Giovanni Passannante: differenze tra le versioni

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'''Giovanni Passannante''' ({{s|Salvia}} Savoia di Lucania, 1849-Montelupo Fiorentino, 1910) fu un delinquente mezzo pazzo sovversivo [[anarchia|anarchico]] con simpatie repubblicane, autore nel 18791878 di un fallito attentato alla vita dell'allora [[savoia|Re]] [[Umberto I]], in tal modo macchiandosi dei seguenti crimini:
*aver ferito ad un braccio la sacra persona del monarca, con fuoriuscita dal nobile braccio dello stesso di alcune gocce di [[sangue]] blu;
*aver fatto spaventare la Regina consorte Margherita {{citnec|(quella famosa per l'omonima pizza che di Lei porta il nome)}}, con l'aggravante di averle rovinato il mazzo di fiori che portava in grembo;
*aver insozzato con il proprio sangue plebeo la carrozza reale, rendendo necessaria la sostituzione dei reali tappetini, con una spesa stimata di fantaliarde [[lira|lire]].
 
==L'attentato==
[[File:Miracle Blade 3.gif|right|thumb|240px|'''Pubblicità''': anche Giovanni Passannante usa i coltelli Miracle Blade, serie perfetta.]]
Barattata la giacchetta per un coltellino svizzero, si avvicinò al cocchio reale mentre sfilava tra le strade di Napoli, per la gioia della folla ivi riunita. All'improvviso si gettò contro il Re brandendo il temperino, ferendolo lievemente ad un braccio. Poi ci fu il finimondo, con punte rimarchevoli anche un po' comiche. La regina consorte tirò in faccia al bieco attentatore il mazzo di fiori che portava in grembo, non si sa bene se per la gioia dell'evento o per tentare di fermarlo (con un mazzo di fiori?Buh!), urlando come matta: '''I tappetini, qualcuno salvi i tappetini!'''. Il primo ministro Cairoli allora, dando prova di un coraggio non comune, rispose: '''Fossi matto, quello ha un coltello!'''. Intervenne alfine un corazziere che diede una botta in testa al Passannatte, che svenne emntre sanguinava copiiosamente. Impagabile il commento del Re: '''Ma fate attenzione, perdinci. I tappetini reali'''. Il bieco attentatore venne quindi condotto in questura e interrogato, mentre ci si divertiva con le prime sevizie, tanto per fargli capire che si era comportato diciamo da monello.
Barattata la modesta giacchetta con un coltello, si avvicinò al cocchio reale mentre sfilava tra le strade di [[Napoli]], per la gioia della folla in festa. All'improvviso si gettò contro il Re brandendo il temperino e ferendolo lievemente ad un braccio. La regina consorte, con ammirevole prontezza, tirò in faccia al bieco attentatore il mazzo di fiori che portava in grembo, non si sa bene se per la gioia ('''Finalmente mi libero di questo impotente''') o per tentare di fermarlo {{citnec|(con un mazzo di fiori?Buh!)}}. Poi la situazione precipitò nel caos:
 
{{dialogo2|Regina (urlando come una matta)|I tappetini, i tappetini! Cairoli, salvi i tappetini!| Il primo ministro Cairoli (con inconsueto coraggio)|Fossi matto, quello ha un coltello!.}}
{{dialogo2|Corazziere veneto|Ghe pensi mi a questo terun (lo colpisce in testa con l'elsa della spada)|Re|Cazzo, i tappetini. Chi la sente adesso mia madre?}}
 
Il bieco attentatore, svenuto e sanguinante per la botta in testa, venne quindi arrestato, condotto in questura e interrogato affinché confessasse. Nessuno sapeva bene cosa dovesse confessare, poiché tutti avevano visto cosa aveva fatto: ma era comunque alquanto divertente torturarlo, così il gioco andò avanti per le lunghe.Il solo Questore tentò a modo suo di rincuorarlo:
 
{{cit|Non ti preoccupare, Passannante, son sicuro che il tempo da trascorrere insieme non ci mancherà!}}
 
==Conseguenze per i famigliari ed il paese natale==
La madre ed i fratelli dell'attentatore furono arrestati il giorno stesso, in quanto rei confessi di essere parenti del Passannante, di cui oltretutto avevano la colpa di portare lo stesso cognome. Non la madre ovviamente, la quale in ogni caso, ben può capirsiintendersi che [[puttana|chilavoro fossefacesse]] alla luce dell'abbietto crimine perpetrato dalda quel figlio di troia del figlio. Poiché tuttavia con il crimine in questione non centravano nulla, non gli fu fatto alcun processo, {{citnec|essendovi il rischio che fossero disgraziatamente assolti}}. Furono quindi dichiarati "''insani di mente''" e condotti nel manicomio criminale di Aversa e lì lasciati a marcire, sino al termine della loro peccaminosa vita. '''Dura lex sed lex.'''
 
Un amico {{s|sporco anarcoide simpatizzante repubblicano del cazzo}} del Passannante fu trovato in possesso di una foto in cui compariva niente di meno che il viso del vigliacco attentatore al monarca, ossia il Passannante stesso. Fu ovviamente arrestato e quindi interrogato per tre giorni: alla fine morì. La successiva inchiesta condotta da medici di provata fama, provò senza dubbio alcuno che l'interrogato era morto accidentalmente a causa di un '''ictus'''. Le solite sterili polemiche popolari spinsero i luminari a puntualizzare la prognosi: '''Errata corrige 1: Morto suicida essendosi gettato dal terzo piano del commissariato di polizia ove provvisoriamente recluso'''. Ancora proteste ed emerse alfine la verità: '''Errata corrige 2: morto suicida sbattendo ripetutamente il capo contro i pugni dei carabinieri che lo interrogavano'''. Così l'incidente fu dichiarato chiuso, con gran soddisfazione di tutti.
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==Il Re concede la grazia==
Poiché allevato in seno a nobili principi di stampo cattolico, il Re non concessepermise al Passannante di esser passato a fil di spada. Gli concedette ''la grazia'' (stì cazzi) dell'ergastolo in carcere duro (stì cazzi!), perché '''Questo stronzo non deve morire soltanto una volta, deve morire dieci volte al giorno'''. Fu così che il bieco attentatore venne condotto in un bel posticino dalleturistico, partisull'isola di Livornod'Elba, e lì interrato vivo sotto il livello del mare in una cella umida e angusta con la sua brava palla al piede di piombo a marcire tra gli stenti, senza poter comunicare con nessuno, costretto a visionare più volte al giorno i programmi di [[Maria de Filippi]]. Pena, quest'ultima, giudicata troppo atroce persino dai monarchici più fanatici. Dopo dieci anni di questa vacanza venne giudicato pazzo (Visto che avevo ragione? Soltanto un pazzo poteva attentare alla vita del Re!) e trasferito per premio in un manicomio criminale, in cui si spense, ormai cieco ed incapace di parlare, nel 1910.
 
==Vicende post mortem==