Giovanni Pascoli: differenze tra le versioni

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=== I rapporti col padre ===
L'unica persona della quale riuscì a memorizzare sia nome che aspetto e riuscì in ogni occasione ad attribuirli biunivocamente alla stessa entità fu il padre naturale: [[File:MusodigommaAnziano che fa una smorfia.jpg|left|thumb|170px|Ritratto di Don Vito Pascoli Corleone]]'''[[Don Vito Pascoli Corleone]]'''.
 
Quest'uomo, di origine [[Sicilia]]na, era un grosso capo-[[mafia]] locale internazionale: fra i suoi traffici illegali ci furono quelli di [[droga]] (della quale gli altri decadentisti andavono ghiotti); armi da fuoco (molto richieste dalle autorità delle prime associazioni multinazionali pacifiste); [[lametta|lamette]] (destinate a buona parte dell'ambiente decadentista); video del primo singolo dei [[Dari|dARI]] (stavolta erano i governi dei maggiori imperi che cercavano armi da distruzione di massa con la quale affrontare la futura [[prima guerra mondiale]]); [[pedofilia|materiale pedopornografico]] (del quale il figlio Giovanni era unico protagonista); e organi (precisamente quelli del figlio Giovanni Pascoli).
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Quattro anni dopo esser diventato totalmente calvo, quindi a 12 anni, accompagnò il padre in un ennesimo scambio mafioso in cui doveva essere scambiata una [[bomba atomica]], destinata al governo [[Stati Uniti d'America|USA]], con un carico di [[chupa chups]] al [[tamarindo]] (ancora non era stato scoperta l'[[energia nucleare]] quindi non si conosceva il reale valore di quell'arma, altrimenti li avrebbero scelti alla [[fragola]]). Arrivati in prossimità del luogo dello scambio Giovanni chiese al padre se poteva allontanarsi per [[pisciare|urinare]], dato che questa richiesta veniva avanzata da 3 giorni di seguito e i [[rene|reni]] del ragazzino sarebbero potuti tornare utili ai suoi scopi mercantili, acconsentì questa richiesta e aspettò nella stessa posizione il figlio che si era allontanato per urinare in un piccolo agglomerato di acqua poco distante da lì (attualmente il fiume [[Po]]).
Nel frattempo '''Don Vito''', rimasto solo, venne preso di mira da un folto gruppo di [[terroristi russi negrineri islamici nazisti delle brigate porpora]], che si trovava nei paraggi coinvolto in una gara a chi '''raccoglieva più funghi'''.
 
[[File:Robocop.jpg|right|thumb|180px|Uno degli assassini del padre di Pascoli]]Gli uomini di questo squadrone armato riempirono di proiettili il corpo della [[vittima]], spararono circa 580.700.000 colpi: nel raggio di 50 metri non c'era millimetro quadrato di terra che non fosse coperto da interiora. '''Don Vito''' aveva perso completamente forma: la [[pelle]] era tutta saltata; metà dell'[[intestino]] era fuori dal corpo e rigettava in continuazione i liquidi verdogiallastri acidi in esso contenuti; il [[pancreas]] era sbriciolato e sparso sulla carrozza che lo aveva accompagnato; una delle due [[gambe]] era staccata, i suoi brandelli erano sparsi per terra; l'[[occhio]] destro era uscito dall'orbita e pendeva dalla testa retto dal [[nervo ottico]], lesionato per giunta; una buona superfice del [[cranio]] era saltata mostrando il [[cervello]]; l'[[avambraccio]] sinistro era completamente scoppiato, lasciando però sporgenti le [[ossa]] dell'articolazione; la [[gabbia toracica]] era letteralmente frantumata, lascando scivolare tutti gli [[organo|organi]] in essa contenuti; la [[mandibola]] era mezza staccata pendente e mezza frantumata; e le [[unghia]] della [[mano]] destra erano tutte scheggiate. Nonostante questo '''Don Vito''' era ancora in vita, '''Giovanni''', ancora con i pantaloni abbassati, era appena giunto sul posto (ma giusto in tempo per osservare e memorizzare indelebilmente senza reagire tutto lo spappolamento del padre, che durò circa 47 minuti) e corse per soccorrere il padre. Una volta tenuto in braccio il corpo informe grondande di sangue come fosse pieno di geyser sanguignei di 2 metri ricevette questa richiesta: "''Figliolo, guardami negli occhi!''". Giovanni obbeddì e fissò nelle pupille il corpo, che sputando sangue e pus disse le sue ultime parole: "''Io ti voglio be-''", mentre completava la frase arrivò un missile sulla nuca del Don. La testa saltò in mille pezzi eccetto il [[midollo spinale]] e qualche brandello di [[cervelletto]] attaccato a esso che rimasero sporgenti.
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=== Dopo l'attentato: i primi studi, l'amicizia con [[Gabriele d'Annunzio]], le prime poesie ===
 
