Gaio Giulio Cesare: differenze tra le versioni

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== Infanzia ==
 
Cesare nacque a [[cavallo]] tra il 100 e il 101 a.C., quindi appena fu sceso da cavallo partecipò ai festeggiamenti per la [[notte]] di [[capodanno]]. Proveniva da una [[nobile]] [[famiglia]] patrizia, la gens ''Iulia'', che secondo la leggenda annoverava tra i suoi avi il primo re di Roma, ovvero [[Romolo]], e il primo sacco di concime di Roma, [[Remo]]. A loro volta, questi sarebbero discesi da quel gran [[figlio]] di [[Troia]] di [[Enea]], il che in teoria rendeva Cesare un uomo votato al successo. Nella pratica, però, nonostante le nobili origini, la famiglia di Cesare non era particolarmente [[soldi|ricca]] o influente ed erano anche tutti un po' cessi. Per di più, lo [[zio]] Gaio Mario aveva attirato su di loro l'[[odio]] dei nobili, dei poveri, degli [[schiavo|schiavi]] e dei turisti; in pratica stava sul cazzo a [[tutti]]. Ciononostante Giulio fu molto influenzato dallo zio e, dopo che si riprese dall'influenza che lo [[zio]] gli aveva attaccato, iniziò a studiare come mentire e frodare la gente, prospettando quindi fin da [[piccolo]] una [[carriera]] politica. <br/>
Inoltre, in passato il [[padre]] era stato pretore e aveva conosciuto molti membri del senato e la [[madre]], se non ne capiva molto di senato, aveva comunque visto molti membri. Giulio aveva due [[sorella|sorelle]], Giulia maggiore e Giulia minore, una terza [[figlia]] fu cacciata perché non si sapeva come chiamarla. La sua famiglia viveva in una modesta [[casa]] in un quartiere malfamato e pieno di extracomunitari, in un [[periodo]] che vedeva contrapposte le fazioni degli optimates, favorevoli all'aristocrazia e che sostenevano il bisogno di portare le [[mutande|mutande]] sotto la tonaca, i populares, che erano [[democrazia|democratici]] e dunque sostenevano che tutti, [[ricco|ricchi]] e [[povero|poveri]], avevano il sacrosanto [[diritto]] di sventolare il loro [[pene|pendaglio]] al [[vento]] e, infine, le divinas che volevano [[Patty]] come imperatrice. <br/>
Cesare fu educato dal precettore Marco Mazzio Duro, che conobbe il [[giovane]] [[ragazzo]] molto a [[culo|fondo]], nello stesso modo in cui si conosce [[qualcuno]] dopo avergli fatto una [[rettoscopia]], portando il giovane Cesare a camminare storto per buona parte della sua [[giovinezza]]. Nonostante le sue origini, Cesare si schierò fin dall'inizio con i populares, poiché gli optimates lo avevano sempre trattato [[male]] e non lo avevano mai invitato a prendere un [[gelato]].
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I senatori invece proibirono a Cesare di superare l'uscita del casello [[Rubikone|Rubicone Sud]]. Allora Cesare, in segno di sfida e di bastardaggine, superò con le sue truppe il [[fiume]], che segnava il confine del territorio romano, con grande dispiacere del suo esercito, che non vedeva [[acqua]] da mesi ed era stanco di lavarsi con l'urina di [[cavallo]]. Nel farlo Cesare pronunció la famosa [[frase]]: "Alea iacta est", che tradotto suona più meno:
{{Cit|E mo'so [[cazzo|cazzi]] vostri!|}}
[[File:Idi di Marzo a cuscinate.jpg|right|thumb|340px|"Vai al [[pigiama]] [[party]] del senato" hanno detto, "ti divertirai" hanno detto..."]]
Inoltre si dice che mentre attraversava il fiume domandasse al [[cuoco]]: {{dialogo2|Cesare|Che si mangia oggi?|Cuoco|Oggi brodino di dado, o Cesare!}}{{dialogo2|Cesare|Ma fa schifo!|Cuoco|Oramai il dado è tratto, sennò vattene in trattoria che ti trattano meglio! Ma guarda questo come mi tratta.}}
Il cuoco fu condannato a morte da Cesare per indisponenza, tramite fucilazione.<br />
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