Il deserto dei Tartari: differenze tra le versioni

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#REDIRECT [[Installa Classical Text Editor per continuare su Nonciclopedia]]{{Cit2|Il maggiore Drogo sentì che il duro carico dell’animo suo stava per rompere in pianto. Proprio allora dai fondi recessi uscì limpido e tremendo un nuovo pensiero: la morte. Gli parve che la fuga del tempo si fosse fermata, come per rotto incanto. La vita dunque si era risolta in una specie di scherzo, per un’orgogliosa scommessa tutto era stato perduto.<br />La porta della camera palpitava con uno scricchiolio leggero. Forse era un soffio di vento, un semplice risucchio d’aria di queste inquiete notti di primavera. Forse era invece lei che era entrata, con passo silenzioso, e adesso stava avvicinandosi alla poltrona di Drogo. Facendosi forza, Giovanni raddrizzò un po’ il busto, si assestò con una mano il colletto dell’uniforme, diede ancora uno sguardo fuori dalla finestra, una brevissima occhiata, per l’ultima sua porzione di stelle. Poi nel buio, benché nessuno lo vedesse, sorrise.”|Giovanni Drogo su bellezza poetica del morire solo come un cane dopo un'abbuffata di cozze}}
 
'''Il deserto dei Tartari''' è un romanzo ricco di azione, sparatorie e [[cammelli]], scritto dal [[giornalista]] [[Dino Buzzati]] durante un [[concorso]] per un posto in [[Rai]] nel [[1939]]. Il concorso, che si componeva di semplici domande a risposta multipla, vide Buzzati classificarsi misteriosamente all'ultimo posto.<br />''Il deserto dei Tartari'' è universalmente considerato uno dei migliori esempi del filone fantastico: sarebbe infatti fantastico riuscire a finire questo libro, ma nessuno ci è mai riuscito.
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