Disastro di Bhopal: differenze tra le versioni

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Warren Anderson s’imbarcò il giorno successivo per l’India con l’intenzione di verificare di persona la situazione a Bhopal: questa volta imbroccò il terminal giusto, ma si addormentò mentre stava cagando nella ritirata e l’aereo ridecollò per New York senza che nessuno s’avvedesse di lui. Dopo un secondo viaggio, comprensibilmente di malumore, Anderson dovette constatare come il suggerimento datogli dai suoi collaboratori di non avventurarsi per nessun motivo in mezzo a quella gente non fosse poi una cazzata: dapprima rassicurato dalle migliaia di occhi furenti che fiammeggiavano tra una marea di volti sconvolti (gli parevano degli splendenti e preziosi rubini), dovette presto constatare la non esattamente fraterna accoglienza dei suoi ''amici con la pelle color cioccolato'' dopo che il bodyguard locale, Jamal, lo aiutò a scendere le scalette del jet tenendolo sollevato per gli slip. Immediatamente arrestato, dopo 42 ore di terzo grado aveva anche lui due occhi fiammeggianti e la pelle bruna, ma se la cavò versando l'oblazione prevista per la sua cauzione: 500 dollari, più 50 centesimi che caddero in una fessura del pavimento. Prima di sparire nell’abitacolo dell’aereo che l’avrebbe riportato nella terra dei mangia-hamburger, Warren annunciò solennemente alla folla:[[File:Schema muscoli con scritte riguardanti il disastro di Bhopal.jpg|thumb|420px|L'odissea del risarcimento. Ironicamente, il sistema muscolare è l'unico comparto dell'organismo umano a non essere intaccato dal MIC.]]
{{cit|Tornerò quando la legge me lo richiederà… ciupa lì e ciupa là, AHAHAHA!!! ADDIO PER SEMPRE, IDIOTI! AHAHAHAHAHAHAHA!!!……………… Fred? Fred, ora puoi partire!... CRISTO, FRED, PARTI! STANNO SALENDO LA SCALETTA! PIGIA QUEL CAZZO DI ACCELLERATORE, FRED! IL FRENO A MANO, RINCOGLIONITO!!!… Oh, ciao Jamal…}}
Il disastro chimico lasciò {{citnec|una nube|e=ironia involontaria}} di morti e intossicati più o meno gravi. Più più che meno. Ma nemmeno meno. Le stime stilate da vari enti e agenzie governative sono talmente discostanti tra loro che ad andarci più vicino è stato un bambino della scuola elementare cui fu chiesto quale fosse il numero più alto che conoscesse. Minormente complicato fu stimare le tonnellate di scarti e rifiuti tossici abbandonati, per le quali venne consultato uno studente di marketing della [[Bocconi]]: la notizia che Dow Chemical, nuova padroncina della Union Carbide, non intendevaaveva raccoglierela benché minima intenzione di smaltire gli escrementi della sua bestiola fece {{citnec|squagliare|e=ironia involontaria}} i coglioni a mezza popolazione indiana (l’altra metà erano donne), abbandonando di fatto una quantità enorme e imprecisata<ref>lo studente di marketing è tuttora al lavoro</ref> di pattume velenoso in una vasta area della periferia di Bhopal. In confronto la discarica Pozzi-Ginori è un praticello da mangiare con l’aceto balsamico. Né la stampa locale e internazionale né le numerose e fitte manifestazioni di protesta che intopparono le strade nel corso dell’intero dicembre del 1983 scalfirono la reputazione del colosso della chimica, alcune di esse furono persino ferocemente {{citnec|soffocate|e=ironia involontaria}} coi manganelli. Ad oggi, senza alcuna bonifica, senza alcun risarcimento e con l’unica sentenza di condanna che rimarrà sospesa in eterno come una ghigliottina arrugginita, la situazione è rimasta congelata come allora, {{citnec|paralizzata|e=va bene, la smetto}} in un tiro alla fune tra una sfilza di poveracci martoriati e un pugno di strapagatissimi avvocati.
 
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