Banda della Uno bianca: differenze tra le versioni

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{{cit2|Se vogliamo catturarli dobbiamo mettere un posto di blocco sulla provinciale per [[Modena]].|Roberto Savi che consiglia ai colleghi poliziotti cosa fare.}}
{{cit2|Se vogliamo farla franca dobbiamo evitare la provinciale per Modena.|Roberto Savi che consiglia ai colleghi banditi cosa fare.}}
La banda operò fino all'autunno del [[1994]] e commise 103 azioni delittuose, provocando la morte di 24 persone ed il ferimento di altre 102 (e per fortuna che erano agenti di pubblica sicurezza, altrimenti poteva andar peggio). Il nome deriva dall'[[automobile]] generalmente utilizzata per le azioni criminali, una [[Fiat Uno]] di colore bianco. La scelta del veicolo era motivata da tre logiche ragioni:
logiche ragioni:
# era facile da rubare;
# era difficile da individuare per la sua estrema diffusione;
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== Componenti della banda ==
[[File:banda della uno bianca arresto.jpg|right|thumb|520px|L'arresto dei tre fratelli Savi. '''Roberto''' si reca in [[questura]] in modo tranquillo (come faceva tutti i giorni). '''Fabio''' viene catturato al confine con l'[[Austria]], nel disperato tentativo di aggregarsi al [[terrorismo altoatesino]]. '''Alberto''' viene arrestato nel commissariato di [[Rimini]], da un collega che sembra il suo [[gemello]].]]
* '''Roberto Savi''' ([[Forlì]], [[1954]]): poliziotto presso la Questura di Bologna. Dopo essere stato per molti anni operatore in [[volante]], dal [[1992]] opera come operatore radio nella centrale operativa<ref>È tutto vero, non è colpa mia!</ref>. Possiede una collezione di armi, regolarmente registrate su un foglio di carta della [[pizza]], fra cui due [[Beretta]] AR 70, una [[lupara]], qualche [[fucile d'assalto]], due dozzine di coltelli e un cannoncino da 40mm, in dotazione ai dragamine jugoslavi classe "Pojvic". È la mente del gruppo, gli inquirenti lo definiscono un [[Al Capone]] col cervello di [[Lorenzo de' Medici]], ma anche negli [[anni '90]] sparavano cazzate assurde. Il [[3 agosto]] [[2006]] ha fatto richiesta di grazia, ottenendo però solo una [[Graziella]].
* '''Fabio Savi''' (Forlì, [[1960]]): fratello di Roberto e cofondatore della banda. Un lieve difetto alla vista gli preclude la carriera di poliziotto, senza occhiali non distingue sua [[madre]] da un [[autobus]]. È l'unico componente presente a tutte le azioni criminali della banda, ha un carattere aggressivo e durante le rapine, per incutere maggior timore, indossa sempre un fratino della ''[[Guardia di Finanza]]''.
* '''Alberto Savi''' ([[Cesena]], [[1965]]): fratello minore di Roberto e Fabio. Presta servizio presso il Commissariato di Rimini. Debole di carattere, subisce la personalità dei fratelli maggiori. Viene utilizzato dalla banda per togliere le multe, passare l'[[aspirapolvere]] nel covo e preparare un'ottima [[coratella]].
* '''Pietro Gugliotta''' ([[Catania]], 1960): non partecipa alle azioni omicide del gruppo. Anche lui è operatore radio presso la questura, ha l'idea di acquistare i [[Telefono cellulare|telefoni cellulari]] (all'epoca costosissimi) utilizzati per guidare i complici durante la fuga. Viene scarcerato nel [[2008]] grazie all'[[indulto]], finirà di pagare le rate dei telefonini nel [[2035]].
* '''Marino Occhipinti''' (Santa Sofia, 1965): membro minore della banda e vice-sovrintendente della sezione narcotici della Squadra mobile. Prende parte all'assalto ad un furgone della [[COOP]], durante il quale muore una [[guardia giurata]]. Per questo motivo, viene soprannominato dai complici [[RoboCoop]] e si becca l'[[ergastolo]]. Nel [[2012]] gli viene concessa la semilibertà e un lavoro, evitare che le [[Vecchia che fa la spesa|vecchie che fanno la spesa]] si portino via i carrelli di un [[supermercato]].
* '''Luca Vallicelli''': è agente scelto (non si sa da chi) presso la [[Polizia Stradale]] di Cesena. Partecipa solamente alle prime rapine, quelle ai [[Bigliettaio dell'autostrada|bigliettai della A14]], che si concludono senza omicidi (anche perché definire "vivi" i casellanti sarebbe una forzatura). Patteggia la pena di tre anni e otto mesi, attualmente è un uomo libero, ancorché destituito dalla Polizia di Stato<ref>E vorrei vedere altrimenti!</ref>.
 
