Antonio Salieri: differenze tra le versioni

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[[File:Antonio Salieri. Amadeus.jpg|thumb|right|400px|Antonio "Picciriddu" Salieri mentre propone ai suoi allievi un'offerta che non potranno rifiutare.]]
{{cit|Pfui! Uno dei tanti, falliti, eterni secondi!|[[Buzz Aldrin]] su Antonio Salieri}}
'''Antonio Salieri''' ([[Verona]], c'era una volta... - [[Vienna|Sacher-city]], ... e vissero tutti felici e contenti) è stato il più grande compositore della categoria "looser forever" della sua epoca. È infatti noto non tanto per le sue capacità e men che mai per la sua bellezza, quanto per essere uno di quei tizi insipidi che vengonodiventano famosi perché associati a qualcunopersonaggi che effettivamente è valso più di undavvero soldo bucatofamosi. Ne sono esempio [[Amerigo Vespucci]], [[Kit Carson]], [[Roberto Casaleggio|Rubbé Casaleggio]], [[Telespalla Bob]] e altri personaggi storici.<br />Nonostante tuttociò Antonio Salieri è stato globalmente riconosciuto come [[musicista]] dal talento non comune, oltre che maestro spirituale di [[genio|geniacci]] comedel calibro di [[Beethoven]], Weigl[[Franz Schubert|Schubert]], [[Johann Nepomuk Hummel|Hummel]]. Antonio,Il vanitosovanesio come pochi,Antonio non mancava mai di farlo notare nei suoi discorsi, anche quando parlava nel sonno, assumendo un atteggiamento [[aristocrazia|aristocratico]] e sfoggiando un'{{colore|#009999|{{tooltip|espressione del tipo ''Ehi, dolcezza, stai forse parlando con me?''|[[File:Snob.jpg|250px]]}}}} Beethoven, WeiglSchubert e Hummel, dal canto loro, giurarono per tutta la vita di essere stati [[autodidatta]].
 
== Biografia ==
=== I primi anni ===
Antonio Salieri naque in provincia di Verona, cosa che lo rese di diritto un "provincialotto".<br />Si avvicinò che era ancora giovane alla musica grazie al suo [[violino]], da lui usato come remo per raggiungere un isolotto in mezzo all'[[Adige]]: era infatti su quello scoglio brullo che sorgeva il [[conservatorio]], dove una giovane promessa della melodia suonò fino ai quattordici anni, senza che nessuno gi aprisse.<br />Nel [[1964]] comunicò ai suoi [[genitori]] di voler diventare un grande [[compositore]] e loro, inper tutta risposta, creparono dalle risate. [[Orfano]] dunque in età [[adolescente|adolescenziale]], nel [[fiore]] della sua carriera artistica e con due [[spalle]] da rematore da far [[squirt|squirtare]] persinopure la [[Federica Pellegrini|Pellegrini]], Antonio si affidò al [[fratello]] Francesco, detto "il [[gorilla]]" perché riusciva a toccarsi le punte dei [[piedi]] in mentre stava sull'attenti. Approdati a [[Venezia]], Francesco e Antonio presero strade diverse: il primo venne notato dall'[[allenatore]] del [[Foot Ball Club Unione Venezia]] e ingaggiato come [[portiere]] con un contratto secolare, il secondo riprese gli studi musicali al conservatorio, dove questa volta riuscì a farsi aprire spacciandosi per il [[fattorino]] delle [[pizza|pizze]].<br />Non passò molto tempo che un ancor giovane Antonio venne notato da [[Florian Leopold Gassmann]], il [[maestro di cappella]] dalla gaia favella della corte austriaca.[[File:D'Alema caricatura.jpg|thumb|left|300px|Antonio Salieri fu il primo a sperimentare il [[pianoforte]] elettrico.]] Florian decidette di portare Antonio con sé a [[Vienna]] per insegnargli tutto lo scibile umano, tranne la ricetta delle "strauben" al [[mirtillo]] con [[panna]], di cui era [[gelosia|geloso]], e gli lanciò la proposta. Probabilmente, dal momento che il giorno dopo era già al cospetto dell'[[imperatore]] d'[[Austria]], Antonio accettò l'offerta di Florian, anche se arrivò alle porte di Vienna sotto sedativo.
 
=== L'apice della sua carriera ===
Nel [[1770]] Antonio Salieri si esibì con il capolavoro che consacrò la sua figura artistica: ''Le Donne letterate'' è l'[[opera buffa]], cioè eseguita interamente con [[peto ascellare|peti ascellari]] e [[gargarismo|gargarismi]], che inaugurò la[[La Scala]]. Il pubblico accolse entusiastacon entusiasmo quel compositore che era rimasto fino a quel momento nell'[[ombra]] e insistette tanto per il bis che Salieri fu costretto ad accontentarli. E dopo fu obbligato a concedere pure il tris, il poker, il contorno, il dolce e persino il Fernet-Branca. Alle quattro del [[mattino]] un esausto Salieri, con un principio di [[enfisema]] e le stille di [[sudore]] che gli facevano sembrare la testa una [[placenta]] di [[vacca]], fu costretto a chiedere un po' di riposo al pubblico. Alché un vecchietto del loggione si alzò di scatto, gli puntò il [[dito]] contro e sibilò a [[denti]] stretti:
{{quote|E no, caro nostro! Tu continuerai a ripeterla finché non la farai giusta!}}
Salieri non eguagliò mai il successo clamoroso della suo debutto come compositore professionista. Come la [[libidine]] di un uomo sulla [[cinquantina]], iniziò un declino lento ma costante: ''L'Europa riconosciuta'' ricevette un boato d'[[applausi]]; con ''Der Rauchfangkehrer'' si conquistò un terzo posto in una gara per bambini a Casalpusterlengo; ''Axur, Re d'Ormus'' fu accolto tiepidamente; durante l'esecuzione di ''Il mondo alla rovescia'' un [[pomodoro]] marcio gli sfiorò l'[[orecchio]] sinistro, mentre con ''La Follia di Spagna'' rischiò il [[linciaggio]].<br />Ritiratosi dalle scene in maniera definitiva, Antonio Salieri decise di trascorre in completa riservatezza iil resto dei suoi sessant'anni brizzolati, trovando un impiego tranquillo e sicuro nellanel cappella[[campanile]] della chiesetta di paese: comeil batacchio del campanaccio della canonica.
 
