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*'''I nomadi''': [[rasta|rastoni]], [[punk|punkettari]]; un chilo di ferro inchiodato tra il naso, le orecchie e chissà dove altro; un unico, immenso tatuaggio che copre il tronco e buona parte degli arti e un [[Labrador]] al [[guinzaglio]]. Prende quello che gli si dà, meglio se taglie abbondanti, chiede qualcosa per la compagna che non si cambia da quando è scappata di casa e ringrazia con un [[rutto]].
*'''Il [[terrone]]''': tizio scuro di pelle, brizzolato e orrenda pancia flaccida che trasborda dalla cintura come fece l'acqua del [[Vajont]]. Ha più o meno lo stesso comportamento dell'albanese, solo che, invece dei 50 centesimi finali, preferisce raccontare un aneddoto della sua vita o sulle condizioni dell'Italia. Prima di andarsene guarda il sacchetto che gli è stato dato, fruga un po', fa una smorfia semi-schifata e se ne va con un [[saluto]] poco amichevole.
*'''Il fattone/ubriacone''': viene e qualsiasi cosa accada o gli si dica rompe le palle. Ha da dire sui vestiti che gli si dà, sui vestiti dell'operatore, sui vestiti della nigeriana chiattona dietro di lui. Sbraita contro la nigeriana, tronca il [[litigio]] a metà e ricomincia a rompere le palle all'operatore. Dopo venti minuti o il volontario si stufa e lo caccia malamente o se ne va lui senza prendere [[niente]], continuando a imprecare e a parlare con se stesso.
*'''Quello che viene per conto di qualcun altro''': l'[[incubo]] dell'operatore del vestiario: quello che viene per conto di qualcun altro non sa mai bene di cosa abbia veramente bisogno, né quale sia la fattura. Si prova tutto il guardaroba prima di scegliere la taglia. Di norma, dal momento che le taglie non le azzecca mai, ripassa in magazzino una mezza dozzina di volte nello stesso giorno a cambiare le vesti. Fa esasperare, ma raramente ci si incavola per causa sua: è un po' come guardare le comiche di [[Stanlio e Ollio]].
 
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