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== Dolcino ==
La sua storia ci arriva da più fonti, il maggior numero di documenti proviene dalla chiesa e consideratane l'attendibilità si è preferita optare per il racconto tramandato da buffoni e giullari di strada, rievocato da [[Dario Fo']] nel "Mistero buffo". Della sua infanzia non si sa quasi nulla, si dice donasse spontaneamente la merendina e a volte l'intera paghetta ai bulli della scuola, non ostante avesse potuto maciullarli con una sberla. La versione della chiesa invece, narra di un infante che appena nato mangiò il cervello e le unghie dei piedi al prete che cercava di battezzarlo e che stacco i capezzoli della nutrice a morsi e le divorò il cuore. Ma la storia quasi certa inizia quando Fra' Dolcino entrò a far parte della setta degli [[Apostolici]]. Ne divenne [[eresiarca]] dopo che il Segarelli riuscì nel suo intento di illuminare gli uomini, seppure per poco, giusto il tempo per finire la legna. Dolcino e i suoi erravano tra le campagne predicando l'obbedienza a Gesù e la disobbedienza al [[pontefice]]. Dolcino si spinse oltre presagendo l'imminente morte di Bonifacio e il crollo della chiesa. Bonifacio VIII morì di li a poco e Dolcino si montò un pochetto la testa cominciando a pensare di essere un [[veggente]]. Si diresse con Margherita e un pugno di accoliti nel novarese. Le sue idee rivoluzionarie indussero i tessitori di Romagnano Sesia alla rivolta. Cacciarono nobilumi e padroni a calci nelle balle e fondarono una [[comune]]. All'interno di questa gli uomini e le donne erano considerati alla pari e potevano [[pomiciare]] anche prima del [[matrimonio]], ognuno faceva la sua parte e riceveva solo il necessario. Se per esempio [[Tizio]] riusciva a raccogliere 20 mele ma era single riceveva una sola mela, e se [[Caio]] riusciva a raccogliere una sola mela ma aveva 20 figli riceveva 21 mele (anche quel cazzone di Caio aveva diritto alla mela). Ma il vicino conte di [[Monfalcone]] e il suo cugino [[vescovo]] volevano tutte e 41 le mele, così organizzarono uno scherzetto. Fecero arrestare cento comunitardi e li portarono al [[castello]]. Qui il magnanimo vescovo, che non sopportava il puzzo dei capelli bruciati ordinò ai [[boia]] di spegnere i roghi ma di tagliare a quei villici [[mani]] e [[piedi]]. Siccome essendo uomo di chiesa non poteva per voto macchiarsi di [[sangue]] ordinò di cauterizzare loro i moncherini nel calderone con l'olio bollente. Quando furono belli croccanti e dorati li rispedì a casa. Vedendoli arrivare, i loro compagni, che non avevano il senso dell'[[umorismo]] si scagliarono inferociti alla volta del [[castello]]. Ivi massacrarono tutti gli sbirri, i boia e gli [[assassini]]. Al tramonto i Dolciniani compiuta la vendetta si girarono verso il sole morente e videro il vescovo librarsi verso il cielo attorniato da luci e scintillii sulla sua veste dorata. Non tutti i presenti si avvidero velocemente del trucco.[[File:Cappio con disegno.jpg|210px|thumb|left|Il trucco del vescovo volante. Facile, vero? Ma mi raccomando, non fatelo a casa!]] La notte seguente [[Clemente V]], che al contrario dei tessitori aveva uno spiccato senso dell'umorismo, fu svegliato bruscamente dalla notizia. Scostò le concubine e fece una rumorosa [[scoreggia]].[[File:Inquisizione Frate interroga strega.jpg|220px|thumb|right|'''L'interrogatorio di Margherita'''. Scegli, dunque! Mano destra o mano sinistra? Guarda che è un'ombra...]] In effetti dopo il massacro dei [[Catari]], dei [[Pastafariani]], dei [[Valdesi]]
== Il pensiero Dolciniano ==
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