Federico Fellini: differenze tra le versioni

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Ha vinto per quattro volte il [[Premio Oscar]] al miglior film straniero, più un altro alla carriera. Due volte il Festival di [[Mosca]], circa due km di Nastri d'argento, Palme d'oro, Orsi, Leoni, David, Jumpo, BAFTA... l'unica cosa che non è riuscito a vincere è stato un pupazzo a forma di [[Nonna Papera]], al tirassegno Goldoni sul lungomare di Riccione (e sua moglie c'è rimasta malissimo).<br />
Ha lasciato opere indimenticabili, ricche di satira, malinconia e caratterizzate da uno stile onirico e visionario.
[[File:0083729370000.gif|500px|right]]
 
{{cit2|Non faccio un film per dibattere tesi o sostenere teorie. Un film è un sogno, affascinante finché rimane misterioso e allusivo, ma che rischia di diventare insipido quando viene spiegato.|Federico Fellini intervistato da Renato Barneschi, per ''[[Oggi]]'', nel [[1983]].}}
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Il padre lo porta a vedere i film di [[Charlie Chaplin]], l'amore per il cinema matura, diventa quasi mania e si focalizza su quello sperimentale, tanto da portarlo a chiamare i montanti del letto col nome dei quattro cinema [[porno]] di Rimini: Luxuria, PonPon, Fiamma e Gradisca.<br />
Fellini segue studi regolari, infatti va regolarmente a [[Squola|scuola]] tutti i [[martedì]]. Mentre frequenta il [[Liceo classico]] ''[[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]]'' rivela il primo dei suoi talenti, disegnando [[Fumettista|vignette e caricature]] di compagni e [[professori]]. Questo lo rende simpatico come un [[Bambino mostro|bambino che per giocare ti riga la macchina con un chiodo]]. È solo per una generosa donazione in vettovaglie, da parte del padre all'intero corpo docente, che Federico vede mutare la sua terrificante media voti da 2,8 a 8½<ref>che sia per questo che poi... [[boh]]!</ref>.<br />
Agli inizi del [[1939]] si trasferisce a [[Roma]] con la scusa di frequentare l'[[Università]], in realtà per realizzare il desiderio di dedicarsi alla [[Giornalista|professione giornalistica]] {{s|<del>e di andare a Ponte Milvio a farsi fare un [[pompino]] come [[Gesù|Cristo]] comanda}}</del>.
 
=== I primi lavori ===
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Gli incassi al botteghino furono un'ecatombe. Il produttore Luigi Rovere costrinse Fellini, per espiare, a partecipare come flagellante alla ''Processione dei battenti'' a Guardia Sanframondi (BN).<br /> Dopo Luci del varietà il regista gira ''I vitelloni'', che racconta la [[vita]] di provincia di un gruppo di [[Amico|amici]] a [[Rimini]]. Questa volta il film ha un'accoglienza entusiastica. Dopo aver vinto il Leone d'argento a [[Venezia]], fa incetta di coccarde colorate alle [[Fiera|fiere campionarie]] di [[Bovino|bestiame]] in tutta la [[Italia|Penisola]]. All'estero è campione di incassi in [[Argentina]] (dove si intitola ''Hijo de vaca'') e riscuote un buon successo anche in [[Francia]], che anche loro di [[Vacca|vacche]] ne capiscono. Negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] la pellicola sbanca il botteghino nella prima settimana, l'ammiccante titolo ''Little Big Cow'' induce il [[Pollo|poco smaliziato spettatore americano]] a crederlo un film sui [[cowboy]]. Dopo le prime visioni continua però inaspettatamente a fare un sacco di [[soldi]], perché entra in scena il perfido ''"effetto Nøstdahl"'':
{{cit2|[[Vendetta|Se mi chiedi com'è il film e ho beccato la fregatura, non sarò certo io a fartela evitare (che mi stai anche antipatico per quella cosa)]].|Alka Seltzer Nøstdahl, ''Dinamiche della ripicca di massa'', Flekkenfjørd [[1964]], Ed. Høeply}}
Il successo internazionale galvanizza Fellini, che si getta in un lavoro febbrile da cui, da li a poco, usciranno le sue più grandi {{s|<del>stron}}</del> opere.
 
=== Il grande successo ===
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=== Gli ultimi lavori ===
 
[[File:Federico Fellini autografo per Cicciolina.jpg|right|thumb|320px|Fellini ammirava lo stile "[[Idiota|floreal-onirico]]" tipico di [[Ilona Staller|Cicciolina]]. Non riuscì mai a convincerla a {{s|<del>dargl}}</del> fare un film assieme.]]
{{cit2|Arrivato sulla soglia della [[Anziano|terza età]], Fellini come regista è (per sua fortuna e nostra) entrato in quella splendida maturità in cui un mostro sacro riesce a profondere i suoi tesori di bravura per il solo piacere di farlo. Inoltre, è ancora abbastanza lucido per non usare, quasi mai, il suo [[pappagallo]] come [[decanter]] per il lambrusco.|Giorgio Carbone su ''La Notte'' a proposito di Fellini.}}
Dalla seconda metà degli [[anni '70]] il lavoro del Maestro si evolve, diventando un vero e proprio catalogo di invenzioni registiche, contenenti una galleria di personaggi definiti "tipicamente felliniani". Se un qualsiasi regista avesse provato a chiamarne uno: Snàporaz o Katzone, sarebbe stato additato come volgare e bandito dalla macchina da presa, ma Fellini può farlo, è poesia, fine satira, intuizione geniale.<br /> A dirla tutta, si era davvero "rincojonito", voleva fare a tutti i costi un film con [[Ilona Staller|Cicciolina]], ma in quel momento lei era molto "presa" perché stava girando ''Tappatemi tutta''. Ripiegò allora sull'altra [[pornostar]] del momento, [[Marina Lotar]], per farle interpretare un [[culo]] nel film ''La città delle donne'' ([[1980]]). L'ultimo decennio di attività di Fellini è arricchito da altri capolavori: ''E la nave va'' ([[1983]]), ''Ginger e Fred'' ([[1985]]), ''Intervista'' ([[1987]]), e il lavoro dell'addio al cinema: ''La voce della luna'' ([[1990]]), nel quale avrà come protagonisti [[Paolo Villaggio]] e [[Roberto Benigni]].<br /> Nel [[1992]], dopo un periodo di inattività, dirige tre brevi spot pubblicitari per conto di una [[Banca del seme|banca "felliniana"]]. Per evitargli lo sputtanamento definitivo, l'{{tooltip|{{colore|green|Accademia delle arti e scienze cinematografiche americana}}|[[File:Fanculo stile hollywood.jpeg|200px]]}}, gli conferisce il suo ultimo Oscar, il più importante, quello alla carriera (e se lo leva dalle palle).
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