Ce l'hai nel culo: differenze tra le versioni

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== Il Medioevo ==
 
Paradossalmente, la scarsa produzione di documenti scritti riconducibili all’altoall’Alto [[Medioevo|medioevo]] lascia ragionevolmente supporre che le popolazioni europee dell’epoca l’abbiano avuto in culo per svariati secoli. Guerre, carestie, pestilenze e le prime edizioni di [[Porta_a_porta|Porta A Porta]] ridussero l’[[Europa|Europa]] sull’orlo dell’estinzione (peraltro meritata, ammettiamolo). Nel bassoBasso medioevoMedioevo, grazie alla rivoluzionaria scoperta che il [[Merda|letame]] non è commestibile, le genti poterono allontanarsi dai pitali e dedicarsi nuovamente alla produzione culturale. Di qui il rifiorire di documenti scritti, in cui gli amanuensi fecero ampio ricorso alla locuzione, decorando il testo con dettagliate miniature di pelosi deretani e vigorosi membri minacciosi, ad uso del volgo analfabeta.
[[File:Jimmy Fenomeno.jpg|right|thumb|Il feroce Saladino.]]
Si narra ad esempio che [[Carlo_magno|Carlo Magno]], brandendo la sua '''Altachiara''' sui campi di battaglia, si lanciasse alla carica proprio al grido di «ce l’avete in culo», terrorizzando i nemici. Il motto era peraltro diffuso anche presso le popolazioni islamiche: esso era infatti utilizzato per accogliere festosamente i crociati che invadevano la terra santa. Il feroce [[Saladino]], che i sudditi fedeli vezzeggiavano col nomignolo di «infame cazzone», soleva dire «ڿۃڮږڦ ڕڄھڊٺجعآڈ» («’o pigl’ ‘n cul’ e sbatt’i’mman’») per sottolineare nei confronti dei messi crociati la propria indisponibilità a ritirarsi dai luoghi sacri.
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== Il Rinascimento ==
[[File:Donna in camicia di forza.jpg|right|thumb|[[Giovanna_D%27Arco|Giovanna D’Arco]] ritratta in tutta la sua luminosa credibilità]]
Numerose sono le testimonianze del ricorso a questa fausta espressione anche nel corso del [[Rinascimento|rinascimento]]. A questo periodo possono essere fatte risalire le ultime illustrazioni dei già citati amanuensi, che così espressero il rammarico per l’imminente fine della loro attività, a seguito dell’invenzione della stampa a caratteri mobili (notevoli, in particolare, alcune rappresentazioni della mamma e della sorella di [[Gutenberg|Gutenberg]]). Se, come già detto, la scoperta dell’[[America|America]] permise l’incontro di due concezioni sorprendentemente simili della locuzione tra culture così profondamente diverse, va ricordato che il crescente fiorire dei commerci, anche verso il Lontano Oriente (AN), estese l’uso dell’espressione pure quale suggello di transazioni economiche truffaldine.
 
L’espressione ebbe vastissima importanza anche in ambito artistico. Immortale - solo per citare l’opera più famosa - il '''San Sebastiano Ce L’Ha In Culo''' (muco su tela) di '''Giuliano Bruttodìo da Montorsoli''', detto '''Il Cagacazzi''', in cui il martire viene raffigurato, legato a un palo, nell’istante in cui gli arcieri prendono la mira. Ma il concetto si eresse a ben più di un semplice oggetto di rappresentazione, al punto che i più illustri esponenti dell’arte rinascimentale, quali [[Leonardo_Da_Vinci|Leonardo Da Vinci]] e [[Michelangelo_Buonarroti|Michelangelo Buonarroti]], fecero dell’averlo in culo un vero e proprio stile di vita.
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