Che Guevara: differenze tra le versioni

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Sbaragliate le squadre avversarie, a cuba resta poco da fare, e Fidel incarica Guevara di occuparsi della [[banca|Banca Nazionale di Cuba]], uno [[sfiga|scherzo del destino]] per l’[[amante]] di una marxista-leninista. Per esprimere il suo disagio Guevara sviluppa l'abitudine di pulirsi il [[culo]] con le [[Denaro|banconote]] anziché firmarle, e da qui trae origine il detto cubano “il denaro è la merda dei governi”.
 
L'esperienza cubana per Guevara non è solo professionale: lontano di casa e dalla moglie marxista si innamora del capo dei ribelli [[Leila Skywalker|Leida]], una ragazza che viene da una galassia lontana lontana [[Star Wars|ma questa è un'altra storia]]. Sfruttando la pozione di potere che ricopre si firma le carte per il divorzio e sposta l'affascinante ribelle. Ma siccome non c’è due senza tre, il Che ci prende gusto e comincia a trombarsi le madri di tutti i [[Bimbominkia fascista|fascisti]]. Si, pure la [[tua madre|tua]].
 
== Il Che non [[c'è]]! Dov'é? ==
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Esaltato dall’evento, Ernesto fa una trasferta a [[New York|Niù Yorc]], dove oltre ad una gara di insulti con gli allenatori di tutte le nazionali scopre il [[flipper]], il [[sodomia|boogie woogie]] e fa la conoscenza di [[Armani]] e [[D&G]].
 
Questa esperienza lo spinge a creare la sua personale collezione di magliette, tutte raffiguaranti la sua faccia. Visto il successo, comincia a mettere il suo logo anche su accendini, spille, stufe a gas, aeroplani e vibratori. Al culmine della sua fama si dedica ai calendari ed avendocelo molto [[no, era piccolissimo|grande]] riscuote un notevole successo. Recentemente il suo biografo [[Calderoli]], ha dichiarato in un'intervista di "Tutto quello che avreste voluto sapere e non avete mai osato chiedere perché sapevate benissimo che come risposta avreste avuto una marea di cazzate", che il [[pene]] del Che lo arrapa un casino.
 
Ben presto diviene il più grande magliettista mondiale, e il suo lavoro si riduce a stampare la sua bella faccia su centinaia di migliaia di magliette di improbabili marche, tutte smazzate da qualche [[negro]].
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