Eragon (film): differenze tra le versioni

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|margini=0 auto
|testo='''Il regista, prima di iniziare a girare, ha bruciato tutte le copie di Eragon a lui recapitate.'''}}
 
{{Film orrendo}}
 
{{Cit2|Secondo libro? [[C'è]] un secondo libro?! Cazzo!|Il regista di Eragon parlando per la prima volta a Christopher Paolini, dopo le riprese.}}
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Un [[giorno]], mentre era a castagne, [[Tizio]] trova 'sta benedetta cosa, che grazie al suo intelletto "superiore" scambia per una pietra. Dopo circa due minuti dal ritrovamento, toccando la suddetta pietra, questa si schiude, dando origine a una creatura maestosa, una dragonessa (che inspiegabilmente sa già di chiamarsi Saphira), che fa apparire sul palmo un cellulare che Eragon usa per comunicare col drago (essì, altro che legame mentale!). Nella successiva mezz'ora, Eragon comincia a realizzare che quella che ha trovato non è una pietra.
 
In seguito, Eragon incontra {{s|<del>Obi Wan Kenobi}}</del> Brom (il personaggio più tosto del film), intento a raccontare qualche vecchia barzelletta sui Cavalieri {{s|<del>Jedi}}</del> dei Draghi ([[Darth Fener|traditi anni prima da uno di loro per impadronirsi del potere]]) e sul loro ordine. Da qui Eragon, con l'aiuto delle succitate capacità intellettive, deduce di essere il nuovo Carabiniere del Drago.
Dopo giorni e giorni di profondo rimuginare, Eragon giunge infine alla conclusione che i draghi, se hanno le ali, in teoria sanno volare. Dopo altri giorni di intensa attività mentale, capisce che il drago è troppo piccolo per poter essere cavalcato. E a questo punto si manifesta uno dei più grandi miracoli della metafisica: il draghetto, dopo mezzo petosecondo di [[viaggio]] fra le nuvole, diventa un drago adulto. Saphira si giustifica che i draghi crescono sempre così, di botto. Capendo che nemmeno un bimbominkia ubriaco se la sarebbe bevuta, Eragon e tutti gli altri fanno finta di niente e la storia prosegue.
 
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Dal momento che la casa è vuota, decide di entrarvi, facendo però un casino immane, tanto che Brom lo becca quasi subito (mente argutissima, eh?). Inutile dire che quel demente si lascia abbindolare, e gli racconta tutto.
 
Tutto questo però fa incazzare {{s|<del>[[Palpatine]]}}</del> il re, che decide di uccidere Eragon mandando gli schifosissimi {{s|<del>[[Nazgul]]}}</del> Ra'zac, ancora più schifosi grazie ai loro bei faccini in avanzato stato di decomposizione. Ovviamente, al posto del nostro simpatico eroe, muore lo zio, che era tutto intento a guardarsi la [[Champions League]] e non ha potuto pararsi le palle.
 
Brom gli insegna a combattere e a usare la {{s|<del>[[Forza]]}}</del> magia per accendersi le canne e far saltare ponti, con parole semplicissime di una lingua morta come ''Kvaister'' e ''Mnschftttn''.
 
'''Attenzione:'''
#{{s|<del>Obi Wan Kenobi}}</del> Brom sa usare la {{s|<del>[[Forza]]}}</del> magia;
#{{s|<del>Obi Wan Kenobi}}</del> Brom ripete più volte a Eragon che ''solo i Cavalieri {{s|<del>[[jedi]]}}</del> dei Draghi sanno usare la {{s|<del>[[Forza]]}}</del> magia'';
#{{s|<del>Obi Wan Kenobi}}</del> Brom nega di essere un Cavaliere {{s|<del>[[Jedi]]}}</del> dei Draghi.
 
'''Si giunge così a due tesi:'''
#O {{s|<del>Obi Wan Kenobi}}</del> Brom ha sparato una cazzata quando ha detto che solo i Cavalieri sanno usare la magia;
#Oppure {{s|<del>Obi Wan Kenobi}}</del> Brom ha sparato una cazzata quando nega di essere un Cavaliere.
 
In ogni caso {{s|<del>Obi Wan Kenobi}}</del> Brom '''ha''' sparato una cazzata.
 
Successivamente si scopre che entrambe le tesi sono esatte e Brom ha detto due cazzate (perché, caro Brom, ANCHE GLI ELFI sanno usare la magia!!!!).
 
Ad un certo punto casuale del film, senza nessun motivo, il regista decide che i nostri vengano attaccati da {{s|<del>orchetti}}</del> mostri orribili; mentre Eragon e Saphira sono in difficoltà, il nostro eroe fa saltare in aria l'allegra comitiva usando una parola magica precedentemente sentita usare da Brom.
Eragon, stupito, attonito e sconvolto, si rivolge a Brom esclamando: "''Ma allora tu sei un Cavaliere {{s|<del>jedi}}</del> dei Draghi!?!?!"'', seguito dal commento scaltro del suo Drago che, socchiudendo con fare astuto gli occhi, aggiunge "''Ma certo...''".
Comunque, saltando tutti i capitoli più importanti del libro, Eragon decide, contro la volontà di Brom, di andare in soccorso a una biondissima {{s|<del>Leia}}</del> [[Arya]] tenuta prigioniera {{s|<del>nella Morte Nera}}</del> {{s|<del>ad Isengard}}</del>.
 
[[File:Eragon.jpg|right|thumb|300px|Una foto del protagonista in un momento di relax.]]
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Ovviamente Eragon lo sapeva. Lo aveva visto in sogno. Ma questo non lo contesto. Contesto che Arya non sia per niente tramortita dal veleno e che nel sogno racconta la storia della sua vita senza che nessuno glielo abbia chiesto, tanto per far arrivare il film alle canoniche 1 ora e 45 minuti di durata.
 
In quel momento passa di lì per caso {{s|<del>Dart Fener}}</del> Durza, uno spettro ninfomane nonché braccio (mal)destro del{{s|<del>l'Imperatore}}</del> re Galbanino, perché aveva finito la tintura rossa per i capelli. Grazie ai poteri di Magneto, Durza riesce a scagliare contro Eragon delle simpatiche e acuminate {{s|<del>spade laser}}</del>asce di ferro, ma Brom, comparso lì sempre per caso (e nonostante fosse già morto 8 righi sopra), si fa uccidere al posto del nostro giovane eroe. Ad Eragon però, non gliene frega una beata mazza. Continua a combattere credendo di aver ucciso Durza e nel frattempo fa amicizia con {{s|<del>Ian Solo}}</del> Murtagh. Insieme ad Arya arrivano (correndo...) {{s|<del>dall'Alleanza Ribelle}}</del> {{s|<del>a Granburrone}}</del> dai Varden in un batter di ciglia e senza nemmeno prepararsi combattono una battaglia campale contro l'esercito {{s|<del>imperiale}}</del> {{s|<del>di Saruman}}</del> dello Spettro, che muore inciampando sul suo POTENTISSIMO drago della Chicco. Nonostante Saphira venga colpita, il giorno dopo è già in forma splendente grazie a una [[supposta|magia]] che Eragon usa per guarirla, ignorando il fatto che una magia del genere avrebbe dovuto ucciderlo. Ma vabbè.
 
Tutti felici e contenti, i protagonisti vanno ognuno per la loro strada.