Fratelli Gracchi: differenze tra le versioni

nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
 
(16 versioni intermedie di 13 utenti non mostrate)
Riga 4:
{{Cit2|I miei gioielli!|[[Cornelia]] con uno [[Swarovski]] al polso.}}
 
I '''fratelli Gracchi''' (in lingua originale ''The Grack Brothers'') furono due tribuni della plebe che presero leggermente sul serio [[V per Vendetta]], film non molto apprezzato ai tempi dei [[Romani]], che per questo li assassinarono entrambi.
 
Ricordiamo inoltre che molti dei loro avversari approfittavano del nome ''gayeggiante'' di uno dei fratelli per fare della facile [[ironia]]; noi sinceramente riteniamo che esistano nomi assai peggiori di Tiberio.
Riga 10:
== Tiberio ==
[[File:Africano.jpg|thumb|right|200px|[[Publio Cornelio Scipione|Scipione]] [[Africa|l'africano]].]]
[[File:Manifestanti in sciopero.jpg|thumb|left|300px|{{dialogo|Tiberio|Cosa vogliamo?|Plebei|Più iugeri di terreno e frumentazioni!|Tiberio|Perché lo vogliamo?|Plebei|Perché non possiamo neanche permetterci una giornata alle terme!|Tiberio|Quando lo vogliamo?|Plebei|Eh non lo sappiamo, con tutti questi numeri romani non ci si capisce niente!}}]]
Tiberio era il maggiore dei Gracchi, quindi, più che per le sue imprese politiche molti storici lo ricordano per la sua abitudine di infilare il proprio indice insalivato nell'orecchio di Gaio.
 
Line 16 ⟶ 15:
 
Si sposò a 16 anni con una ''tipa conosciuta al [[club]]'', figlia del senatore [[Appio Claudio|Oppio Claudio]]; gli anni successivi combatté in [[Libia]] sotto il comando del cognato [[Scipione Emiliano]] nella celebre [[guerra]] ''della [[caccola]] bagnata''.
[[File:Manifestanti in sciopero.jpg|thumb|left|300px|{{dialogo|Tiberio|Cosa vogliamo?|Plebei|Più iugeri di terreno e frumentazioni!|Tiberio|Perché lo vogliamo?|Plebei|Perché non possiamo neanche permetterci una giornata alle terme!|Tiberio|Quando lo vogliamo?|Plebei|Eh non lo sappiamo, con tutti questi numeri romani non ci si capisce niente!}}]]
 
Tornato in patria, nel [[133]] a.cC. si fece eleggere [[tribuno della plebe]] perché, secondo lui:
{{quote|Porca troia rega', qua il [[sabato]] sera]] nun c'è una ceppa da fare! Porco Giuda, o ti butti in politica, o vai a sfondarti i coglioni in qualche guerra o ti impicchi, le scelte son poche aho!|}}
 
La prima cosa che fece in qualità di [[Tribunotribuno]], fu pisciare per [[strada]] senza dover rendere conto a nessuno. Liberata la [[vescica]], stabilì di compilare una legge chiamata ''[[Lex Agraria]]'' per la ridistribuzione del [[grano]] nei territori italici, usurpate in precedenza dai ricchi con la [[Forza Italia|forza]] (d'animo e di volontà).
 
Questa riforma era atta a favorire i [[plebei]], che per sostenere Tiberio si recarono più volte ai suoi saggi di [[danza]] a fare il tifo. Gli [[aristocrazia|aristocratici]] puntarono così sul collega di Tiberio, [[Marco Ottavio]], che grazie al suo [[diritto di veto|diritto di feto]], un diritto che consentiva ai tribuni della plebe di bloccare le iniziative dei colleghi lanciando corpi di bambini abortiti in faccia agli avversari, riuscì a bloccare il Gracco. Per vendicarsi, Tiberio gli fece il [[gesto dell'ombrello]] davanti a tutti quanti, e lo fece scoppiare in lacrime. Nacque così una feroce disputa tra i sostenitori della riforma e coloro che parteggiavano per i proprietari terrieri; alla fine la legge, sebbene fosse a discapito degli aristocratici, fu approvata dai senatori, che non si ricordavano se i [[patrizi]] erano quelli poveri o quelli ricchi.
 
