Grazie Padre Pio: differenze tra le versioni

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==Genere==
Mentre il titolo può spingere a pensare che si tratti soltanto di una pellicola religiosa, Grazie Padre Pio incarna in sé diversi generi che vanno dall'action al [[musical]], creando una miscela omogenea difficilmente riscontrabile in altre produzioni di questo calibro, capace di tenere lo spettatore col [[Dormire|fiato sospeso]] fino all'ultimo minuto del lungometraggio. Il [[Noia|pathos]] che trasuda dalle prime scene di vita familiare, in cui un fantastico Gigione parte per la tournée lasciando al figlio le raccomandazioni di rito viene presto spezzato dall'angosciante turbine di [[mistero]] in cui la vita del giovane Jo Donatello precipita dopo l'ìncontro con la timida Sara e il losco Don Franco. Ed è proprio in questo momento che si innesta la vicenda che vede il nostro Santo [[Padre Pio]] compiere il miracolo che riporterà il bravo Donatello sulla retta via, grazie all'aiuto di un senza tetto e alla tenacia del povero Gigione, costretto ad un difficile [[pellegrinaggio]] in pullman a [[San Giovanni Rotondo]] per riprendersi il figlio.
 
==Analisi di un capolavoro dei nostri tempi==
===Prima parte===
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Dopo un'incredibile carrellata di panorami mozzafiato di [[Napoli]] che introduce l'ambientazione partenopea neorealista del film, scopriamo che il nostro beniamino [[Gigione]] è in partenza per lavoro, ma prima di andarsene fa la solenne promessa al figlio Jo Donatello che al suo ritorno canteranno insieme. Donatello però sembra presagire gli eventi che segneranno il suo prossimo [[futuro]] lasciandosi sfuggire un doloroso "''Seee.... ma quando?!''". Ma Gigione, dall'alto della sua infinita saggezza, lo rassicura ricordandogli che per i giovani un mese passa in fretta. Il breve ma intenso dialogo tra [[padre]] e [[figlio]] ci fa capire subito quanto i due siano legati e quanto Gigione conti per il giovane Donatello. La famiglia è il primo dei grandi temi affrontati e in poco meno di due minuti il [[regista]] dipinge un quadro che molti film dei grandi maestri d'oltreoceano hanno saputo soltanto accennare (il valore della famiglia ne ''Il padrino'' è solo un pallido esempio).
 
La scena si sposta quindi a Napoli centro, dove Donatello incontra un suo grandissimo amico accompagnato da due fini e timide ragazze, tra cui Sara che pare immediatamente catturata dal fascino del giovane. La ragazza nel complimentarsi con Donatello per la sua guida, viene a sapere che ha il brevetto di pilota e ingenuamente gli chiede di partecipare ad una gara clandestina altamente pericolosa. Donatello titubante non dice nulla, ma è chiaro che per Sara accetterà la sfida. L'atmosfera si fa infuocata, volano occhiatine imbarazzate e alla fine Donatello canta la sua prima canzone d'[[amore]] alla ragazza che rimane letteralmente spiazzata. Il film ci regala quindi una perla che rimarrà negli annali della cinematografia mondiale, introducendo il secondo grande tema: la lotta per la libertà.
 
{{Dialogo|Sara|Scusa Donatello... Non perché non mi piace, è solo che...|Donatello|Non ti è piaciuta la canzone?|Sara|No anzi! Mi è piaciuta tantissimo!|Donatello|Perché sei triste?|Sara|È che penso a tutta quella gggente che soffre e combatte quotidianamente per la libbertà!|Donatello|Già... Questo rattrista anche a me...|Sara|Ma adesso basta! Via la tristezza. Non stavi forse per baciarmi?|Donatello|Sì.}}
 
===Seconda parte===
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{{Cit|È sempre gradito il vostro caffè Don Franco!|Sara, parlando in codice}}
Donatello non tiene [[fede]] alla parola data al padre, ma accecato dall'amore che prova per Sara si lascia convincere dalla mite ragazza a incontrare Don Franco, un uomo legato agli ambienti camorristici (citato anche in [[Gomorra]], di [[Roberto Saviano]]), in un baretto della zona. Fin dalle prime battute, Don Franco si dimostra ben disposto verso il giovane Donatello, grazie all'ambasciata precedente di Sara. Il tema delle corse clandestine viene quindi descritto in tutto il suo squallore in un breve dialogo tra i tre, dialogo intriso di ammiccamenti e codici camorristici che solo lo spettatore più attento riesce a cogliere.
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===Terza parte===
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Gigione viene accompagnato dal losco cameriere nell'ufficio di Don Franco, che lo aspetta impassibile pur sapendo cosa il nostro pover'uomo gli sta per chiedere. La quiete che precede la tempesta viene spazzata via dall'impavido Gigione che risponde a modo al camorrista Don Franco in un dialogo ricco di tensione e arguzia come non se ne vedeva dai tempi di [[Pulp Fiction]].
{{Dialogo|Don Franco|Portaci due caffè.|Cameriere|Ceeeeertamente!|Gigione|Io il caffè lo bevo solo con gli amici.|Don Franco|Allora niente caffè. Prego accomodatevi.|Gigione|Io mi siedo solo con gli amici.|Don Franco|Allora carissimo Gigione siete destinato a bere pochissimi caffè, e a starvene quasi sempre in piedi! Cosa posso servirvi?|Gigione|MIO FIGLIO!!!}}
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===Quarta parte===
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Gigione prega Padre Pio che compie immediatamente il miracolo! Donatello lascia le corse e, informato dalla madre, decide di partire anche lui alla volta di San Giovanni Rotondo. Veniamo quindi allietati dall'incredibile interpretazione di Gigione di un'ode a [[Padre Pio]] accompagnato da alcuni giovani.
 
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[[Categoria:Film]]
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