Gaio Giulio Cesare: differenze tra le versioni

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Seppe come farsi amare dal popolo, elargendo denaro e organizzando [[gioco|giochi]] circensi, per lo più consistenti in emozionanti sfide di ex senatori contro [[leone|leoni]] e tigri (per rendere lo scontro più equo ai senatori venivano legate le mani dietro la [[schiena]]). Fece erigere statue raffiguranti lui che sconfigge Pompeo, che scioglie i senatori nell'[[acido]] e che vince la finale di [[Champions League]].
 
Egli, infatti, cercava sempre di accontentare il popolo in ogni modo, tranne una volta: un giorno, mentre Cesare attraversava Roma sulla sua [[biga]] d'[[oro]], un tribuno [[balbuziente]] gli chiedessechiese: ''"Cesare, il popolo chiede sesterzi"''; e Cesare rispose: ''"No, vado dritto"''.
Proseguì con le sue campagne militari, vincendo le battaglie di Tapso, Munda e [[Waterloo]]. In più era talmente megalomane che fece rifare la [[battaglia di Zama]] e la vinse. Si spinse in [[Asia]], dove però le sue conquiste furono bloccate dal popolo più fancazzista dell'epoca: i [[Parti|Party]].
 
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