Campionato mondiale di calcio 1930: differenze tra le versioni

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[[File:Logo Mondiali Uruguay 1930.jpg|right|thumb|200px|Il logo scelto per la prima edizione dei Mondiali fu questo [[sgorbio]], con la consapevolezza che, per le edizioni successive, {{Citnec|sarebbe stato impossibile fare di peggio}}.]]
{{Cit2citazione|I Mondiali?<br />Nel 1930?<br />In Uruguay?<br />Ma è assurdo!|Tante cose sembrano assurde, eppure sono realmente accadute.}}
 
Il '''Campionato mondiale di calcio 1930''' ebbe luogo in [[Uruguay]], non esattamente dietro l'angolo, ma è già qualcosa non averlo organizzato su [[Plutone]]. Era la [[La mia prima volta|prima volta]] che si organizzava un [[campionato del mondo di calcio]], e la prima volta non si scorda mai.<br />In nome e per conto delle prime volte, [[Nonciclopedia]] si assume l'onere e l'onore di {{s|propinare}} proporre ai suoi lettori {{s|il polpettone}} l'appassionato ed avvincente resoconto dello storico evento.<br />Sia pertanto ceduta la parola ai fatti:
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In verità l'attività della Federazione si era fino a quel momento limitata alla solita riunione annuale durante la quale, dopo la canonica e puntualmente disattesa richiesta di inserire la moviola in campo, veniva effettuata una rigorosa spartizione delle [[pizzo|quote associative]], che transitavano nelle tasche dei vari delegati e sparivano in mille rivoli di [[Puttana|donnine allegre]], [[trans|maschietti ancora più allegri]], vitalizi di [[champagne]] e bastimenti carichi di [[droga|erbe misteriose e polverine magiche]].<br />Fu proprio durante un'analisi quali-quantitativa di [[cocaina|un carico di talco finissimo proveniente dalla Colombia]] che il signor [[Jules Rimet]], presidente della FIFA dal [[1921]], ebbe un'[[idea]] che comunicò subito ai suoi {{s|scagnozzi}} colleghi:
{{Cit2citazione|Sentite qua: torneo mondiale ogni quattro anni, così non diamo nell'occhio; scegliamo noi dove farlo; ci giriamo tutti i posti più fighi del mondo a scrocco; paga tutto il Paese organizzatore; biglietti salatissimi; incassi requisiti e redistribuiti a nostra discrezione; mettiamo in palio una coppaccia da quattro soldi. Diventeremo più potenti di [[Bismarck]] e più ricchi di [[Rockefeller]]. Che ne dite?|Jules Rimet espone la bozza del suo progetto.}}
L'idea, nonostante fosse molto allettante, ebbe bisogno di tempo per maturare, soprattutto perché alcuni membri della FIFA ebbero bisogno di chiarimenti sul {{Quote|Gioco del calcio? E che è?}} {{Quote|Ma la FIFA non era l'ennesimo organismo inutile creato per metterci i soliti [[raccomandati]] di lusso?}} {{Quote|[[Ma che oooh|Ma che]], ci tocca pure lavorare, adesso?}} {{Quote|Come si organizza un torneo mondiale?}} {{Quote|Non sarà pericoloso?}} Superate queste difficoltà iniziali si poté procedere all'organizzazione e alla scelta del Paese ospitante.
 
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[[File:Campo di calcio con albero al centro.jpg|right|thumb|300px|Fin dalle prime fasi organizzative, la FIFA si rese conto che c'erano parecchie cose da sistemare...]]
{{Cit2citazione|È la prima volta che organizziamo un torneo mondiale, se facciamo qualche [[cazzata]] non se ne accorgerà [[nessuno]]!|Jules Rimet rassicura l'assemblea.}}
 
Il Congresso della FIFA, riunitosi ad [[Amsterdam]] nel [[1928]] nel [[coffee-shop]] ''Op de Jamaicaanse Trombone'' (''Al Trombone Giamaicano''), stabilì che il torneo dovesse essere giocato in una nazione facilmente raggiungibile, in cui il calcio fosse lo sport nazionale. La scelta venne effettuata con rigorosa coerenza scientifica e sociologica: tanti pezzettini di carta quante nazioni si erano proposte collocati in un'urna, in cui furono dimenticati per qualche giorno e infine gettati via dalla [[donna delle pulizie]]. Il congresso piombò nel [[panico]]. Alcuni tentarono il [[suicidio]] impiccandosi con i lacci delle scarpe, altri simularono un intervento irregolare da tergo e si rotolarono sul pavimento tenendosi le caviglie e chiedendo il cambio con ampi cenni. Solo Rimet mantenne il consueto ''aplomb''.
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[[File:Coppa Rimet.jpg|rihgt|thumb|250px|Mio [[zio]] per 30€ l'avrebbe fatta meglio e con le [[tette]] più grosse.]]
{{Cit2citazione|A casa ho l'ultima coppa che mio [[nonno]] ha vinto alla [[bocciofila]], può andar bene?|Il vice di Rimet.}}
 
