Gerald Ford: differenze tra le versioni

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== La carriera politica, ossa come diventare qualcuno senza avere il benché minimo talento ==
[[Immagine:Gerald Ford.jpg|thumb|280px|right|... e dopo aver insediato le sue monolitiche chiappe nello Studio Ovale.<br />Da notare con quale fermezza Ford stringeva il bracciolo della sedia, forse perché come [[John Wayne]] [[Alcolismo|non riusciva a stare in equilibrio se non era appoggiato a qualcosa]].]]
Una volta rimessosi, Gerald Ford iniziò la sua scalata al potere: nel [[1949]] noleggiò un costume da fattorino, entrò nella sede del '''Congresso''' a [[Washington]] con la scusa di dover consegnare un pacco e si introdusse di nascosto nella Camera dei rappresentanti, dove occupò una poltrona di un parlamentare repubblicano andato un attimo al cesso.<br />Da allora nessuno riuscì più a schiodarlo da quella carica <ref>L'attaccamento alla poltrona era una cosa che Ford aveva in comune con i [[Giulio Andreotti|politici italiani]]</ref>, tanto che conservò tale incarico in altre 12 elezioni congressuali spiccando sempre per il suo talento nel [[Plagio|rubare le ideee altrui spacciandole per proprie]]. Negli anni '60 tuttavia le cose per i repubblicani cominciarono ad andar male, e ne è una riprova il fatto che Ford venne giudicato il "meno peggio del partito" e candidato a potenziale vicepresidente per ben due volte: insomma niente male, per uno che ogni mattina impiegava diciassette minuti ad allacciarsi le scarpe.<br />E Gerald Ford portava solo scarpe con gli strappi.<br />Dato che la fortuna, quando ci si mette, oltre a essere cieca è pure [[Stronzo|stronza]], quella sagoma di Ford venne davvero scelto come vicepresidente nel [[1973]] da [[Richard Nixon]], il quale voleva sostituire il dimissionario [['''Spyro Agnew]]''' con un politico-fantoccio abbastanza patetico da suscitare l'ilarità nei cittadini americani e troppo incapace per sognare di fargli le scarpe.<br />Sotto questo criterio di giudizio, la scelta di Nixon si rivelò azzeccata.<br />Quello che neppure [[Stronzata|il furbo e interegerrimo]] presidente aveva previsto, però, era che anche lui sarebbe stato costretto alle dimissioni di lì a breve (a causa di una ridicola quisquilia chiamata '''scandalo Watergate'''), lasciando quindi le sorti del Paese in mano a Gerald Ford: praticamente era come regalare un accendino a un bambino scemo e asciarlolasciarlo libero di giocare in una fabbrica di fuochi d'artificio!<br />Divenuto il trentottesimo presidente degli Stati Uniti, Ford affrontò in modo invidiabile la crisi successiva al clamoroso scandalo, infondendo nella cittadinanza un senso di calma e protezione. In questo deve averlo aiutato non poco la sua dipendenza da [[Eroina|calmanti]] e [[Cocaina|sonniferi]].<br />Ecco il toccante discorso pronunciato da gerlad Ford il 9 agosto [[1974]], giorno del suo giuramento come massima carica dello Stato:
 
{{quote|Cari americani e carissime americane, mi presento: mi chiamo Gerald Ford, ma voi potete chiamarmi semplicemente Presidente degli Stati Uniti. Oppure Gerry.<br />Sono lieto di annunciarvi che il nostro lungo incubo nazionale è finito, e ve lo dimostrerei volentieri esibendomi in una mazurca improvvisata ma purtroppo stamane sono caduto mentre masticavo una gomma e ho le ginocchia tutte escoriate. Ma basta parlare di politica estera, anche perché per bombardare i paesi asiatici c'è sempre tempo.<br />So che la verità è la [[Giovanni Muciaccia|colla vinilica]] che tiene insieme il governo, per cui voglio essere sincero con voi e confessarvi che i capelli li taglio corti perché soffro di calvizie. Ah già, porto pure la panciera.<br />So che non mi avete eletto, in primo luogo perché non mi sono mai candidato a presidente e in secondo luogo perché sareste stati dei veri imbecilli a riporre in me la vostra fiducia: del resto sono così rincitrullito che a malapena riesco a leggere questo discorso scritto dal mio segretario spacciandolo per farina del mio sacco.<br />Ad ogni modo, ritengo sia meglio rimandare a un altro luogo la descrizione delle mie qualità come giocatore di baseball. Passando alle cose serie, voglio innanzitutto sfatare questa falsa ma diffusa [[leggenda metropolitana]] secondo cui il nostro amato Paese starebbe attraversando una crisi economica.<br />Per cui, datemi il vostro appoggio pregando per me, e forse riuscirò a finire il mio mandato e a ritirarmi nel mio ranch in California senza incrementare ulteriormente il già gigantesco debito pubblico.|}}
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