fieri. Sappiate che è assolutamente inutile ricordare loro che di Marchegiani [[A nessuno importa|nessuno se ne ricorda]] e che Mancini sta sul cazzo a tutta Italia, perché non vi crederanno. Stranamente il tecnico jesino non è molto ben visto nemmeno in [[Inghilterra]]. Persino vincere uno scudetto al 94' minuto dell'ultima di campionato grazie ad un biscottone clamoroso non gli ha giovato un granché. Valli un po' a capire 'sti inglesi...<br />Unico aspetto rilevante della storia calcistica jesina è l’atavica faida con i Sanbenedettesi. Questa rivalità, che nel tempo ha causato più morti della bomba di [[Hiroshima]], ha radici antiche ma soprattutto ignote, dato che [[San Benedetto del Tronto|San Benedetto]] dista da Jesi più o meno come la periferia di [[Mosca (città)|Mosca]] e che le due formazioni sonohanno statemilitato per il 97% della loro storia in campionati differenti<ref>Solitamente la Samb otto categorie sopra</ref>.
[[File:Roberto Mancini esulta.jpg|right|thumb|270px|[[Roberto Mancini]] a Parigi immortalato nell'istante della stoccata decisiva per la sconfitta mondiale della Vezzali contro la Di Francisca. Anche lui è rimasto salomonicamente neutrale.]] L’origine della lotta è materia di diverse leggende, ma l'[[autore di questo articolo]] ne è venuto a conoscenza durante una lunga conversazione al [[bar]] con un vecchietto ubriaco che l’aveva saputo da suo [[nonno]] quand’era ubriaco.<br />Sembra che le due tifoserie siano entrate in contatto per la prima volta diversi anni fa in un [[autogrill]] nei pressi di Ancona. I sambenedettesi si stavano recando a [[Perugia]] per supportare la loro squadra che puntava alla salvezza nel campionato di [[serie B]], mentre gli jesini stavano andando a [[Mirabilandia]] per dimenticare d’aver appena perso anche col Borgo Tre Case. Fato volle che le donne sanbenedettesi recassero con loro un quantitativo di [[olive all’ascolana]] capace di colmare una discarica, al fine di rifocillare i loro congiunti durante le fatiche del tifo. A quel punto, inopinatamente, un bimbo jesino ebbe l’audacia di chiedere se poteva averne una. Al repentino rifiuto della comare si scatenò l’inferno. I feriti da ambo le parti crescevano ad ogni minuto, così come gli sfregiati in conseguenza del fitto lancio di sassi, panini [[Camogli]] e CD di [[Ornella Vanoni]]. Poi, nel bel mezzo della ressa generale, si udì un sanbenedettese gridare: "''E inoltre sapete cosa vi dico? Non è che la [[scherma]] sia poi tutto ‘sto gran ché!''".<br />Non vi furono sopravvissuti.
 
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