La legge fu anche approvata dal [[concilio della plebe]], assemblea che si svolgeva nel noto [[centro sociale]] ''Curia Ostilia''. Poco tempo dopo tuttavia i senatori si resero conto dell'[[errore]] commeso: osservando il cartellino di riconoscimento che solevano portare al petto, in quanto membri dello [[staff]] della [[repubblica romana|repubblica]], scoprirono di essere loro i [[patrizi]]. Quelli con i soldi, per intenderci.
 
Nonostante i numerosi oppositori, Tiberio si ricandidò nuovamente come tribuno, stavolta invece perché ''gliel'aveva detto il medico''. Il giorno della votazione tuttavia non ricevette la maggioranza e i suoi oppositori rinviarono l'assemblea al giorno dopo perché vi era una forte pioggia e il [[pallone]] rimbalzava male. Tiberio scoppiò in pianto, poiché lo scosse un'innocua affermazione di un suo nemico:
Riga 30:
{{quote|Domani torniamo qua e ti apriamo il culo con le lame!|}}
 
Il giorno dopo i [[partigiani]] di Tiberio giunsero al [[Campidoglio]] cantando ''Bella ciao!'' per difendere Gracco dalle probabili aggressioni. Purtroppo le aggressioni furono più che probabili, dato che avvennero: i sostenitori di Tiberio, armati di grissini giganti e bandiere della [[CGIL]], non riuscirono a fronteggiare gli oppositori del tribuno, che fu ucciso a bastonate nella carneficina che seguì. Celebri le sue ultime parole:
{{quote|Porca troia rega', ma poi tutto 'sto sangue chi lo pulisce?|}}
 
Riga 36:
 
[[File:Cicerone accusa Catilina.jpg|thumb|left|350px|{{dialogo2|Gaio Gracco|Perciò ritengo giusto che vengano dati più diritti alla plebe e...|Senatori|Ah Ga', ma te vuoi sbriga' che su [[mediaset|Canale 5]] stanno a fa' [[Er monnezza]] e nun ce lo volemo perdere?!}}]]
Dopo la [[morte]] di Tiberio, suo fratello Gaio, anziché realizzare che sarebbe stato più saggio diventare [[panettiere]], decise di seguire le sue orme; purtroppo per lui le avrebbe seguite fino al campo santo. La carriera di Gaio iniziainiziò nel 126 [[a.C.]], quando entraentrò in questura col grado di appuntato. VieneVenne dunque inviato dal maresciallo in [[Sardegna]], dove èfu costretto a vivere di solo pane carasau per due anni. Tuttavia i suoi superiori lo richiamanorichiamarono a [[Roma]] dopo aver scoperto con orrore che Gaio ormai accompagnaaccompagnava il [[saluto romano]] con un sonoro "aiòòò!!". Qui Gaio, essendo di natura generosa, si fafece eleggere tribuno della plebe nell'anno 123 a.C., per rendere la data più facile da ricordare per la gente del [[futuro]]. VieneVenne rieletto l'[[anno]] dopo sconfiggendo di poco l'altro candidato, che era la sua mano con su disegnati occhi e bocca.<br />
In qualità di tribuno della plebe il suo compito consisteva nell'incitare il popolo alla rivoluzione indossando una maglia del [[Che Guevara|Che]] e nel guardare i senatori e gli aristocratici agitando il braccio in segno di disprezzo borbottando [[insulti]]. Già il suo primo [[giorno]] in tribuna, Gaio proponepropose 948 leggi a favore dei ''populares'', cioè i [[Cassa integrazione|cassintegrati]] che, credendo che le [[Guerre giugurtine]] le avrebbe vinte la [[Numidia]], mandarono a fanculo il loro [[capo]] e gli cagarono sulla [[biga]] Lamborghini. Di queste leggi 943 vengono accolte dai senatori con una spernacchiata, mentre le altre sarebbero divenute note come ''Leges Semproniae'', giacché Gracco le dedicò al povero [[Sempronio]], l'[[Sindrome dell'amico di serie B|amico di serie B]] di [[Tizio]] e [[Caio]].
 
