Utente anonimo
→Distruzione della filosofia pre-mosconica
Riga 22:
==Distruzione della filosofia pre-mosconica==
In filosofia ''monismo'' è inteso come ''ogni sistema filosofico che ponga a fondamento di tutta la realtà un unico principio, spirituale o materiale''. Per '''Leibnitz''' il principio in questione è la '''monade''', cioè ''ognuna delle sostanze attive ed indivisibili che rispecchiano, ciascuna a modo suo, tutta la realtà''; per Mosconi, invece il fondamento del monismo è il '''mona''', che manifesta il suo essere sbattendo le porte. Questa differenza determina una opposizione irriducibile tra il due caposcuola. Orbene, tutti i filosofi citati propendono per l'interpetrazione mosconiana, anche perchè Leibnitz non sanno neppure chi cazzo sia ed il suo nome ricorda troppo un dado da brodo. L'attività del ''mona'' si manifesta attraverso la distruzione di porte, maniglie, cardini, vetri, targhette e, secondo il Mosconi, questa è la prova definitiva dell'entropia che divora l'Universo e che può essere arrestata solo a colpi di bestemmie. Contro il disfacimento del cosmo Mosconi leva il suo grido di battaglia: "Ma che ohhhhhhhh!" e ciò, anche se non interrompe il processo entropico, almeno salva qualche porta, sebbene oramai già sgangherata.▼
▲In filosofia ''monismo'' è inteso come ''ogni sistema filosofico che ponga a fondamento di tutta la realtà un unico principio, spirituale o materiale''. Per '''Leibnitz''' il principio in questione è la '''monade''', cioè ''ognuna delle sostanze attive ed indivisibili che rispecchiano, ciascuna a modo suo, tutta la realtà''; per Mosconi, invece il fondamento del monismo è il '''mona''', che manifesta il suo essere sbattendo le porte. Questa differenza determina una opposizione irriducibile tra il due caposcuola. Orbene, tutti i filosofi citati propendono per l'interpetrazione mosconiana, anche perchè Leibnitz non sanno neppure chi cazzo sia ed il suo nome ricorda troppo un dado da brodo.
'''Hegel''' afferma: '''Tutto ciò che è reale, è razionale''', e Mosconi replica; '''Tutto ciò che è reato, è razionato'''.
Per '''Cartesio''' l'autoaffermazione dell'uomo consiste nel pensiero: '''Cogito, ergo sum''' (penso, dunque sono). Il Mosconi traduce questo postulato a modo proprio; probabilmente per un refuso tipografico è saltata la ''g'' del ''co'''g'''ito'' cartesiano e Mosconi, non avvedendosene (o, anche, ritenendolo l'ennesimo errore dello stronzo che non mette i punti e le virgole), così declina: '''Coito, ergo sum''', e perciò contesta Cartesio in quanto il ''cogito'' ha sempre ed in ogni caso pensabile per oggetto il ''coito'', cui è perennemente diretta ogni attività umana, in ultima '''ana'''lisi.
Line 42 ⟶ 36:
Anche il postulato eraclideo viene contesta dal Mosconi; innanzittutto per la deformazione del termine clitorideo in eraclideo. Più ancora Mosconi contesta il '''Panta rei''' (tutto scorre) di '''Eraclito''', sostenendo che ciò è vero in due soli casi: un recipiente con buchi e le malattie veneree.
Mosconi affronta, in ultimo, ma non per ultimo, il postulato kantiano ''la ragione
▲Mosconi affronta, in ultimo, ma non per ultimo, il postulato kantiano ''la ragione prerscrive alla natura le sue leggi''. Qui il livello dello scontro filosofico diviene epico. Mosconi domanda: ''ma la natura è in grado di leggere la ricetta''? Evidentemente, no! e allora che cazzo dice '''Kant'''! una prescrizione che non può essere letta è come il manifesto di una donna nuda, usabile solo per riti onanistici. La natura onanizza? a ciò Mosconi non risponde.
Ultimo duello Mosconi lo impegna con '''Ernst Mach''', dimostrando che, in seguito ad un errore di battuta, il suo testo ''Analisi delle sensazioni'', in realtà è stato frainteso, in quanto l'originale era '''Ano'''lisi delle sensazioni e trattava del piacere anale.
|