Giorgio Gaber: differenze tra le versioni

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{{Cit2|I vecchi bisogna ammazzarli da bambini|Giorgio Gaber sui vecchi}}
{{Cit2|Bisogna essere prudenti quando ci si ammazza. Sennò si fanno delle figure!|Gaber in uno dei rari momenti di tristezza}}
[[File:Giorgio Gaber occhiali da sole.jpg|right|thumb|Giorgio Gaber impegnato nel cosplay del suo amico [[Adriano Celentano]].]]
'''Giorgio Gaber''' nacque il [[25 gennaio]] [[1939]] e non si sa se i suoi abbiano ringraziato [[Dio]] o abbiano imprecato. Venne in seguito portato in una serra-chiesa dove tra sorrisi e complimenti prese i primi sacramenti.
 
==La famiglia==
La sua famiglia aveva un [[audience]] altissimo.
I suoi genitori, due vecchi intronati, una volta si sono insultati per mezz'ora a "''C'eravamo tanto amati''", al punto che suo zio Evaristo si nascose per la vergogna e fu segnalato a "[[Chi l'ha visto?]]".
Ma l'esperienza televisiva della famiglia Gaber non finisce qui: suo fratello lavorava come [[morto]] alla trasmissione "''Telefono giallo''" dopo aver subito un trauma all'osso del collo, sua nonna Piera [[omicidio|uccise]] l'amante con la [[lupara]] e si prese vent'anni a "''Un giorno in pretura''", lo zio Renzo che era [[Analfabbetismo|analfabeta]] scrisse un [[romanzo]]. Da allora è sempre da [[Maurizio Costanzo]] insieme a [[Federico Moccia|Moccia]].
 
Ricordiamo infine "''la Tamara''" un [[trans]] di [[Viale Zara]] che pare abbia dato lezioni a [[Giuliano Ferrara]], anticipando così di decenni [[Piero Marrazzo]].
 
==L'istruzione==
Quando era piccolo non stava mica bene, era anche molto magro e aveva sempre qualche allucinazione.
A [[scuola]] aveva un vecchio professore -''bravissima persona''- che parlava in latino ore e ore. A questo professore dedicarono addirittura una statua, con la scritta:
 
{{quote|Professor Malipiero, una vita per la scuola|La targa sulla statua di pietra del professore}}
Nonostante il buon esempio di tale professore, Gaber aveva problemi con l'[[algebra]].
 
 
Come tutti, gli capitava di fare degli sbaglietti, delle sviste, tipo scambiare un più con un meno. E poi se li portava dietro, così dopo qualche riga iniziava già a vedere degli strani numeri, e si diceva "vabbè, prima o poi si semplifica". Man mano che sviluppava l'equazione iniziavano a vedersi strani numeroni e apparivano cose del tipo:
<br /><br /><math>x= \frac{472.827.324}{\sqrt{87.225.035}} + c</math><br /><br />
 
E non riusciva a semplificare. In fondo, non aveva letto il [[Manuali:Risolvere un'equazione|manuale apposito]].
 
Aveva inoltre un'insegnante che gli bacchettava le mani '''STOK! STOK!''' e gli faceva venire certe nocche da brivido. Ogni tanto andava da un alunno e gli diceva
 
{{quote|Basta! Sei un negato! Non devi più scrivere!|L'altra maestra. Proprio un fortunello con gli insegnanti, eh ?}}
 
Purtroppo [[Filippo Facci|Facci]] non ebbe la fortuna di avere un'insegnante così.
 
L'esperienza scolastica plasmò più avanti le sue idee sull'educazione, come vedremo in seguito.
 
==L'opinione sull'informazione==
 
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