=== Leges Semproniae ===
 
Tra le Leges Semproniae attuate da Gaio ricordiamo la ''Lex de viis muniendis'', che prevedeva la costruzione di una grande strada che collegasse le [[città]] di [[Salerno]] e [[Reggio Calabria]], e la ''Lex de tribunis poco deficientis'', che garantiva la rieleggibilità dei tribuni e dava [[loro]] il diritto di parcheggiare anche nei posti riservati ai [[disabile|disabili]]. Inoltre Gaio non si limitò a questo, poiché confermò la riforma del fratello commentandola con un "[[Sindrome del quoto|Quoto!]]" e promise la cittadinanza romana ai [[latini]], quella latina agli italici e quella italica al primo [[stronzo]] che incrociò sul pianerottolo. Per finire fece passare la legge frumentaria che stabiliva che i plebei urbani erano più fighi degli altri e quindi avevano diritto a grandi sconti sul [[frumento]] e al [[cinema]] pagavano il biglietto ridotto.
 
 
Probabilmente a un certo punto della sua [[vita]] Gaio ruppe qualche [[catena di Sant’Antonio]], oppure appese alla terrazza del [[senato]] una bandiera della [[Juventus]], dato che non si sa come da un giorno all'altro tutta la [[Età repubblicana di Roma|repubblica]] lo volle morto, o perlomeno non respirante: il Senato lo odiava perché le sue proposte di legge costringevano i senatori a lavorare, ''che qua i plebei si alzano alle 6 mentre i senatori non fanno niente tutto il giorno perché [[è tutto un magna-magna]]''; i membri della classe equestre ce l'avevano con lui perché era contrario al [[sesso]] zoofilo e la plebe lo ripudiava quando non riusciva a ottenere che a ciascun plebeo venisse assegnata una villa d'[[oro]] massiccio.<br />
Così, quando venne chiamato a difendere la sua legge sulla pubblica piazza, il popolo insorse con un futile pretesto: i più lontani non sentivano perché Gaio non voleva usare il microfono. Il Senato ne approfittò allora per decretare il ''Senatus consultum ultimum'', un provvedimento straordinario che autorizzava le guardie ad uccidere Gaio a colpi di [[sedano]]<ref>Il provvedimento è anche chiamato "Sedanus consultum ultimum"</ref>.
Lui si ritirò quindi sull'Aventino coi suoi tremila e Passapassa seguaci, ma fu costretto a scappare verso il tempio di [[Diana]] quando la [[puzza]] delle ascelle di quel tale Passa diventò soverchiante. Prima che le guardie potessero multarlo con l'accusa di essere ancora vivo, scappò dunque verso il tempio di [[Minerva]];
uscendo da lì cadde però a terra e si sbucciò un ginocchio; passando dal tempio di Luna invece sbatté l'alluce sulla statua della dea e gli si staccarono entrambe le gambe, e ciò lo portò a una situazione molto particolare, chiamata dagli scienziati "''[[morte]]''". Secondo la tradizione si fece uccidere da uno [[schiavo]], che lo decapitò urlando:
 
Riga 63:
{{Anticaroma}}
 
[[Categoria:Storia]] [[Categoria:Antica Roma]] [[Categoria:Bi-biografieCoppie di persone]]
[[Categoria:Comunisti]]