[[File:Ragazzo che studia.jpg|left|thumb|300px|Pascoli in età liceale]]Immediatamente dopo lo scoppio del padre, '''Giovanni''' decise di fuggire dalla realtà: si mise semplicemente a correre seguendo traiettorie stupide simili a quelle del [[volo]] delle [[mosca|mosche]], delimitato dalla corda da viaggio (anche se non si è certi che si fosse accorto di averla). Dopo diversi giorni notò che poteva liberarsi facilmente della corda, visto che era costituita da uno [[spago]] da cucito, liberatosene andò a rifugiarsi nel primo posto che capitò: uno scatolo di un [[barbone]] in prossimità di [[Castelvecchio]]. Riuscì a mantenersi in vita per diversi anni, nel frattempo frequentò il '''Liceo Statale Paritario per Baristi Alcolizzati''', ma dato che aveva ancora solo 12 anni lo frequentò come [[lavavetri]] e [[cavia umana]] per gli esperimenti degli [[figlio di puttana|alunni più irrequieti]], fra i quali troviamo il giovane [[Gabriele d'Annunzio]] con la quale strinse una grande [[amicizia]] (simile a quella che aveva col padre). [[Gabriele d'Annunzio]] (che anche se era nato 10 anni dopo era 5 anni più grande di Pascoli, perché a differenza di quest'ultimo aveva interessi per la [[vagina]]) era un personaggio molto in voga in quell'ambiente, conosciuto anche con lo pseudonimo di "[[Gabry Ponte]]", usò l'ingenuità del Pascoli per [[File:CartaIgienicaCarta Igienica.jpg|right|thumb|150px|Il principale utilizzo delle [[poesia|poesie]] pascoliane liceali]]accrescere la sua fama e soddisfare le proprie [[sesso|esigenze sessuali]] durante le carenze di donne (per qualche strana ragione tutte le ragazze del liceo avevano il [[ciclo mestruale]] sincronizzato). Giovanni vide in questo ragazzo una nuova figura di riferimento visto che fu l'unica amicizia che strinse in questa scuola: anche qui gli altri alunni, vedendo come veniva trattato da [[Gabriele d'Annunzio|d'Annunzio]], lo scambiarono per un oggetto e lo trattavano come tale, i maschi credevano che fosse una porta da campo di calcio, un cestino dei rifiuto parlante o un banco poggia-piedi puzzolenti; le ragazze lo usavano come portatrucchi (vista l'ampia scelta di buchi nel quale incastrali), sacco da boxe, e pannello per giocare a freccette, sempre ed esclusivamente velenose..
 
[[Gabriele d'Annunzio|D'Annunzio]] portò di moda in quella scuola la sua passione per la [[poesia]], fra i versi memorabili che troviamo scritti col pennarello sulle porte dei servizi igenici maschili vi sono quelli della poesia intitolata "''[[Primo vere]]''", che recitano: "''Primo vere / Este tati / Auto ni / Inve erni''", in futuro pubblicata su riviste del calibro di "Modella 1800" e "Ieri". Data l'elevata debolezza della natura di Pascoli ben presto si conformizzò anche in questo atteggiamento del suo mentore, naque così la sua vena ispiratrice per le poesie decadenti (ovvero lo stesso genere di d'Annunzio, chiamato così a causa dello scarso contenuto delle opere), e cominciò a comporre le sue prime poesie, molto apprezzate nell'ambiente scolastico (gli alunni usavano i fogli con le quali erano scritte come cartine, i professori come [[carta igenica]], entrambi dopo averli usati li restituivano al poeta).
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{{Scrittori}}
 
[[Categoria:Italiani]]
[[Categoria:Poeti]]
 
[[eo:Paskolio]]