Fidel Castro: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
[[File:Rossano_Rubicondi.jpg‎|left|thumb|200px|Il compagno Fidel in una foto di stamattina.]]
Nato a [[L'Avana]] il 13 aprile [[1980]] da una troia e dal figlio down di topo gigio, '''Fidel Castro''' si avvicina al traguardo dei trent'anni baldanzoso come quando era ventenne. Sarà proprio il giorno del suo compleanno che il [[Lider Maximo]] festeggerà con i compagni cittadini i due anni dalla presa del potere del proletariato.<br />Da quando è stato eletto [[il compagno]] Fidel si è dedicato incessantemente al lavoro per migliorare le già ottime condizioni di vita della magnifica isola invisa agli [[Stati Uniti]] per i quali rappresenta, oltre che il maggior avversario dal punto di vista economico e militare, il modello sociale al quale aspirano.<br />Non solo la Riforma della Sanità, fiore all'occhiello del governo cubano riconosciuto persino in [[Europa]], e la lotta alla criminalità, senza mai usare il pugno duro come [[USA|da altre parti]], ma anche il meno pubblicizzato Programma Spaziale, che ha portato Cuba per prima sulla [[luna]] (con il beffardo cammeo della posa, da parte dell'astronauta Nello Bracciofuerte, della [[bandiera americana]] sulla superficie lunare, come a dire {{quote|Siamo arrivati prima noi! Se volete la prossima volta vi diamo un passaggio; per ora abbiamo portato la vostra bandiera.|}}
{{citnec|e=Fonte Granma}}.<br />
 
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==Biografia non censurata del compagno Fidel Castro==
Fedele La Rosa nasce a Castrovillari in una data imprecisata - i documenti in nostro possesso discordano lievemente - tra il 12 febbraio [[1734]] e il 26 giugno [[1899]].<br />Figlio di madre ignota (per comodità d'ora in poi [[Puttana di alto bordo|M.ignota]] '''N.d.A.''') e [[Padre Pio|Padre pio]], entra ben presto in contatto con la [[mafia]] e ne scala le gerarchie diventando ben presto [[gerarca]]. A seguito di numerosi ed efferati crimini, compiuti peraltro maldestramente, è ricercato dalla [[polizia]] del Nord che è ormai sulle sue tracce quando, grazie alla complicità di quello che chiameremo il [[Mister X]]<ref>[[Oliviero Diliberto]], ci siamo capiti.</ref>, riesce a riparare a Cuba.<br />Cuba a quel tempo, siamo nei primi anni del Novecento, è una bellissima città (sic!) piena di negozi sfavillanti, fabbrichette operose e gente che si fa il [[culo]] lavorando dalla mattina alla sera.<br />Con l'arrivo di uno [[zingaro|sfaccendato e delinquente]] come il calabrese La Rosa, i teppistelli del luogo trovano un punto di riferimento che li porta a organizzarsi in bande. Il [[lampagnone]] barbuto chiama a Cuba alcuni dei suoi [[compagni di merende]] italiani come Giangiacomo Feltrinelli, Prospero Gallinari, Mario Moretti e [[Romano Prodi]] e insieme ordiscono un piano eversivo per impadronirsi del potere che è l'unica cosa che, da che mondo è mondo, interessa ai comunisti.<br />Per meglio mimetizzarsi, il La Rosa prende - come già fecero Don [[Vito Corleone]] a [[New York]] e Martin [[Palermo]] a [[Buenos Aires]] - il nome del proprio paese d'origine, muta Fedele in Fidel e diviene il famigerato Fidel Castro.
Ed eccolo cominciare a rompere i [[coglioni]] a destra e a manca impedendo al governo dell'illuminato Batista di lavorare ed attuare le riforme che il popolo perbene, quello del nord di Cuba, chiedeva a gran voce. Arrivò perfino al punto di tirare una statuetta del duomo dell'Avana in testa al Presidente rischiando di ucciderlo. Il presidente si salvò solo grazie ad una buccia di banana cagata da uno scimpanzè gay sulla quale scivolò, evitando cosi di essere colpito. Nella caduta battè però la testa rimanendo in stato vegetativo.
 
Castro e i suoi compari (in seguito rispediti in [[Italia]] per tentare di instaurare anche da noi una dittatura del proletariato), spalleggiati da Stalin, quella gran troia di Emma Bonino, [[Palmiro Togliatti|Togliatti]], [[Gambadilegno]] e Prodi, massacrando vecchi, stuprando le donne e i trans e affogando i bambini nel sangue delle stesse madri, s'impadronirono della Moncada<ref>O come cazzo si chiama il Palazzo del Governo a Cuba...</ref>, decapitarono Batista e se ne cibarono per cena.<br />Stalin e Prodi, quindi, misero Castro a capo del nuovo governo cubano e, manovrandolo come un burattino, fecero di lui l'ultimo baluardo contro l'[[esportazione della democrazia]] nel Sudamerica.
 
Dalla morte di Stalin in poi, le redini che dirigono la politica di Castro sono tenute saldamente da Romano Prodi, saltuariamente coadiuvato da [[Pecoraro Scanio]] e da [[Luxuria]]. È davanti agli occhi di tutti il bordello che, dopo quasi due secoli ininterrotti di castro-prodismo, è diventata Cuba: un luogo di terrore, morte e disperazione.
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====Legge elettorale cubana====
Per non tediare troppo il popolo, Castro decise fin da subito di non ricorrere troppo spesso alle elezioni. Una volta ogni quarant'anni sarebbe stato sufficiente per garantire la necessaria alternanza democratica. Per confermare l'avvenuta elezione, ogni elettore maschio sarà inculato senza vaselina dallo scrutinatore meglio dotato.
 
La legge elettorale attualmente in vigore, il cosidetto '''Fidelcastrum''', prevede che al partito che prende il maggior numero di voti sia assegnato un [[premio di maggioranza]] pari al 100% dei seggi, in modo da assicurare una discreta governabilità. Per candidarsi alla presidenza della repubblica è sufficiente aver compiuto i settant'anni, aver governato per almeno trentanove anni e vestirsi abitualmente in modo ridicolo.
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*[[Maurizio Belpietro]], che ha letto in bozza questo articolo, dice di essere orientato più verso le posizioni di Feltri che verso quelle dell'autore.
*[[Antonio Di Pietro]], anche lui lettore dell'anteprima, ha fatto un commento che il correttore automatico si rifiuta di riportare.
*Fidel castro è monopalla, e in gioventù ha avuto un buon successo con il suo gruppo metal "w la figa e chi la spissiga, w la tetta e chi la palpetta".
 
==Voci correlate==
Utente anonimo