Gaio Giulio Cesare: differenze tra le versioni

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Per prima [[cosa]] ripudiò la sua promessa [[sposa]], Cossuzia, perché aveva un [[nome]] di merda e sfigurava sugli inviti nuziali, per sposare [[Cornelia]] Zinna Maggiore, e il solo nome spiega il perché della scelta. La [[ragazza]] era nipote di un populares e questo contribuì ad arrecargli problemi durante la [[dittatura]] di [[Silla]], il quale era avverso ai populares e convinto sostenitore delle divinas, loro avversarie nel saggio canoro di fine anno del senato. Inoltre Silla era ricco da far paura e non poteva permettere che i poveri avanzassero richieste sindacali come salari più alti, pause [[caffè]] più frequenti e pause [[malattia]] per ogni volta che erano colpiti dalla [[peste]]. <br/>
Silla cercò, dunque, in tutti i modi di ostacolare l'ascesa di Cesare, fin dalle [[elezioni]] per eleggere il [[capoclasse]] alle elementari, che riuscì a fargli perdere nonostante studiasse a casa da solo. La situazione si aggravò ulteriormente quando gli fece perdere l'ambito [[compito]] di giudice nel celebre [[concorso]] di Miss tonaca bagnata, con sua grande delusione visto che quell'[[anno]] partecipò persino Poppea la Grande. Inoltre, Silla era avvezzo anche a pratiche di [[bullismo]] nei confronti del giovane: gli rubava i soldi del [[pranzo]] all'uscita del foro e gli ripeteva che sua madre era talmente populares che tutta Roma la conosceva molto bene. <br/>
La situazione precipitò definitivamente dopo che Silla riuscì a concentrare nelle sue [[mani]] il [[potere]] assoluto, diventando dittatore e unico giudice di [[Masterchef]] Roma, perché a questo punto ordinò a Cesare di divorziare da Cornelia, in quanto lasua moglie non li vedeva bene insieme. Cesare si rifiutò, in quanto nessuno sapeva fare la [[carbonara]] come la moglie, e Silla meditò di ucciderlo. <br/>
Dovette però desistere quando tutte le sue sorelle, sua [[madre]], sua moglie, la sua [[bisnonna]] e il [[cugino]] lo implorarono di non farlo. Fu così che Silla, persuaso e molto confuso, decise di lasciare in vita il giovane [[marpione]]. Ciononostante avvertì i sostenitori di Cesare dicendo:
{{Cit|Abbiatela pure vinta! Ma quello che oggi difendete, un giorno creerà problemi. Infatti in Cesare ci sono tanti Gaio Mario.|}}
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== Ritorno a Roma e cazzeggio ==
 
Tornò a Roma dopo aver ricevuto la [[notizia]] della morte di Silla e si presentò al suo [[funerale]] distribuendo inviti per il dopo-festa. A quel punto decise però di imbarcarsi per Rodi, meta dei rampolli delle famiglie nobili dell'epoca vogliosi di studiare la [[geometria]] euclidea e in particolare il [[fica|triangolo al rovescio]]. Convinto di essersi imbarcato su una [[nave]] da [[crociera]], contando di lavorare come [[animatore]] turistico, scoprì presto di trovarsi su una nave di [[pirata|pirati]], dove ben presto divenne l'equivalente di una [[bambola gonfiabile]]. <br/>
Durante la permanenza con i pirati, si comportò in modo molto intelligente e scaltro, componendo poesie che declamava urlando alla [[due]] di notte e promettendo ai pirati che dopo averlo liberato li avrebbe fatti uccidere tutti. Inoltre, quando gli venne chiesto di pagare [[venti]] talenti per la sua libertà, promise di pagarne [[cinquanta]], dimostrando un gran talento nel contrattare. <br/>
Attraccati nell'isola di Farmacussa, dei suoi amici gli pagarono il [[riscatto]], che Cesare gli disse ammontare a cento talenti fregandosi il resto, e, poco dopo essere stato liberato, assunse il comando di una [[flotta]] con la quale catturò i pirati. Come aveva promesso, li uccise strangolandoli e poi crocifiggendoli mentre erano costretti ad ascoltare [[musica]] neomelodica, tantocosicché se non fossero morti subito si sarebbero persenza staredubbio sicurisuicidati. Da ciò si capì che era meglio non rompere le [[palle]] a Cesare e nessuno si permise più di offenderlo o di disturbarlo mentre stava mangiando o mentre guardava la [[partita]] di [[coppa]]. <br/>
A quel punto tornò a Roma, dove divenne [[questore]]. In questo periodo si posizionano [[due]] eventi speciali della [[vita]] di Cesare. Il primo consiste in un [[sogno]] incestuoso, in cui Cesare sognò di giacere con la madre (in sua difesa, non era l'unico a Roma a fare certi sogni su di lei). Piuttosto che preoccuparsi e andare da uno [[psicologo]] bravo, Cesare interpretò il sogno come un [[presagio]] di imminente dominio sul [[mondo]]. Il secondo si ebbe quando, di fronte ad una [[statua]] di [[Alessandro Magno]], Cesare scoppiò a piangere urlando che Alessandro alla sua [[età]] aveva già conquistato mezzo [[mondo]], mentre lui doveva ancora dare l'[[esame]] di [[diritto]] romano. Inoltre, molti sostengono che la vista delle dimensioni del [[membro]] della statua lo deprimettero ancora di più.
[[File:Soldatini romani.JPG|300px|thumb|left|La battaglia di Farsalo in tutta la sua crudezza.]]
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