Casa Savoia: differenze tra le versioni

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[[File:Italia nel 1840.PNG|thumb|350px|La penisola italica prima del [[Risarcimento]].]]
La Savoia si era ingrandita con l’acquisizione di [[Genova]], del porto di Genova, delle puttane di Genova, dei Testimoni di Genova, del [[Genoa]] e della [[Liguria]] intera, prima provincia straniera e seconda repubblica conquistata, dopo la Svizzera (che giusto in quegli anni tornava a vivere). Insomma, era tutto a posto, anzi tüc a post. Rimaneva solo un piccolo problema, oltre a quello di ripulire le strade e i muri di Torino dopo le doverose esecuzioni, e cioè il problema della successione, perché quel piciu, detto amorevolmente, di Vinuele aveva avuto solo figlie femmine e adesso come adesso non se la sentiva più di trombare sua moglie. Così, quando nel [[1821]] circa il re abdicò pur di non dover usare la mano pesante con i rivoluzionari appunto del ’21, si mise in atto per la seconda volta la famigerata opzione '''a)''' del regolamento Salico (Seconda Aberrazione Sabauda) venne cioè posto sul trono come reggente un alto, oltre che altro, cugino di famiglia dal nome impronunciabile di ''Carlos Alberto'', poi sabaudizzato in ''Carlo Alberto''.
 
Ma costui aveva qualche umberto di troppo poco, era cresciuto nella Francia napoleonica, era alto almeno duecento amedei e pesava un filiberto e mezzo, e a tutti non sembrò il caso, anche perché si diceva che fosse di idee giacobine oltranziste (voleva addirittura portare da quattro a due i paggi sulla carrozza reale). In neanche un mese di reggenza aveva già firmato una carta costituzionale e rischiato di mandare a puttane il lavoro di otto secoli, così che Vinuele fu costretto a fermarlo e a togliergli l’incarico, affidando il regno a suo zio di undicesimo grado, e fratello di Vinuele, ''Carlo Felice'', chiamato da tutti ''L’Incazzoso'': l’unico caso nella millenaria storia sabauda in cui il punto '''a)''' della Legge Salica fu fatto valere anche all’inverso, peggiorando la situazione, tornando il trono da un cugino sfigato di un ramo collaterale sfigato a un fratello sfigato (che fino a quel momento aveva cacciato mufloni in Sardegna, di cui era governatore, viceré e oberführer, molestato bambine, perché era etero, e giocato a tressette) di un ramo principale ormai sfigatissimo. L’occupazione principale di Carlo Felice nei suoi circa dieci anni di regno, X umberti, fu non concedere amnistie, prendere per il culo i poveri, insultare i rivoluzionari, i francesi e i rivoluzionari francesi, sfottere, umiliare e commettere stalking nei confronti di Carlo Alberto – comunque designato a succedergli perché l’unico esemplare maschile rimasto, a parte la moglie di Carlo Felice – sgranocchiare grissini tenendoli per la punta e consumandoli come un temperamatite. Quando morì, venne seppellito nel secolare cimitero di famiglia di Altacomba, o Altatomba, nelle montagne savoiarde, perché l’Italia gli faceva schifo, soprattutto la Sardegna.
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