Cover band: differenze tra le versioni

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*Un secondo sbocco evolutivo è la professionalizzazione del gruppo: i musicisti sanno fare qualcosa e non si abbassano più a suonare i pezzi conosciuti da tutti. Nei live vengono proposti a ripetizione brani dei [[Dream Theater]], di Steve Vai e di altri artisti perfettamente sconosciuti. Le conseguenze di questa scelta sono solitamente che i pochi amici e parenti che frequentavano i concerti si rompono le scatole. I musicisti diventano esseri solitari che si suicidano.
*Il terzo e ultimo percorso è probabilmente il più devastante: la cover band si evolve in tribute band e scasserà la minchia al pubblico obbligandolo a sentire per 2 ore i brani dello stesso artista. Le uniche tribute band al mondo che hanno un seguito sono quelle di Vasco Rossi e di Ligabue. Attualmente esistono 1.423.542.123 tribute band di questi due artisti per chilometro quadrato di territorio nazionale. Questo fatto ha suggerito a numerosi studiosi l'ipotesi che l'ascoltatore italiano medio di musica sia un perfetto deficiente.
 
== Tribute Band: il punto di vista psichiatrico ==
La degenerazione di una cover band in una tribute band è una malattia mentale virale riconducibile al campo dei disturbi della personalità e, più in particolare, della personalità multipla unita alla tentata mutazione fisica. La patologia, altresì nota in ambito accademico come “sindrome del [[coglione]] che crede di essere [[Ritchie Blackmore]]”, è stata diagnosticata per la prima volta nel 1986 nel famoso chitarrista Yngwie J. [[Malmsteen]] dal dott. prof. rag. Joe L. Turner (autore del ''Metodo infallibile per rovinare i gruppi famosi in cui canti''). Il rag. Turner ne ha individuato la classica prosecuzione per stadi, qui di seguito descritti.
*il paziente sedicente musicista/cantante comincia a suonare in una cover band; il paziente si sente una divinità ogni volta che suona/canta la nota giusta, aumentando con rapida gradualità la propria soddisfazione – questo stadio è conosciuto come “masturbazione mental-musicale del [[Finley]]” o, come altri studiosi sostengono, “Xfactorite petecchiale compulsiva del Castoldi”;
*il paziente va in visibilio di fronte ai 14 esseri viventi (piante e aracnidi inclusi) che assistono al primo concerto del suo gruppo. È questo il momento in cui il virus si insinua in modo stabile tra le sinapsi dei pochi neuroni funzionanti del paziente. L’agente patogeno fa sì che il paziente si convinca in breve tempo di essere in preda a una mutazione epifanica che lo porterà a diventare il fratello gemello omozigote/omosessuale del proprio idolo di riferimento e, cancellando le poche idee non insulse presenti nel cervello del malato, lo spinge verso la terza fase della malattia: il cambio di ''look'';
*il paziente comincia a vestirsi e ad acconciarsi (o conciarsi) come il proprio idolo anche quando non si esibisce di fronte al suo non numeroso pubblico; alcuni esempi pratici: non si separa mai dai finti Rayban con le lenti al piscio se fa cover di [[Antonello Venditti]]; comincia a infarcire di “Eeeeeeeeeeee” ogni frase minima (es.: soggetto, predicato verbale, Eeeeeeeeeeeeee) e a tingersi i capelli color gatto rosso se è un estimatore di [[Fiasco Rossi]], etc etc etc. Nel breve volgere di poche settimane, la degenerazione inesorabile spinge il malato al terzo stadio del morbo: il cambio di tutto il resto (mutande escluse);
*in questa fase dell’affezione, detta “della copia-carbone” o più correttamente “della copia-[[coglione]]”, il paziente è ormai precipitato nella spirale dell’idiozia più difficile da invertire: studia in modo maniacale su cassette VHS tutte le movenze del proprio idolo e cerca di riprodurle, dal vivo ma anche nella vita di tutti i giorni. La perniciosa quanto frequente presenza di [[bimbiminkia]] ai concerti di tali pazienti ne aggrava il quadro clinico, giacché incoraggia i malati a immedesimarsi sempre di più nel proprio idolo, del quale spesso adottano il parruchiere, il costumista, la mimica e la parlata – caso, quest’ultimo, particolarmente grave quando l’idolo prescelto è anglofono e l’infermo è un castrone ignorante che non sa esprimersi nemmeno in italiano corrente;
*l’ultima fase della malattia è quella in cui, nel cervello devastato del malato (lessico scientifico: ''cerebrus capitis mentulae'' o'' cerebrus Malmsteeni''), la coscienza del proprio Io, prima giustamente frustrata in quanto specchio del nulla più abissale, si identifica totalmente con l’immagine dell’idolo eletto. Con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti in occasione di un qualsiasi concerto di tribute band - prima, durante e dopo l’esibizione.
Prima di gettare la spugna e dichiarare inguaribile la “sindrome del [[coglione]] che crede di essere [[Ritchie Blackmore]]”, il mondo scientifico si è a lungo interrogato sulle possibilità di risanamento e sulle eventuali capacità di recupero degli ammorbati. Il caso disperato del [[Malmsteen]] (che a cinquant’anni suonati crede ancora di essere un clone più panzone del chitarrista Blackmore, creato da questi per partenogenesi svedese) e quello ancor più eclatante del chitarrista giapponese Norifumi Shima (che crede di essere Malmsteen, che a sua volta è convinto di essere Blackmore, che a sua volta è convinto di essere il giullare di Pipino il Breve), hanno seminato tra gli psichiatri un diffuso pessimismo, che ha portato alla sospensione ''a divinis'' delle ricerche.
 
== Voci correlate ==
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