=== Verso la fine ===
Giunto alle pendici della [[vecchiaia]] i segni del tempo cominciarono a farsi sentire, tanto che Antonio fu costretto a usare la sua [[tuba]] in Re[[zaffiro]] maggioreda 18 chili come [[apparecchio acustico]]. Terrorizzato all'idea di finire come [[Beethoven|uno dei suoi allievi più sfigati]], Salieri prese la draconiana decisione di autoaccecarsi, convinto che ciò avrebbe potenziato gli altri quattro sensi, e in particolar modo il suo amato [[udito]]. Cominciò dunque a tracannare bidoni di alcool metilico, con qualche [[patata]] fritta per accompagnare, finché non fu talmente stordito da non sentire nemmeno più gli [[ultimatum]] del suo [[fegato]], che alla fine fu soggetto a un'esplosione così spettacolare che i [[cinesi]] vollero conoscerne il trucco per il loro [[capodanno]].<br />Al suo [[funerale]] Antonio Salieri ricevette, come ultimo saluto, un [[requiem]] in Do diesis minor settimasesta diminuito sopradominante allegretto ma non troppo scritto da uno dei suoi allievidiscepoli prediletti, [[Joseph Weigl|Joseph "la bestia der Colosseo" Weigl]]:
{{quote2|Te salutamooooo o bel frocioneeeeeee!
Con questa composizioneeeeeee!<br />
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== La {{s|presunta e amichevole}} confermata e feroce rivalità con Mozart ==
La storia di rivalità tra Salieri e e il suo allievo [[Mozart]] viene narrata dai nostri [[nonno|nonni]] mentre si sgranocchiano sementine salate, si vuotano i bicchieri di [[vino]] novello e la [[neve]] scende [[ozio|oziosa]] ricoprendo i tetti e i comignoli.
[[File:Ichabod Crane. La leggenda della valle addormentata.jpg|250px|thumb|right|Antonio Salieri ogni volta che giocava con Mozart a "chi ce l'ha più lungo".]]
{{quote2|C'era una volta un compositore che non sapeva che viene per chiunque il momento di tirare i remi in barca. Il suo nome era ''Antonio'', ''Tonio'' per gli amici, ''Io'' per gli egocentrici, ''Oh Mona!'' per i suoi compaesani. Egli aveva un discepolo infido e ambizioso che, mano a mano che i giorni passavano, rosicchiava un pezzetto della sua poltrona del successo. Il suo nome era ''Wolfgang Amadeus'', ''Lupobanda Amedeo'' per gli amici italiani, ''Secchione di merda'' per gli amici rosiconi, ''cipollino'' per il suo babbo. Tra i due la disputa diventava sempre più aspra, tanto che finì che uno soffiò il pan di bocca all'altro:
{{dialogo|Tonio|Ehi, Amedè! Ti dispiace se ricopro io il ruolo di insegnante di musica della principessa del Württemberg?|Amedè|Umpf! Ma sì sì, va', fai quello che ti pare!|Tonio|Ti sembra il modo di rispondere? Mi sembra di essermi rivolto a te con gentilezza.|Amedè|Gentilezza mia nonna! Mi stai puntando una colubrina in faccia!}}<br />Si narra che tutto naque da uno scherzo innocente di Amedé ai danni del suo maestro, quel giorno che gli piazzò un cuscino spara-pernacchie sulla sedia della sua cattedra. Tonio non la prese bene e si vendicò: introdusse dello sciroppo di ipecac nel vino dell'imperatore durante il debutto di Amedè con le sue Nozze di Figaro, cosicché il primo commento del sovrano, a opera conclusa, fu uno sbrozzo dai toni accesi che centrò un violinista della seconda fila. A quel punto fu guerra dichiarata e per il povero Amedè, che era più piccolo, più ingenuo e più puro di cuore del perfido Tonio cominciò un umiliante calvario. Lui subì per anni le angherie del maestro senza rendergli mai decentemente la pariglia. Sopportava e sopportava, in fondo era un gran sopportone. Ma dopo l'ennesima burla a suo danno, quella volta che Tonio lo svegliò spalmandogli del [[wasabi]] in [[gola]], alla fine ad Amedè cedettero definitivamente i nervi ed esplose. Ci vollero quattordici ore per recuperare e sepellire tutti i pezzi.}}
Dagli eventi poc'anzi fedelmente riportati vennero su [[leggenda|leggende]] dimentichedimenticate e miti norreni, poemi, fiabe con draghi marroni e frodi di furbastri che seppero infinocchiare i fresconi speculando sulla morte di Mozart, come con il boom di vendite delle sue maschere mortuarie, rigorosamente tarocche. E intanto Salieri se la rideva sotto i baffi...
{{Portali|Musica}}
[[Categoria:Compositori]][[Categoria:Single]][[Categoria:Ex membri dell'A-Team]][[Categoria:Supercattivi]]
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