== Principali azioni criminali ==
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* la rapina non provocò alcuno spargimento di sangue;
* il più giovane ed impressionabile dei fratelli Savi, Alberto, si mise a piangere e si fece la [[pipì]] addosso, costringendo la banda a una sosta forzata presso il primo [[autogrill]].
Il colpo fruttò appena 1.300.000 lire, l'equivalente di un loro stipendio. Ciò spinse la banda ad intensificare il lavoro notturno. Nei due mesi successivi vennero compiute dodici rapine ad altrettanti caselli. Nell'ambiente del "Gioventù bruciata" i fratelli Savi divennero dei miti in quanto, a forza di buttarci dentro monetine, finirono tutti cinque volte i sedici giochi presenti nella sala. Il suo proprietario iniziò a farsi vedere in giro a bordo di una [[Ferrari]] e placcò in [[oro]] le maniglie e la rubinetteria dei [[cesso|cessi]]. In quel periodo beveva solo Perrier e [[Dom Perignon]] e si abbigliava come un [[Lele Mora]] ''ante litteram''. Quando la banda fu sgominata cadde sul lastrico e ci rimise anche i denti. Oggi fa il [[lustrascarpe]] a [[Calcutta]].
 
=== L'evoluzione ===
Nell'ottobre dello stesso anno la banda decise di diversificare l'attività lanciandosi in una [[joint-venture]] con un [[autorivenditore]] [[Rimini|riminese]], organizzando un'[[estorsione]] ai danni di quest'ultimo. Il piano era semplice e preciso: spedire una [[lettera minatoria]] e attendere gli sviluppi. Ecco il testo della lettera:
{{Foglio
|carattere=bodonian
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Aspetta altre istruzioni e rispetta i limiti di velocità, sennò ti becchi pure una multa, il ritiro della patente e il sequestro del mezzo.}}
L'autorivenditore finse di abboccare e si presentò all'[[appuntamento]] con un agente nascosto nel [[portabagagli]], seguito a breve distanza da altre autovetture del [[commissariato]] di Rimini. Poiché tutti si aspettavano di incontrare esponenti della [[malavita]] sarda, l'arrivo della banda della Uno bianca venne interpretato come l'intromissione di un gruppo di [[Gente che non si fa mai i cazzi suoi|perdigiorno incapaci di badare ai fatti loro]]. {{Quote|Circolare, circolare, non c'è niente da vedere!|Il sovrintendente Antonio Mosca un istante prima di essere crivellato di pallottole.}} La banda aprì il fuoco non tanto perché si era vista scoperta, quanto [[Sindrome dei sentimenti offesi|perché non era stata riconosciuta]]. Il conflitto a fuoco che ne seguì lasciò sul terreno una [[civetta]], due [[beccaccia|beccacce]] e un'intera famiglia di [[porcospino|porcospini]]. Il sovrintendente Mosca, gravemente ferito, morì dopo due anni di atroci sofferenze. Il suo [[omicidio]] fu il primo di una lunga serie. La banda realizzò che non era opportuno proseguire con le estorsioni ma, sempre in nome della diversificazione, aggiornò il protocollo operativo sulle [[Manuali:Rapina a mano armata|rapine a mano armata]] aggiungendo le [[opzione|opzioni]]:
*''"Vuotare i caricatori"'';
*''"Tutti kaputt"''.
