Fernando Tambroni: differenze tra le versioni

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* Il [[26 marzo]] [[1960]] Fernando Tambroni, che si era messo in luce al VII congresso della [[DC]] del [[1959]] con un discorso "aperturista" nei confronti del centrosinistra, sostenendo che ''"le donne di sinistra la sganciano facile"'', ricevette l'incarico di formare un governo per sostituire quello dimissionario guidato da [[Antonio Segni]]. Quella folle scelta del Presidente [[Giovanni Gronchi]] è da inquadrarsi nella grave emergenza che si stava delineando in quell'anno, infatti c'era obbligatoriamente bisogno di un "governo provvisorio", in grado di consentire lo svolgimento della XVII [[Olimpiade]] a [[Roma]], ma soprattutto di approvare il bilancio dello Stato per alzarsi gli stipendi.
 
* L' [[8 aprile]], il governo monocromatico democristiano formato dal filo-fascista Tambroni ottenne la fiducia della [[Camera]], con una maggioranza di soli tre voti (300 sì e 297 no) e con il determinante appoggio dei deputati missini. La circostanza causò le dimissioni irrevocabili e immediate dei tre ministri con il peggior cognome della [[DC]]: '''Bo''', '''Pastore''' e '''Sullo'''.
[[File:Fernando Tambroni discorso.jpg|right|thumb|230px|{{Cit|Tranquilli! A Genova la polizia ha la situazione sotto controllo!|Tambroni prova a vedere se sparandole grosse riesce a far calmare i manifestanti.}}]]
* L' [[11 aprile]], la [[DC]] si rese conto che mettere un filo-fascista come Tambroni al governo rischiava di essere una gran [[cazzata]], così dietro esplicito invito del proprio partito, il governo rassegnò le dimissioni e il presidente [[Giovanni Gronchi]] assegnò l'incarico a quel viso d'angelo di [[Amintore Fanfani]]. Questi, tuttavia, dovette rinunciare perché non si era ancora del tutto ripreso dai colloqui di pace per la [[Crisi di Suez]], dove il generale [[Gamal Abd el-Nasser|Nasser]] lo colpì inavvertitamente con una gomitata in un occhio durante un brindisi. A quel punto Gronchi, evidentemente rotto di quella situazione di stallo, anziché cercare una soluzione diversa, invitò Tambroni a ripresentarsi al [[Senato]] per completare la procedura del voto di fiducia.
* Alla fine il [[29 aprile]], sempre con l'appoggio dei missini e con pochi voti di scarto, il governo ottenne la fiducia del [[Senato]] e Tambroni divenne a pieno titolo [[Presidente del Consiglio]], rigorosamente non eletto dal popolo.
 
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