Cucina veneta: differenze tra le versioni

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{{cit2|Lasciate ogni speranza, o voi che entrate|[[Dante Alighieri]] all'ingresso di un ristorante veneto, tratto dal ''De cucina veneta''}}
 
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*l'antico '''De Rituale Romano cum fidelibus praescritionibus''' prevedeva che nel giorno del Venerdì Santo i fedeli si cibassero obbligatoriamente in un ristorante veneto per mortificare la gola peccatrice: il canone, in tempi recenti, è poi stato sostituito dalla meno rigida regola del digiuno, con grande sollievo per i cattolici praticanti;
* Nel Basso medioevo, la tortura più temuta dagli eretici era costituita dall'ingurgitare un miscuglio di pietanze venete: salsa al radicchio con cren mischiato a gatto vicentino, baccalà e polenta triturate. Nel 1252, con la bolla '''Ad extirpanda''', [[Innocenzo IV]] si convinse a sostituire il tremendo castigo (giudicato eccessivamente crudele anche dagli stessi inquisitori pontifici) con l'ingestione di piombo fuso. Grande fu il sollievo per i condannati, sostengono i commentari dell'epoca.
 
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