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Nel [[1991]] la banda raggiunse l'apice della carriera, mettendo a segno una rapina dopo l'altra. Di riflesso aumentò anche il numero di morti ammazzati e si diffuse una sorta di [[psicosi]] collettiva: [[nessuno]] era finora riuscito a dare un volto ai criminali. A malapena si sapeva che si muovevano a bordo di una Uno bianca, che in quel momento era l'auto più diffusa su tutto il pianeta<ref>Eccetto una sperduta regione della [[Germania]] dove andava ancora forte la [[Glas Goggomobil]].</ref>, quindi si scatenavano scene di [[panico]] un po' ovunque, tutti sospettavano di tutti e la Fiat registrò un brusco calo delle vendite di Uno bianche. Contemporaneamente i [[carrozziere|carrozzieri]] conobbero un periodo d'oro riverniciando un numero impressionante di veicoli potenzialmente sospettabili. In tale contesto la banda agiva con la sicurezza e la spavalderia tipiche di chi assume un ruolo attivo nel [[sodomia|gioco del dottore]].<br />Il [[4 gennaio]] di quell'anno, alle ore 22:03, i criminali percorrevano una strada del quartiere Pilastro di [[Bologna]]. Erano diretti a San Lazzaro di Savena per rubare un'automobile da utilizzare nel colpo successivo. Furono affiancati e superati da una pattuglia dei Carabinieri. Sarebbe finita lì, ma il gesto fu interpretato come un tentativo di leggere i numeri di targa, ma soprattutto, fatto ben più grave, come un gesto di scherno rivolto dalla Benemerita a tutto il corpo di Polizia: {{Quote|Ma li avete visti? Ci hanno anche riso in faccia mentre ci sorpassavano. E inoltre quello seduto dietro ci ha anche fatto un televisore<ref>Così era detta, in quegli anni, l'usanza molto in voga tra i ventenni di allora, di calarsi le braghe e mostrare il deretano ai passanti, osservandone la reazione sbigottita.</ref>! Non possiamo far finta di niente! Siamo pur sempre poliziotti, che cazzo!|Roberto Savi con sottofondo di caricatore installato sull'arma.}} Detto fatto: i banditi affiancarono la pattuglia e indirizzarono due pallottole al guidatore che, benché ferito, tentò la fuga ma andò a schiantarsi su alcuni cassonetti in sosta vietata. Nei sei secondi successivi i tre carabinieri e i cassonetti furono investiti da un fuoco incrociato di una violenza tale che anche i [[naziskin]] si costituirono parte civile al processo. La [[strage]] rimase impunita per quattro anni. Gli inquirenti trovarono subito la pista giusta, ma la scartarono perché "troppo convincente" e indagarono in tutte le direzioni, quelle sbagliate. La [[verità]] venne a galla solo durante il processo, confessata dalla stessa banda che ormai si era rotta le palle di aspettare.
 
=== La decadenza ===
 
Nel [[1992]] la banda trascorse un [[anno sabbatico]] in fatto di omicidi, ma mise a segno varie rapine, soprattutto in banca. Iniziava a subentrare quella fase di stanca tipica della monotona routine: di giorno lavoro in [[questura]], di notte le rapine. Per dare una sferzata agli animi impigriti fu deciso l'obbiettivo da raggiungere nel [[1993]]: ammazzare almeno due persone. Alla fine di quell'anno, al termine della riunione di verifica, la banda redasse un verbale in cui si dichiarava l'obbiettivo raggiunto. Il progetto di miglioramento proposto per l'anno successivo prevedeva l'incremento esponenziale delle rapine e dei cadaveri. L'inizio del [[1994]] prometteva bene: fino a maggio erano state compiute ben nove rapine e un direttore di banca era stato imbottito di piombo.<br />Ma fu allora che la banda venne sgominata. E meno male, ché scrivere a lungo di queste cose fa venire la [[tristezza]].
 
== Le condanne ==
[[File:banda della uno bianca condanne.jpg|left|thumb|320px|Roberto Savi, un freddo calcolatore.]]