Il premio finale in realtà consisteva nel poter partecipare di diritto ai mondiali successivi, ma i vari capi di stato avevano preteso anche qualcosa di più tangibile. Esclusa la possibilità di premiare i vincitori con le teste impagliate dei loro avversari, la FIFA mise in palio il [[soprammobile]] per eccellenza: una coppa.<br />Fu incaricato della sua realizzazione un [[orafo]] [[Parigi|parigino]] dal senso estetico parecchio ondivago, influenzato com'era dalle fasi [[Luna|lunari]] e dal [[ciclo mestruale]]. Ne venne fuori l'apoteosi del [[kitsch]]: [[John Holmes|trenta centimetri {{s|di dimensione artistica}}]] di [[marmo]] e [[argento]] "sterling" placcato in oro "[[Bologna]]", in cui lo stelo era rappresentato da una Nike alata che reggeva sulle spalle una scodella da [[caffellatte]]. Ispirava antipatia solo a guardarla, tanto che fu difficile assegnarle un nome: in un [[sondaggio]] la maggioranza dei votanti si era espressa a favore dell'opzione ''"coppa dimmerda"''. Rimet tagliò corto e le diede il suo nome, inserendola di fatto nel suo [[albero genealogico]].
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== Le squadre ==
 
{{Cit2citazione|A che punto siamo con le qualificazioni? Le hanno giocate tutte? Dobbiamo formare i gironi eliminatori, c'è poco tempo!|Jules Rimet convinto che il resto della FIFA lo stia seguendo.}}
{{Cit2citazione|Di quali ficazioni stai parlando, capo?|Il vice di Rimet casca dal pero.}}
A un mese dal mondiale erano ancora da organizzare tutti gli incontri di qualificazione. Un po' tardi per rimediare. Perciò fu aperto un atlante e ad ogni singolo Stato fu spedito, con tassa a carico del destinatario, un invito a partecipare alla manifestazione:
 
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[[File:John Langenus arbitro della finale dei Mondiali del 1930.jpg|right|thumb|170px|L'arbitro della finale, il belga John Langenus: in occasione del match sfoggiò il suo vestito delle feste.]]
 
{{Cit2citazione|Ok, che ne dici di parlare della partita, adesso?|Lettore superficiale che si accontenta di pochi concetti appiccicati a sputo, senza la dovuta collocazione nel contesto politico, economico e sociale.}}
 
Calma, prima di passare al calcio giocato, occorre tornare sulla questione: ''"chi porta il pallone?"''<br />Una divergenza rovinò i preparativi dell'incontro, poiché le squadre non trovarono un accordo su chi avrebbe portato il pallone: entrambi i capitani pretendevano di usare il proprio. A causa della contesa la FIFA intervenne e stabilì che l'Argentina avrebbe messo a disposizione un pallone per il primo tempo, mentre l'Uruguay un altro per il secondo tempo. Molti giocatori argentini si lamentarono del pallone uruguayano, costruito con un diverso tipo di cuoio più spesso e pesante.
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=== La partita ===
 
{{Cit2citazione|E adesso si può parlare della partita|L'[[autore di quest'articolo]] in un raro momento di accondiscendenza.}}
L'Uruguay fece un cambio di formazione rispetto alla semifinale, perché Anselmo fu costretto a saltare la partita per un [[attacco di panico]]. Secondo altre fonti Anselmo, tra i migliori dell'Uruguay, chiese di non scendere in campo senza precisare il motivo, che sarebbe stato in realtà la paura delle aggressive marcature dell'argentino Monti, detto ''il [[Gattuso]] delle Pampas''. Il compito di sostituire Anselmo fu affidato a Castro, centravanti privo della mano destra persa in un [[masturbazione|incidente sul lavoro]] all'età di 13 anni, carente sul piano tecni­co ma dotato di una carica agonistica fuori dal comune e anche dalla provincia. L'Argentina non poteva disporre degli infortunati Zumelzú e Varallo, ma il secondo venne schierato ugualmente dal primo minuto, con una stampella.