Enzo Biagi: differenze tra le versioni

nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 13:
Biagi passa alla direzione dei più importanti giornali: il ''[[Corriere della Sera]]'', ''[[La Stampa]]'', ''[[Playboy]]'', ''Amici a Quattro Zampe'', ''Scarpe & Scarpiere''. In un editoriale dimostra con prove inoppugnabili che il [[Subcomandante Marcos]] altri non è che [[Giorgio Mastrota]], ma l'[[Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale]] e [[Mondial Casa]] lo mettono a tacere minacciandolo di [[morte]]. E regalandogli un set di casseruole perfette per cucinare l'abbacchio.
 
Negli [[anni '60]] Biagi è in [[RAI]] con ''RT Rotocalco Televisivo''. Il programma crea scalpore perché è il primo a parlare esplicitamente di [[mafia]], e il primo a parlarne bene. Pubblica poi, con lo [[pseudonimo]] di Biagio Zen, una serie di monografie sui personaggi contemporanei che hanno reso grande l'Italia: [[Gianni Agnelli]], [[Enzo Ferrari]], [[Rocco Siffredi]].<br />Nel frattempo Enzo Biagi finisce nel mirino delle [[Brigate Rosse]], che decidono di farlo fuori. Le BR però sbagliano persona e uccidono il [[diritto del lavoro|giuslavorista]] [[Bologna|bolognese]] [[Marco Biagi]]. La settimana seguente ci riprovano e uccidono Gianfranco Biagi, il titolare di un elettrauto.<br />Le BR continuano a colpire a casaccio e a ridurre sensibilmente il numero di Biagi in Italia fino al [[1989]], anno in cui vengono smantellate. Non dovendo più temere per la propria incolumità, Enzo può finalmente uscire dal barile di alici marinate in cui si era nascosto durante gli [[anni di piombo]].
 
Negli [[anni '90]] continua a realizzare trasmissioni tematiche, di grande spessore, dedicate alla fine del [[comunismo]], allo scandalo della [[P2]] e alle operazioni di mastoplastica adduttiva di [[Sabrina Salerno]]. Non mancano i pericoli: dopo un servizio molto critico nei confronti della [[polizia]], il [[Commissario Rex]] tenta di sbranarlo.<br />Per debellare una brutta forma di [[stitichezza]] che lo accompagna fin dai tempi della [[Resistenza]], Enzo Biagi si abbandona all'abbraccio tentatore delle [[Supposta|supposte]] di glicerina. Come ampiamente dimostrato da recenti studi, dalle supposte all'[[eroina]] il passo è breve e Biagi diventa [[tossicodipendenza|tossicodipendente]], tanto che negli ambienti RAI le malelingue gli affibbiano il soprannome ''Il Fatto''. In una spirale di degrado psicofisico e pulsioni autodistruttrici, pur di pagarsi una dose inizia a rubare tv e a lavorare per ''[[il Giornale]]''. Riesce a ripulirsi grazie all'aiuto dell'amico cardinale [[Ersilio Tonini]], che lo lega al letto e gli fa passare la voglia di [[droga]] a suon di scudisciate.
0

contributi